Nasce “Apepak”, pellicola per alimenti ecologica prodotta da persone in difficoltà

Cotone bio trattato con cera d'api al posto della plastica che si usa in cucina. L'idea arriva dagli Usa, ma è prodotto a Treviso dalla cooperativa sociale Sonda. “Per noi è un nuovo settore di inserimento lavorativo per chi esce da percorsi terapeutici per dipendenze”

Nasce “Apepak”, pellicola per alimenti ecologica prodotta da persone in difficoltà

TREVISO – L'idea arriva dalla California, ma è prodotta in provincia di Treviso. Si chiama “Apepak” ed è una pellicola per alimenti in cotone biologico trattato con cera d'api, lavabile e riutilizzabile. Ma oltre all'attenzione all'ambiente, c'è anche un risvolto sociale: a realizzarla, infatti, è una cooperativa che impiega anche persone in difficoltà o svantaggiate, in uscita da percorsi di riabilitazione per dipendenza da alcol o sostanze. “Massimo Massarotto, un amico che vive negli Stati Uniti, ci ha parlato di questo tipo di prodotto che esiste da tempo sul mercato americano, auspicando che si potesse produrre anche in Italia”, spiega Francesca Amato, vice presidente della cooperativa sociale Sonda di Altivole, in provincia di Treviso. Come racconta Massarotto sul sito, “io e mia moglie abbiamo fatto in casa le prime pezze con scarti di tessuto, per regalarle a Natale ai famigliari, con l'idea di introdurre una nuova piccola abitudine quotidiana nella loro vita. Dall'eccitamento scaturito da parenti e amici, abbiamo pensato fosse importante condividere questa idea con un pubblico più ampio”. È nato così “Apepak”, marchio registrato da Massarotto che ha iniziato a lavorare con la cooperativa Sonda su ricerca e sviluppo, produzione, fornitori e collaudatori. “Il prodotto è molto interessante perché è compostabile, biologico e può sostituire la classica pellicola di plastica che si usa in cucina per gli alimenti, in più per noi sta diventando un nuovo settore di inserimento lavorativo per persone in situazione di svantaggio”, chiarisce Amato. La cooperativa sociale Sonda ha uno scopo plurimo, si occupa di servizi alla persone per persone con dipendenza da alcol e sostanze e persone con disabilità e ha una sezione di inserimento lavorativo per persone svantaggiate. “Il lavoro è fondamentale dopo i percorsi di riabilitazione, ma spesso è molto difficile trovarlo”, precisa Amato.

La cooperativa Sonda si occupa prevalentemente di lavorazioni per conto terzi e impiega in totale un centinaio di persone, tra svantaggiate e non. La produzione di “Apepak” impiega 7 persone in totale, di cui alcune in uscita da percorsi terapeutici per dipendenze, “che avevano poche possibilità di reinserimento lavorativo”. Prima di avviare la produzione, c'è stata una fase di test a cui hanno partecipato più di 200 famiglie che hanno ricevuto a casa il prodotto gratuitamente, “e ci hanno aiutato a migliorarlo”, aggiunge Amato. Attualmente, la cooperativa sta ricevendo richieste sia da privati sia da negozi per “Apepak” che viene venduto in una confezione da tre. “È simile a uncanovaccio ma un po' appiccicoso per via della cera d'api – spiega la vice presidente – e questa caratteristica consente di farlo aderire a vasetti, terrine e alimenti”. A differenza della pellicola di plastica consente la traspirazione degli alimenti, si può lavare e riutilizzare. “Stiamo cercando di capire quante volte può essere riutilizzato – precisa Amato – Io, ad esempio, lo sto usando da tre mesi ed è ancora integro”. L'obiettivo è riuscire a investire in macchinari che consentano di produrre in maniera più veloce e meno costosa.

Nell'ambito delle dipendenze, la cooperativa sociale Sonda gestisce una comunità terapeutica con 20 posti, un servizio semi-residenziale con 30 posti e altri 30 ospiti sono in reinserimento abitativo in case-famiglia e appartamenti protetti. Per quanto riguarda gli utenti con disabilità, sono una cinquantina, tra adulti e minori, quelli che fanno riferimento alla cooperativa, si tratta soprattutto di persone con autismo. (lp)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)