“Non lasciamole sole”: Pangea con le donne che manifestano in Afghanistan

Scendono in piazza, nonostante la paura e le minacce dei talebani, per rivendicare i propri diritti e le proprie libertà: così le donne afghane vanno incontro a ritorsioni e punizioni e rischiano la vita. Il 25 settembre manifestazione di Pangea per non lasciarle sole

“Non lasciamole sole”: Pangea con le donne che manifestano in Afghanistan

I talebani ci provano, ma incontrano resistenza: non tutte le donne permettono che si torni indietro, rinunciando ai propri diritti e alle libertà conquistate. Scendono in piazza, a Kabul e in altre città, consapevoli che questo metterà a rischio la loro vita. “Non lasciamole sole” è l'appello di Pangea, la onlus che da vent'anni lavora in Afghanistan e che “continuerà a farlo – assicura - portando consapevolezza dei propri diritti, pace ed empowerment. Ora che ci dicono che tutto è finito, che i talebani hanno vinto e che per le donne non c’è futuro, noi rispondiamo che non le lasceremo sole!”.

Per questo, il prossimo 25 settembre, Pangea sarà nelle piazze d’Italia, al fianco delle donne afghane e con la P di Pangea disegnata sulla mano. “La stessa P – spiega l'associazione - che nei giorni drammatici della presa dei talebani è diventata un simbolo: il lasciapassare verso la libertà disegnato sulla mano di molte donne e uomini accalcati all’aeroporto”. Tra le donne che non sono partite, ce ne sono tante, di tutte le età, che “sono scese in strada per rivendicare diritti, libertà, pace – riferisce Pangea - Ma dopo le manifestazioni i Talebani hanno iniziato a punirle, entrando nelle case, non permettendogli più di usare i cellulari, di comunicare, di studiare e mettendo a rischio la loro vita e quella dei loro familiari. Le donne afghane che manifestano, quelle che sono morte nell'attentato all'aeroporto, le persone che non sono riuscite a fuggire ma anche quelle che sono state evacuate grazie alla P di Pangea disegnata sulla mano e tutti coloro che in questi giorni stanno rischiando la vita per colpa del regime talebano, aspettano un segnale”.

E il segnale arriverà, appunto, dalle diverse piazze d'Italia, il prossimo 25 settembre, unite dall'hashtag #nonlasciamolesole e dalle cinque richieste che Pangea rivolge alle istituzioni nazionali e internazionali: primo, che “i diritti delle donne non siano argomento di negoziazione né retrocedano rispetto a quanto era stato conquistato in Afghanistan: istruzione, lavoro e possibilità di manifestare per tutte e tutti”; secondo, che “le donne possano partecipare alla vita politica e siano nei tavoli internazionali sui processi di mediazione di pace per l’Afghanistan come richiede la risoluzione Onu 1325 su Donne Pace e Sicurezza”; terzo, “un Osservatorio permanente sui diritti delle donne in Afghanistan, al ministero Affari Esteri e all’Onu, per monitorare la condizione femminile e intervenire sulle violazioni”; quarto, “un piano straordinario di evacuazione umanitaria per chi vuole lasciare il paese, con particolare attenzione alle donne che hanno maggiori difficoltà a trovare vie di fuga in maniera protetta”; quinto, “un piano di accoglienza in Italia dei richiedenti asilo, che rispetti le questioni di genere e che tenga conto delle storie di violenza che vivono le donne nei paesi di provenienza, durate il transito e all’arrivo”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)