“Per i miei colleghi”. Youssef non ha dimenticato chi lo ha accolto lo scorso anno

Nel 2020 nove altoatesini hanno fondato l’associazione “housing first bozen – EO” che, attraverso una rete di cento volontari, gestisce il Dormizil, un edificio a tre piani che si trova in via Renon, nei pressi della stazione ferroviaria dove, da novembre 2021 a maggio 2022, 25 persone senza fissa dimora hanno potuto trovare un letto e una colazione calda.

“Per i miei colleghi”. Youssef non ha dimenticato chi lo ha accolto lo scorso anno

L’inverno non è una stagione semplice. Soprattutto per chi si ritrova a trascorrere la notte all’addiaccio. A Bolzano, quest’anno, si calcola saranno circa 130 persone. Ci sono i dormitori organizzati dal Comune, ma non sono sufficienti.
Per dare una risposta concreta all’emergenza freddo, che torna puntuale ogni anno, nel 2020 nove altoatesini hanno fondato l’associazione “housing first bozen – EO” che, attraverso una rete di cento volontari, gestisce il Dormizil, un edificio a tre piani che si trova in via Renon, nei pressi della stazione ferroviaria dove, da novembre 2021 a maggio 2022, 25 persone senza fissa dimora hanno potuto trovare un letto e una colazione calda.

Youssef è uno degli ospiti del Dormizil. Lo scorso inverno il Dormizil è stata per sei mesi la sua casa. Arrivava attorno alle 19 e ripartiva il mattino verso le 8.30, dopo aver fatto colazione. Così come fanno abitualmente tante persone che escono di casa la mattina presto per recarsi sul posto di lavoro e rincasano la sera all’ora di cena.

Al Dormizil Youssef ha trovato non solo un letto dove dormire. Al Dormizil si è sentito davvero “a casa”. Quando la struttura a maggio, con l’arrivo della bella stagione, ha chiuso i battenti, Youssef ha trovato ospitalità in un appartamento di transizione, messo a disposizione durante i mesi estivi da una generosa famiglia del capoluogo altoatesino. Nel frattempo si è rimboccato le maniche e ha cercato un lavoro. Lo ha trovato in una cooperativa di frutta. Ha conseguito anche la patente di guida per i carrelli elevatori e sta lavorando sodo per costruirsi un futuro in Alto Adige. Da qualche tempo si è trasferito in un appartamento a Bolzano, che gli è stato affittato da una persona generosa a prezzo calmierato.

Per Youssef, la stagione invernale ormai alle porta si annuncia meno rigida. Ma lui non ha dimenticato chi lo ha accolto lo scorso anno, così come non ha dimenticato chi, come lui, ha trovato nel Dormizil una casa.

A fine ottobre, come raccontano i volontari del Dormizil sulla pagina Fb della struttura, Youssef è tornato al civico 25 di via Renon. Ha fatto un po’ di fatica a suonare il campanello, perché aveva le mani occupate. I volontari che gli hanno aperto lo hanno trovato lì, sull’uscio, con una cassa di mele appena raccolte. “Für meine Kollegen (queste sono per i miei colleghi)”, ha detto.

Youssef non è l’unico ospite del Dormizil che è riuscito a gettare le basi per un futuro stabile in Alto Adige. C’è anche Aoun. In questi mesi è riuscito a trovare un lavoro e va a scuola. Anche Aoun è tornato a suonare il campanello della struttura di via Renon. Ad aprirgli la porta ha trovato Irmi Kröss, una delle volontarie che ha imparato a conoscere lo scorso inverno. A lei, così come a tutti i volontari del Dormizil, Aaron è tornato per dire “grazie, grazie per l’umanità e il sostegno”. Basta osservare il suo volto sorridente nella foto pubblicata sulla pagina Fb del Dormizil per capire che per lui l’inverno ormai alle porte sarà decisamente meno freddo.

Il Dormizil ha riaperto i battenti lo scorso 17 ottobre. Fino al 15 aprile del prossimo anno si farà “casa” per 25 persone (uomini e donne) senza fissa dimora, che provengono da 13 Paesi differenti.

Poi, con l’arrivo della primavera l’edificio che ospita il Dormizil – che ha diversi anni e che necessità di urgenti lavori di manutenzione – verrà completamente ristrutturato. “Il Dormizil diventerà una struttura a lungo termine per i senzatetto – spiega Paul Tschigg di ‘housing first bozen’ –. Verranno realizzati 9 miniappartamenti destinati ad altrettante persone senza fissa dimora. Gli alloggi saranno messi a loro disposizione a lungo termine. “Il contratto è incondizionato – prosegue Tschigg –. Una volta trasferite nell’appartamento, queste persone potranno affrontare uno per uno i loro problemi, come la dipendenza o una malattia psichica. Saranno accompagnati dai servizi sociali attivi sul territorio, ma anche da volontari. Verranno accolte persone che vivono in strada da molto tempo, che non hanno una residenza, che sono cittadini italiani o hanno un permesso di soggiorno di lunga durata in Italia. Potranno abitare persone che non hanno diritto ad un alloggio sociale o ad un sostegno perché non entrano nei criteri della pubblica amministrazione e non hanno modo di ottenere i loro diritti fondamentali. A seconda del loro reddito, devono pagare un contributo alle spese. Non possono essere ammesse persone con gravi malattie mentali, psichiatriche o fisiche o con necessità di assistenza”. Nel sottotetto del rinnovato Dormizil ci sarà anche un appartamento di transizione, dove vengono messi a disposizione cinque letti per senza fissa dimora che si trovano in situazioni di emergenza. “I senzatetto della città – aggiunge Tschigg – potranno usufruire di docce e lavatoi che saranno ricavati nel seminterrato del nuovo dormitorio. Per aprire, inoltre, la casa alla città al piano terra ci sarà una sala eventi che potrà essere utilizzata per incontri o iniziative di socializzazione. Il giardino, infine, sarà accessibile a tutti”.

La ristrutturazione del Dormizil costerà 1,3 milioni di euro. Per raccogliere i fondi “housing first bozen” chiede l’aiuto di tutti, a partire da aziende e privati, che possono contribuire con la donazione di materiali, manodopera, idee e offerte. Sono stati predisposti anche dei pacchetti: si va dai 30 euro per un mattone, ai 1.500 euro per un metro quadro di edificio ristrutturato. L’impegno economico è notevole ma i componenti di “housing first bozen” contano sulla generosità degli altoatesini. “Ogni donazione, anche la più piccola, è la benvenuta”, affermano. E per ringraziare i donatori, è stato ideato il “dormiKEY”, un portachiavi in legno, che sarà realizzato dalla cooperativa sociale gwb, che ha come obiettivo quello di migliorare la qualità di vita di persone diversamente abili o affette da disturbi psichici.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir