Palermo, mascherine solidali per sostenere progetti sociali

A realizzarle l'associazione Un Nuovo giorno insieme al ceramista Nino Parrucca. Il ricavato aiuterà persone con diverse situazioni di fragilità: ex detenuti senza occupazione, detenuti in misura alternativa, donne vittime di violenza

Palermo, mascherine solidali per sostenere progetti sociali

Sono colorate, artistiche e fashion ma soprattutto andranno a chi ne ha bisogno e a tutti coloro che vorranno sostenere, acquistandole, le attività a favore di persone con diverse situazioni di fragilità: ex detenuti senza occupazione, detenuti in misura alternativa, donne vittime di violenza.

Sono le mascherine solidali realizzate dai volontari dell'associazione Un nuovo giorno in collaborazione con il ceramista, il maestro Nino Parrucca. L'associazione no-profit, da sempre impegnata in attività dentro e fuori il carcere Pagliarelli, in questo momento storico in cui a causa della pandemia occorre incrementare i dispositivi di sicurezza, ha deciso, infatti, di attivarsi in questo modo avvalendosi di alcuni ampi locali messi a disposizione gratuitamente dall'azienda Parrucca.

“Essendo stato sospeso per il momento il nostro impegno in carcere – dice Antonella Macaluso, presidente dell'associazione Un nuovo giorno – durante la quarantena mi sono messa in contatto con il maestro Nino Parrucca, nostro partner storico di diversi progetti, per capire quale potesse essere il modo migliore per rispondere ai bisogni della società. La scelta di produrre mascherine non è stata facile perchè solo dopo diverse richieste alle autorità competenti, siamo riusciti a farci autorizzare questo tipo di attività. Considerando che di dispositivi di protezione usa e getta ne occorrerebbero milioni, avvalendoci allora di parecchi scampoli di diverse fantasie, recuperate da alcuni negozi, stiamo realizzando delle mascherine per uso sociale. Abbiamo pensato di fare dei prodotti che mettono insieme il lato artistico ma anche quello tecnico protettivo che è legato all'uso di tessuti idrorepellenti. Inoltre, abbiamo ordinato anche il meltblown, un tessuto filtrante, che dovrebbe arrivare in questi giorni. Ci saranno, quindi, le mascherine in tessuto idrorepellente e altre a cui faremo un taschino in cui si potrà mettere questo tessuto che è il materiale usato per le mascherine dei medici. Ringraziamo con affetto e stima il nostro amico Nino Parrucca per averci dato la possibilità di lavorare tutti insieme all'interno dei suoi locali”.

Le prime cento mascherine che abbiamo prodotto le abbiamo tutte già donate – continua Antonella Macaluso – e altre le doneremo ai detenuti del carcere e a chi ne avrà bisogno. Le mascherine solidali potranno essere acquistate anche da chi vorrà  contribuire a sostenere le spese e tutte le nostre attività sociali. Ricordiamo che tra i nostri volontari ci sono persone ex detenute, detenuti in misura alternativa tramite l'Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna), donne vittime di violenza e volontari arrivati tramite il Cesvop. In questo momento, non avendo una vetrina, contiamo di proporle on line, facendo vedere alcuni modelli ma in futuro pensiamo anche ad un piccolo catalogo. Stiamo valutando anche se inserirci nella piattaforma di e-commerce e poi siamo attivi in città per le consegne a domicilio. Questo piccolo gesto di l'acquisto delle mascherine sarà per noi un grande aiuto”.

“Con l'associazione Un nuovo giorno abbiamo anche svolto dei progetti presso l'istituto dei ciechi - sottolinea il maestro Nino Parrucca -. In particolare, da tempo svolgo lezioni di manipolazione e lavorazione dell'argilla a favore delle persone cieche, ipovedenti e plurisensoriali che in questo momento sono sospese ma che speriamo di riprendere al più presto. Con Antonella Macaluso per il momento abbiamo deciso di portare  avanti questa iniziativa di notevole utilità sociale. Avendo alcuni spazi liberi, ho messo a disposizione gratuitamente alcuni ambienti dove loro stanno iniziando a lavorare. Diversamente da queste che hanno una finalità prevalentemente sociale, per il futuro anche noi produrremo insieme a loro, non appena arriveranno le attrezzature adatte, anche una linea di mascherine con il nostro marchio”.

Diversi sono i volontari che prestano la loro opera. “Quello che sto facendo mi entusiasma tantissimo – racconta soddisfatta Monica -. Considerato che le mascherine oltre a venderle, le doneremo, dare una mano per chi ha bisogno mi riempie di gioia, facendomi stare veramente bene. Quando si poteva, ho fatto volontariato anche in carcere e oggi sono impegnata in tutte le iniziative dell'associazione anche in quella con la protezione civile per la distribuzione della spesa. Donarsi agli altri è la ricchezza più grande che abbiamo”.

“Sono contento di dare un supporto tecnico a questa attività - aggiunge E. che sta facendo volontariato, invece, come misura alternativa a completamento della pena -. Si è creato, finora, tra di noi un bel clima in cui siamo tutti sereni ed è davvero piacevole spendere alcune ore del tempo in questo servizio”.

“In questo periodo che ho molto tempo a disposizione, tramite il Cesvop mi sono avvicinata a questa associazione - spiega pure Marina -. Il centro di volontariato mi ha dato, infatti, gli indirizzi di varie realtà che ho valutato. Alla fine, ho scelto di fare servizio presso questa associazione dove sto imparando a fare cose che mi piacciono”.

Tra le attività l'associazione Un nuovo giorno ha attivato, dopo la pandemia, c'è anche la linea di ascolto e supporto telefonico “Ascoltiamo-ci... insieme” che si avvale delle competenze di due psicologhe e due assistenti sociali. Il servizio, disponibile al numero mobile 350 165 4359 viene svolto lunedì, mercoledì e venerdì dalle 16 alle 19 e martedì e giovedì dalle 9 alle 12.

Serena Termini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)