Musica contro gli stereotipi: la storia dell'Orchestra ravvicinata del Terzo tipo

Dal 2014, a Roma, l’Orchestra Ravvicinata del Terzo Tipo unisce 25 persone con disabilità, operatori sociosanitari e alcuni musicisti professionisti. Grazie all’impegno della Scuola popolare di Donna Olimpia

Musica contro gli stereotipi: la storia dell'Orchestra ravvicinata del Terzo tipo

La musica come mezzo per superare gli stereotipi e favorire il benessere di tutti. Da un’idea della Scuola popolare di musica di Donna Olimpia nella città di Roma, l’Orchestra Ravvicinata del Terzo Tipo: una grande ensemble composta da circa 25 persone con disabilità, operatori sociosanitari e alcuni musicisti professionisti selezionati tra gli insegnanti della scuola o provenienti da altre realtà. Giunto quest’anno all’ottava edizione, conclusasi con un concerto che si è tenuto all’inizio dello scorso maggio al termine di un percorso lungo nove mesi, il progetto è stato portato avanti con la collaborazione del Sistema sanitario regionale, in particolar modo l’Asl RM3, del Saish-Servizio per l’autonomia e l’integrazione della persona disabile e della cooperativa sociale Agorà.

"La mission originaria resta la stessa – ovvero immaginare uno spazio in cui la musica costituisca un territorio di accessibilità e sperimentazione – ma i metodi e le procedure si sono affinati - spiega Paolo Pecorelli, dal 2014 coordinatore e responsabile artistico del progetto -. I primi anni di lavoro sono serviti per costruire una serie di strategie che hanno permesso di alzare progressivamente il livello delle sfide musicali e di creare i presupposti per far sentire i destinatari a proprio agio all’interno di un organismo complesso come l’orchestra", dice.
"Ciascun percorso annuale si è snodato lungo un periodo di nove mesi di prove ed esercitazioni musicali settimanali. Dall’inizio abbiamo ritenuto fondamentale impostare un cammino di alta qualità, cercando di evitare compromessi al ribasso nelle scelte musicali. Pur considerando di fondamentale importanza la qualità del percorso, abbiamo voluto evitare che il prodotto finale del progetto sembrasse un semplice saggio, mettendo in scena uno spettacolo che, per caratteristiche e ambizioni, apparisse come un vero e proprio concerto".

Così dopo il primo anno, in cui il gruppo si è mosso soprattutto con un approccio esplorativo, l’azione dell’équipe si è affinata, spingendosi a proporre repertori sempre più audaci. "Abbiamo eseguito nei concerti di fine anno brani di autori importanti come Morricone, Rota, Piazzolla - precisa il direttore artistico -. Un cammino che ci ha consentito di costruire un metodo riproducibile per la costruzione di grandi ensemble integrati, rafforzando le nostre convinzioni riguardo al potere che la musica possiede nel mettere in comunicazione persone diverse per condizione, abilità o possibilità".

Grazie al lavoro del direttore artistico Pecorelli e dei suoi collaboratori Emanuele Bruno, Emanuela De Bellis e Federica Galletti, nel corso degli anni l’Orchestra Ravvicinata del Terzo Tipo ha fatto molti passi avanti, stabilendo col tempo sinergie come quelle del Teatro di Villa Pamphili, che ospita le attività dell’ensemble con l’intento di sviluppare e valorizzare le attitudini dei partecipanti, creando contemporaneamente uno spazio di accessibilità e un territorio di sperimentazione musicale. "D’altro canto gli aspetti su cui lavorare sono soprattutto quelli relativi alla 'precarietà' istituzionale che rischia di trasformare un’impresa così complessa in un fatto episodico - chiarisce Pecorelli -. Il nostro obiettivo è quello di reperire le risorse necessarie a trasformare un progetto in un servizio attorno al quale si possa programmare sulla base di un orizzonte temporale più ampio. Questo renderebbe la nostra esperienza, che ha già ricevuto apprezzamenti anche all’estero, un modello di eccellenza da esportare".

Alla sostenibilità finanziaria sono legati anche i progetti per il futuro. In primo luogo c’è, dunque, la possibilità di proseguire e stabilizzare le attività di musica integrata, anche al di là della singola esperienza dell’Orchestra Ravvicinata del Terzo Tipo. L’idea di Pecorelli e dei suoi collaboratori, infatti, è quella di allargare la platea dei destinatari coinvolti, costruendo percorsi di formazione musicale per gli operatori sociosanitari, attivando più di un organico integrato e portando le esibizioni dell’ensemble oltre il perimetro del territorio romano. Per un progetto che vale davvero la pena di portare avanti. "Potremmo forse dire che la soddisfazione più grande sta proprio nel vedere in azione il grande potere della Musica, con la M maiuscola», conclude il direttore. «Un potere che contribuisce al superamento di pregiudizi e stereotipi radicati, nel fornire a tutti, nessuno escluso, non solo un’attività socialmente utile ma soprattutto la possibilità di un’espressione artistica piena e gratificante".

(Articolo tratto dal numero di giugno di SuperAbile INAIL, il mensile dell’Inail sui temi della disabilità)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)