“Non mi mettere la mano in testa”: l'appello musicale di Boerci, artista disabile

Laura Boerci non può più muovere le mani, eppure dipinge e decora con la bocca; non può camminare, ma “con la sedia a rotelle raggiungo le stelle”. Non può più parlare, ma ha registrato un video musicale per far girare il suo messaggio: “Coi sorrisetti è ora di finirla”

“Non mi mettere la mano in testa”: l'appello musicale di Boerci, artista disabile

Una mano in testa può far male, anche quando viene posata delicatamente: lo mette in rima e in ritmo Laura Boerci, “artista disabile”, come le piace definirsi, che Redattore Sociale ha incontrato già qualche mese fa, presentando le sue opere artistiche e le decorazioni realizzate con la bocca. Perché la disabilità pone certo limiti, ma la fantasia e la determinazione sanno superarli quasi tutti. E Laura Boerci ne è prova vivente: tanto che, alla pittura e la decorazione senza mani, affianca ora il video musicale senza voce. O meglio, la voce c'è, anche se lei non parla quasi più, da quando due anni fa ha subito la tracheostomia: aveva registrato l'audio prima e ha applicato la traccia sul video. Tanta era l'urgenza di trasmettere il suo messaggio. “Sono una persona disabile, non sono un'handicappata, una mezza sfigata, una che non è arrivata”, è l'inizio della sua canzone. E ancora, “giro con la sedia a rotelle, raggiungo le stelle”. E allora “non mi mettere la mano in testa – è il ritornello della canzone, scritta insieme al bassita e compagno di vita Umberto Fortunato - e non guardarmi con la faccia da pirla. Invitami a qualunque festa, coi sorrisetti è ora di finirla”. Un invito, insomma, a trattare la persona con disabilità senza pietismo, senza compatimento, senza paternalismo: “Sono una persona disabile, non sono una poverina, una perenne bambina, una creatura divina”. E “non ho niente di speciale, sono normale, ho l'istinto animale”. E poi, attenzione alle parole e a come vengono dette: “Non chiamarmi diversamente abile, ti giuro è inascoltabile (…) Se davvero mi vuoi parlare, alla mia altezza ti devi abbassare. Non rivolgerti al mio accompagnatore: quello mi spinge ed è pagato a ore”.
Ci spiega Laura Boerci: "Molte volte le persone, per salutarmi, mi hanno messo la mano in testa ed in modo simpatico volevamo far capire quanto il gesto fosse sgradevole. Ci sembrava che una canzone fosse il mezzo più efficace per far arrivare il messaggio, soprattutto con l'ausilio di un video divertente. Dopo l'operazione alla gola pensavo di non poter più realizzare il video, quindi è meraviglioso per me vedere il risultato. Perdere la voce è stato davvero terribile e riuscire a far circolare il video è fantastico, mi restituisce parte di ciò che ho perso".

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)