Mille firme per chiedere la parità di genere della Commissione paesaggio di Milano

Nel dicembre scorso la nomina dei membri della commissione: a fronte di 22 candidature di uomini e 15 di donne, il Comune ha scelto dieci uomini e una sola donna. È solo un incidente di percorso o ha un significato ben più ampio? Perché non si è tenuto conto della parità di genere prevista dallo Statuto Comunale? Oggi la consegna a Palazzo Marino delle firme raccolte

Mille firme per chiedere la parità di genere della Commissione paesaggio di Milano

In una decina di giorni le firme sono arrivate a mille. Per chiedere due cose semplici ma non scontate: che nella Commissione Paesaggio del Consiglio Comunale sia garantita la parità di genere e che siano approvate norme per impedire il ripetersi quanto accaduto in tutti gli organismi del Comune di Milano. La raccolta firme è partita dopo che, il 26 dicembre scorso, sono stati nominati, tramite un bando, i componenti della Commissione Paesaggio: a fronte di ventidue candidature di uomini e quindici di donne il Comune ha deciso di nominare dieci uomini e una sola donna. È solo un incidente di percorso o ha un significato ben più ampio? Resta da capire come sia potuto accadere. Perché la commissione valutatrice della candidature non ha voluto garantire un'adeguata rappresentanza di donne? Si è comunque mobilitato subito un gruppo di associazioni che ha lanciato una lettera aperta al Sindaco Sala, sottoscritta subito da più di centocinquanta personalità del mondo dell’università, dell’urbanistica, dell’architettura e dell’attivismo milanese e non. Con il passare dei giorni, le firme sono aumentate fino ad arrivare al migliaio e oggi, alle 17, davanti a Palazzo Marino il Comitato Colibrì, promotore della campagna “Sai che puoi?”, le consegnerà a Elena Buscemi (presidente del Consiglio Comunale), Diana De Marchi (presidente Commissione Pari opportunità) ed Elena Lattuada (delegata del Sindaco alle Pari Opportunità).

La lettera è stata promossa, oltre che dal Comitato Colibrì, da altre realtà come RebelArchitette, Action Aid Italia, Sex & The City Milano, cinque associazioni studentesche della città e RENA. Nella lettera si ricorda al Comune che la nomina dei membri della Commissione Paesaggio è avvenuta “in violazione dello Statuto Comunale, che all’art. 5 stabilisce espressamente che 'negli organi collegiali non elettivi deve essere garantito l’equilibrio di genere', e anche contraria alla Costituzione, che disegna la nostra democrazia come paritaria tra uomini e donne. Il principio di parità di genere va dunque considerato come un principio generale dell’ordinamento cui tutti gli atti delle amministrazioni dello Stato devono uniformarsi”. Tra l'altro, nonostante il bando emesso per la presentazione delle candidature - rivolto agli Ordini Professionali - prevedesse un criterio di genere per le candidature da parte del singolo ente, sorprendentemente nessuna regola analoga a garanzia della parità di genere è stata invece prevista rispetto alla fase decisoria di costituzione della Commissione.

Nella lettera aperta vengono formulate tre richieste specifiche al Sindaco e al Comune. La prima è che ovviamente si cambi la composizione della Commissione Paesaggio garantendo la parità di genere. La seconda è che sia introdotta una norma che impedisca il ripetersi di quanto accaduto e che preveda espressamente la parità di genere in organi come la Commissione Paesaggio, prendendo come modello, per esempio, la legge “Golfo-Mosca” che prevede il 40% minimo del genere sottorappresentato, Terza richiesta, una volta assicurata la parità di genere, avviare una revisione complessiva del funzionamento della Commissione per mettere al centro dei criteri di valutazione la competenza e l’indipendenza, e anche per promuovere l’effettiva possibilità di assumere l’impegno di esserne componente da parte di persone con differenti background socio-economici ad esempio tramite l’introduzione di un'indennità.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)