Nuovi bandi in Libia. 5 domande di Asgi all’Aics

Sono due i nuovi bandi, pubblicati il 24 settembre scorso dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) per la selezione di progetti da realizzarsi in alcune municipalità libiche. Ma in che modo sarà assicurato un adeguato controllo sull’effettiva destinazione dei fondi?

Nuovi bandi in Libia. 5 domande di Asgi all’Aics

Sono due i nuovi bandi, pubblicati il 24 settembre scorso dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) per la selezione di progetti da realizzarsi in alcune municipalità libiche: “Formazione e Sviluppo della Capacità dei funzionari municipali in Libia” e “Assistenza tecnica ad interventi per migliorare la gestione e l’accesso ai servizi essenziali delle municipalità libiche”. L’attuazione dei progetti sarà affidata ad organizzazioni non governative italiane, che potranno presentare proposte di progetto entro il 22 novembre 2021. Ma in che modo sarà assicurato un adeguato controllo sull’effettiva destinazione dei fondi? Servirà infatti verificare che essi raggiungano lo scopo per cui sono stati stanziati, scongiurando che finiscano per avvantaggiare soggetti responsabili - tra le altre cose - di gravi violazioni nei confronti dei cittadini stranieri presenti in Libia.

Per questo Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) ha rivolto alcune domande aperte all’Agenzia. “È importante ricordare che numerose municipalità libiche, beneficiarie degli interventi previsti da Aics, sono di fatto gestite da milizie armate e da altri gruppi di potere locali - scrive nella nota -. Stante lo scarso controllo del governo centrale libico sul territorio, infatti, sono spesso le milizie a rappresentare le autorità di fatto nelle municipalità, facendosi anzitutto garanti della sicurezza a livello locale. È ampiamente documentato che molte milizie sono implicate in traffici illeciti, tra le altre cose di petrolio e migranti, e finiscono anche per beneficiare di finanziamenti internazionali destinati ad altri scopi. Con il denaro così ottenuto, le milizie finanziano anche la lotta armata per conquistare o mantenere il potere da loro esercitato, così perpetuando la dinamica di conflitto che affligge da dieci anni il paese. A questo proposito vale la pena ricordare i sanguinosi scontri scoppiati a Sabratha nell’autunno del 2017 tra milizie rivali che si contendevano i fondi italiani per ridurre i flussi migratori”.

Secondo Asgi  Aics non ha predisposto adeguati meccanismi di riduzione del rischio. Infatti, come già avvenuto per gli interventi di AICS nei centri di detenzione libici, le ong italiane non potranno distaccare personale italiano in loco: tutte le attività saranno subappaltate ad organizzazioni libiche su cui Aics non avrà un diretto controllo. “Nonostante l’assenza di personale italiano, risulta che Aics non abbia neppure previsto alcun meccanismo di monitoraggio sulla realizzazione degli interventi, così rendendo impossibile assicurare che i fondi pubblici vengano usati in modo corretto ed efficiente, e soprattutto evitare che di essi si avvantaggino milizie o altri soggetti fuori dal controllo del governo libico. Asgi dubita quindi che la decisione del governo italiano di finanziare attraverso Aics progetti in Libia sia stata preceduta da un'analisi del rischio o da una valutazione del possibile impatto degli interventi sul conflitto armato esistente in Libia - spiega la nota -. Vi è infine una questione, più generale, del perché Aics dal 2017 continui a stanziare fondi per interventi in Libia che appaiono più legati alle finalità del noto Memorandum Italia-Libia del febbraio 2017 che al proprio mandato di promozione della pace, della giustizia attraverso uno sviluppo solidale e sostenibile dei popoli e delle persone”.

Per assicurare una corretta spesa del denaro pubblico e di fugare possibili dubbi sul rischio che le ong interessate a partecipare ai Bandi finiscano per contribuire a dinamiche poco trasparenti, Asgi ritiene doveroso chiedere ad AICS di rispondere pubblicamente a cinque domande. Innanzitutto si chiede quale analisi dei bisogni è stata svolta prima di decidere di stanziare denaro pubblico italiano a favore di municipalità libiche, e in che modo questi interventi rientrano nelle finalità statutarie dell’Agenzia di “promozione della pace, della giustizia attraverso uno sviluppo solidale e sostenibile dei popoli e delle persone”?

In secondo luogo, quali verifiche ha effettuato AICS per escludere la presenza di persone afferenti a milizie armate o altri soggetti implicati in attività illecite nel governo locale delle municipalità beneficiarie dei progetti? La terza domanda è quali meccanismi di due diligence AICS intende attuare per assicurarsi che le organizzazioni libiche, a cui sarà interamente affidata l’attuazione delle attività, non contengano al loro interno membri di milizie armate o altri soggetti implicati in attività illecite? E poi: vista la mancanza di personale italiano sul campo, quali precauzioni ha adottato AICS per verificare che i fondi pubblici siano effettivamente impiegati solo per le attività previste e non vengano sviati per altre finalità? Infine: quali meccanismi di monitoraggio e rendicontazione ha predisposto Aics per assicurarsi che il denaro pubblico venga speso in modo corretto ed efficiente?

Asgi invita Aics a inviare la risposta via email, che sarà pubblicata sul sito di Asgi. Infine, proprio nell’ottica di assicurare trasparenza sulla spesa del denaro pubblico, Asgi chiede fin d’ora che Aics renda pubblici i progetti che saranno finanziati, le relative rendicontazioni e i rapporti di monitoraggio. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)