Più ragazze nelle discipline scientifiche: la sfida degli Alumni della Galileiana

Si è svolta interamente on-line a causa delle norme anti-Covid, ma non per questo è stata meno selettiva, la seconda edizione della Summer Stem Academy, il corso estivo per studenti usciti dal quarto anno delle superiori organizzato dagli Alumni della Scuola Galileiana, che hanno voluto così intervenire sul gender gap nelle materie Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics). 

Più ragazze nelle discipline scientifiche: la sfida degli Alumni della Galileiana

Dal 31 agosto al 4 settembre, venti ragazzi provenienti da dieci diverse regioni italiane hanno partecipato ad una full immersion di cinque giorni con lezioni interattive tenute da docenti under35. La summer school ha raddoppiato alcuni corsi rispetto all’edizione 2019 e previsto un modulo didattico specificatamente dedicato alle soft skills.

L’idea nasce dalla volontà degli ex allievi della Scuola Galileiana di Studi superiori di trasmettere ai più giovani la loro passione per il sapere. «Quello che ci accomuna – spiega Marika Babetto, vicepresidente dell’associazione Alumni, responsabile del progetto – è aver avuto l’opportunità di studiare in un ambiente molto stimolante, scambiando opinioni su varie discipline con persone diverse. E’ stato quindi naturale voler trasmettere ai ragazzi un po’ di quell’amore per imparare. Finora le nostre iniziative hanno coinvolto circa 4mila ragazzi. Ma ci siamo accorti che nonostante l’unico criterio per essere ammessi alla scuola di eccellenza sia il merito, nella classe di scienze naturali la presenza delle ragazze è molto ridotta».

Uno degli obiettivi della Summer Stem Academy è pertanto colmare questo gap. I dati, anche a livello occupazionale, fanno riflettere. L’Italia è al 76esmo posto nella classifica del Global gender gap report, che fotografa la situazione della parità nei vari paesi del mondo. «Riteniamo – prosegue Babetto – che l’Italia sia penalizzata dalla scarsa partecipazione femminile alla vita economica e che questa sia un’occasione mancata per il nostro Paese. Da questo nasce l’idea di una summer school che stimoli l’interesse verso le materie tecnico-scientifiche e una riflessione sulla parità di genere.

Siamo convinti dell’importanza di quelle che chiamiamo soft skills, perché sappiamo che una società con più inclusività e diversità non è una società più semplice in cui vivere. Se vogliamo spingere verso una società più inclusiva dobbiamo essere più bravi nell’imparare ad ascoltare gli altri, a comprenderli e a comunicare con loro, dobbiamo essere aperti a chi è diverso per background, cultura, aspirazioni, genere e anche per idee».

Durante l’evento conclusivo della Summer Stem Academy (che si può seguire sul canale YouTube dell’associazione Alumni della Scuola Galileiana) è stato presentato un video preparato dai tutor sull’attività svolta nei cinque giorni di full immersion, al quale è seguita una tavola rotonda con tre testimoni d’eccezione, tre donne impegnate ciascuna a diverso titolo a favore della parità di genere e della presenza delle donne nel mondo del lavoro e della ricerca. La professoressa Paola Marigo, del Dipartimento di Fisica e Astronomia Galileo Galilei e vicedirettrice della Scuola Galileiana, ha sottolineato la necessità, che emerge in maniera sempre più evidente, «di orientare i giovani verso scelte consapevoli per il loro futuro e abbattere gli stereotipi sulle scienze Stem. E’ un percorso che dev’essere avviato già dalle scuole elementari». Lo dimostra l’esiguità della componente femminile tra gli iscritti alle materie scientifiche all’università di Padova.

E’ intervenuta quindi Barbara Falcomer, imprenditrice e direttrice di Valore D, associazione di imprese (attualmente 200) che da anni si impegna per l’equilibrio di genere nell’impresa.

«Le aziende – ha osservato – incoraggiano la diversità non solo per ragioni etiche, ma anche per il valore economico che dalla diversità deriva. I ragazzi di oggi non sentono il gender gap, ma se ne accorgono quando entrano nel mondo del lavoro. Le donne si rendono conto di non avere le stesse opportunità. Al primo impiego il loro stipendio medio è inferiore del 15% a quello dei loro colleghi. In Italia scontiamo un ritardo culturale. Mi piacerebbe che le generazioni di oggi oltre che digital native siano anche inclusive native».

Il divario di genere nelle retribuzioni non esiste nella pubblica amministrazione, dove acquista aspetti diversi, come ha sottolineato l’assessora alle risorse umane del Comune di Padova Francesca Benciolini. «Il profilo giuridico amministrativo – ha affermato – non è l’unico in grado di supportare il lavoro nella pubblica amministrazione, dove c’è sempre più bisogno di competenze e profili diversi. E’ una grande sfida. Spingere perché anche le ragazze che accedono a questo tipo di lavoro continuino a sviluppare competenze come quelle che danno le Stem è importante per fare un passaggio culturale: quello di vedere l’ente pubblico non solo come erogatore di documenti, ma come ente capace di ascoltare i cittadini e di fornire risposte non standardizzate».

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