“ParadEIS” per le strade di Berlino. Se la nostra fede fosse un tipo di gelato, che sapore avrebbe?

L’arcidiocesi di Berlino a quanti si sono fermati all’”himmlische Eistruck” (il celestiale carretto dei gelati) ha offerto gratuitamente il “ParadEIS”, il gelato (che in tedesco si dice ‘Eis’) del paradiso.

“ParadEIS” per le strade di Berlino. Se la nostra fede fosse un tipo di gelato, che sapore avrebbe?

“Cono o coppetta?”. In estate il gelato è uno dei cibi più amati e desiderati da tutti, indipendentemente dall’età. Perché rinfresca e addolcisce le spesso torride giornate estive. E in più nutre, particolare questo che fa chiudere un occhio anche a chi, generalmente, è più attento alla linea.

C’è chi ama i gusti alla crema, chi quelli alla frutta. Tutti, indipendentemente dall’età, siamo rimasti anche quest’anno col naso all’insù, in estatica contemplazione dell’elenco dei gusti affisso sulle pareti delle gelaterie e a tutti è capitato almeno una volta di essere catturati dall’ipnotica visione delle soffici volute di gelato nelle vaschette del banco frigo. E tanti, dopo aver sciolto all’amletico quesito “cono o coppetta?”, non sono riusciti a resistere e hanno completato quella dolce pausa rinfrescante con un bel ciuffo di panna montata.

In queste settimane di agosto, per le vie di Berlino, si è potuto gustare un gelato speciale. Dall’11 al 22 agosto, prima nella capitale tedesca e poi a Postdam e sull’isola di Rügen l’arcidiocesi di Berlino a quanti si sono fermati all’”himmlische Eistruck” (il celestiale carretto dei gelati) ha offerto gratuitamente il “ParadEIS”, il gelato (che in tedesco si dice ‘Eis’) del paradiso.

L’insolito progetto è stato lanciato dalla pastorale cittadina dell’arcidiocesi tedesca. “L’idea era quella di entrare in dialogo con le persone – spiega l’assistente pastorale Carla Böhnstedt – e scoprire insieme come la fede ha un sapore e come dovrebbe avere un sapore”.

“Nella Germania dell’Est – prosegue Böhnstedt – l’80% della popolazione non appartiene a nessuna comunità religiosa. Tra i vari atteggiamenti verso la vita, la fede è diventata una decisione personale, di ciascun individuo”. Da qui è nata una riflessione su come la Chiesa poteva proclamare oggi la speranza del messaggio cristiano in una società secolarizzata e in quale modo potesse comunicarlo alle persone, così da renderlo concreto nella vita di tutti i giorni.

Per un giorno anche l’arcivescovo di Berlino, mons. Heiner Koch, è stato impegnato all’”himmlische Eistruck” nella distribuzione dei gelati ai passati.

Del progetto del ParadEIS, “Made in Haven, frisch und fromm” si è parlato in queste settimane sui social media così come sul web.

“La vita è una gelateria – scrive sul sito dell’arcidiocesi di Berlino la giornalista Hanna Buiting –. Aperta tutto l’anno. Quando si entra suona una campanella e qualcuno dice: ‘Benvenuto, cosa posso offrirti?’. E poi si preme il naso contro il vetro del lungo bancone con le tante varietà. E consideri e ponderi, e sei grato quando qualcuno ti chiede: ‘Che ne dici di un cucchiaio da degustazione?’. E tu annuisci e ne prendi una cucchiaiata, lasciandolo sciogliere sulla lingua. E poi può accadere che qualcosa abbia un sapore diverso dal previsto e si fa la faccia storta. Oppure è una cucchiaiata del tuo cibo preferito che ti riempie non solo lo stomaco, ma soprattutto la tua anima. E tu dici: ‘Ne vorrei ancora un po’’. E qualcuno risponde: ‘Nessun problema, questo lo offre la casa’. E alla fine si esce dalla gelateria con passi euforici e la convinzione che ti spinge a dire: ‘Sono contento di aver provato’”.

All’”himmlische Eistruck” non veniva offerta la tradizionale scelta tra vaniglia e cioccolato o fragola e limone.

Per questo progetto, la gelateria berlinese “Süße Sünde” (dolci peccati) – partner dell’arcidiocesi insieme ad altre associazioni locali, come il “Bonifatiuswerk” dei cattolici tedeschi e dall’associazione “Andere Zeiten” di Amburgo – ha creato in esclusiva tre nuovi gusti di gelato biologico. I passanti hanno potuto scegliere tra “Wagemut” (audace), “Trostgold” (consolazione d’oro) e “Aroma amor”. A ciascun passate poi il compito di scoprire gli ingredienti usati per realizzare i tre nuovi gusti. Da qui la domanda: se la nostra fede fosse un tipo di gelato, che sapore avrebbe? “Una domanda insolita, certo – commenta Böhnstedt – quella che abbiamo proposto in questo nostro progetto estivo. L’obiettivo è quello di scoprire cosa è essenziale per la fede e quale ingrediente di base non deve mai mancare. Con interesse e curiosità abbiamo ascoltato le risposte della gente”.

In quest’ultimo scampolo di estate 2021, magari degustando un buon gelato artigianale, anche ciascuno di noi può chiedersi: se la mia fede fosse un tipo di gelato, che sapore avrebbe?

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir