Oltre la ragione assoluta, verso le creature e un mondo nuovo. Le proposte di lettura del mese

Tre proposte editoriali da leggere.

Oltre la ragione assoluta, verso le creature e un mondo nuovo. Le proposte di lettura del mese

Forse proprio l’amore è la possibilità di mediazione tra pensiero umano e ricerca del divino, come scrive Rino Fisichella, arcivescovo e presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, in un testo non recentissimo (è uscito nel 2021) ma assai utile per comprendere cosa ci attende nel dopo Covid, che è stata una prova severa di come l’uomo non possa poggiare esclusivamente sulla fiducia in una scienza unica signora ma neanche su una comunicazione compulsiva e solo apparentemente sincera. Il nodo ligneo è, come accennato nel sottotitolo, un percorso attraverso il rapporto fede-ragione, nel rispetto delle peculiarità e delle differenze, ma anche nella consapevolezza che una ricerca di senso non possa escludere o al contrario assimilare passivamente una all’altra. L’amore, afferma il teologo, “per sua natura spinge all’apertura e al superamento di sé in vista dell’altro”. La completa donazione di sé va oltre la fissazione sui particolari, l’assolutizzazione di una presunta prova, ma anche contro l’abbattimento delle individualità, perché è proprio nell’essere un sé che si sporge verso un altro sé la sostanza dell’amore. Il che comporta la visione della gratuità della scelta di Cristo di offrirsi in olocausto come non un atto di follia o una insensatezza irrazionale per gente inconsapevole, ma come punto di partenza -e di arrivo- del proprio essere qui e ora. Ed è questa la differenza tra uno sguardo teologico e uno puramente filosofico, in cui domina la ricerca di ragioni che non sono, per molti, di origine trascendente. Anche se poi, come Fisichella precisa più avanti, il percorso di molti pensatori è stato guidato da una ricerca che si è poi inoltrata in terre irrigate dalla fede. la presenza di Wittgenstein qui è emblematica, perché giunto alla fine del suo celebre Trattato, sentì che la sua ricerca della sensatezza del linguaggio era terminata e che erano possibili altri percorsi di ricerca, più in profondità nelle pieghe dell’esistenza. Il discrimine tra ricerca del pensiero e quella di Dio è per Fisichella la rivelazione, il che non esclude la possibilità di dialogo tra filosofia e teologia, purchè la ricerca di senso sia tesa alla verità, il che significa anche resistenza alle mode semplificatrici e “alla tentazione di un potere demiurgico sulla natura e sullo stesso essere umano” come nell’enciclica Fides et ratio di Giovanni Paolo II, più volte citata dal teologo.

Rino Fisichella, Il nodo ligneo. Sul rapporto tra fede e ragione, San paolo, 254 pagine, 25 euro.

“Perché sia giusta una guerra, dev’essere guerra di difesa. Una guerra di aggressione non è mai giusta”. Come capita spesso, le parole della profondità umana divengono profetiche, perché queste provengono da un libro edito nel 1948 ma che racconta un lungo cammino di conversione. Si tratta di La montagna dalle sette balze di Thomas Merton, ormai divenuto un classico che qualcuno ha messo addirittura a confronto con le Confessioni di S. Agostino, e che in realtà sembra scritta oggi, perché l’uomo da poco entrato tra i trappisti di Nostra Signora del Getsemani nel Kentucky sta vivendo anni di guerra, quelli del secondo conflitto mondiale, è stato un giramondo, dalla nativa Francia all’Inghilterra, agli Stati Uniti e all’Italia, ha frequentato gli annoiati salotti borghesi e i bar dove i giovani si scambiano battute e ironie stanche su tutto e tutti ed ha subito per un po’ la fascinazione dell’ideologia comunista. Proprio quando il mondo stava precipitando verso la nuova carneficina, l’olocausto e l’atomica su popolazioni inermi. Tutto questo sconvolge il futuro fratel Louis, perché gli fa capire che quella vita di piaceri fuggevoli e di mode del momento non ha più nessun legame con la realtà, la sofferenza, il senso della vita. Frequenta una nobile russa fuggita dalla rivoluzione che si prodiga per la gente di colore di Harlem e, a contatto con quella dimensione, trova uno dei modi di rendere la vita degna di questo nome, anche se lentamente comprende che la sua strada è quella della preghiera, del silenzio e dell’ascolto della parola di Dio. Il che non significa rinuncia ai veri valori del mondo, soprattutto quello della pace e dell’accettazione dell’altro: diverrà infatti uno dei punti di riferimento del pacifismo -era profondamente stimato sia dal Dalai Lama che da Giovanni XXIII- e della generazione che per qualche anno predicò la necessità che l’amore divenisse veicolo di pace e non di conquista individuale. Se si vuole leggere un libro profetico perché sempre attuale nella ricerca inesausta dei segni di Dio, La dantesca Montagna dalle sette balze di Merton è uno di questi.

Thomas Merton, La montagna dalle sette balze (prima ed. 1948), Garzanti, 504 pagine, 22 euro.

Il tesoro di Francesco non è solo il titolo del libro di padre Massimo Fusarelli, dal 2021 ministro generale dell’Ordine dei frati minori, ma il senso profondo di una eredità che ancora oggi ha molto da insegnare e da fruttificare. Perché il mistero che da sempre si aggira sul coraggio di una scelta che lo portò da abbiente a vagabondo esposto al freddo e alla fame, che ha affascinato registi, poeti, scrittori, autori di opere rock e musical, compositori e musicisti (basti pensare a Liszt) è talmente grande da offrire, ancora oggi, concrete possibilità di approccio alla grande crisi che stiamo attraversando. Questa raccolta di testi ce lo dimostra ampiamente: i nuovi popoli in fuga da cambiamenti climatici e guerre, la necessità di una ecologia integrale che sia propositiva nella vita di tutti i giorni e non solo proclami e proteste, l’urgenza, anche questa legata all’ambiente, di una scelta di povertà condivisa che in realtà è ritorno all’essenzialità e al pane comune, sono i nuclei di senso di un libro che non è solo teoria e predicazione, ma consiglio su come avviare il cammino di una vita degna davvero di questo nome. E d’altronde, fa bene padre Massimo a ricordarlo, l’ordine francescano è stato all’avanguardia anche in un quindicesimo secolo in cui l’ascesa della borghesia mercantile aveva portato a delle forti differenziazioni sociali e disparità distributive, attraverso l’intuizione e la concreta realizzazione dei Monti di Pietà. Ma non solo cammino nell’equa distribuzione del cibo e dei beni primari: il dolore e la sofferenza appaiono qui come possibilità di percorso di trasformazione, nel paolino gloriarsi nelle nostre infermità. Lasciarsi “trasformare dalla logica della Croce può annunciare veramente il Vangelo”, anche perché solo in questo modo si può comprendere il dolore degli altri e essere loro di conforto. Un mondo nuovo è possibile, nell’azione e nella contemplazione della vera bellezza, quella delle creature il cui fascino è stato cantato dal Poverello d’Assisi.

Massimo Fusarelli, Il tesoro di Francesco, TS edizioni, 176 pagine, 14 euro.

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Fonte: Sir