Povertà, minori, anziani... le parole del 2020

"Furbetti" e "poveri meritevoli". Bambini e adolescenti "invisibili", dopo la stagione da protagonisti del Fridays for Future. "L'emergenza nell'emergenza" degli anziani. Un servizio civile che ha saputo “ripensarsi”. Come abbiamo raccontato questo anno segnato dalla pandemia? Come è cambiato il linguaggio sul sociale? L'analisi degli esperti e le "parole del 2020”

Povertà, minori, anziani... le parole del 2020

Come abbiamo raccontato questo anno segnato dalla pandemia? Come è cambiato il linguaggio sul sociale? Lo abbiamo analizzato, tema per tema, con gli esperti del settore.  Ecco “le parole del 2020”

POVERTA’. In 2020 è l’anno dei "furbetti" e dei "poveri meritevoli". Mai come in quest’anno, nella percezione della povertà, si è allargato il divario tra poveri, imbroglioni o sdraiati sul divano. A farne le spese, però, è anche la reputazione delle misure strutturali. E mentre si pensa agli adulti, i minorenni in povertà diventano gli “invisibili” della pandemia. L’analisi della sociologa Chiara Saraceno: "Serve un pensiero strategico".

IMMIGRAZIONE.  Immuni, untori, sempre invasori. All’inizio della pandemia si sono diffuse diverse fake news sul legame tra coronavirus e popolazione straniera: dalla bufala sulla presunta immunità al pericolo contagio. L'analisi del linguista Federico Faloppa: “Comunicazione spesso ambigua e difficoltà di veicolare informazioni essenziali. Sul piano linguistico ancora molto da fare”

MINORI. “Vittime”, “untori”, mai soggetti di diritto. Con la pandemia, i bambini e gli adolescenti sono diventati invisibili. E non sono mai stati presi in considerazione nelle decisioni che li riguardavano. Arianna Saulini, coordinatrice del Gruppo Crc, e Stefano Laffi, ricercatore sociale, spiegano com’è cambiata la rappresentazione delle giovani generazioni, dal Fridays for Future a oggi.
CARCERE. "Morti", "populismo penale", "buttate via la chiave" e "cambiamento": ecco i termini che meglio descrivono gli ultimi 12 mesi secondo il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale Mauro Palma. E poi l'emergenza covid, tra sovraffollamento e le rivolte di marzo:  “Lo storytelling  risente sempre della necessità di non analizzare a fondo i fenomeni perché questi inevitabilmente proietterebbero interrogativi sulla nostra complessiva società e sulla tipologia dei rapporti al suo interno".

ANZIANI. Dalla "sottovalutazione" del rischio all'"emergenza". Il bilancio di Costanzo Ranci, coordinatore del Laboratorio di politiche sociali del Politecnico di Milano, sull'anno terribile per la categoria di persone più colpite dal virus. “Siamo ancora in una situazione di emergenza nell'emergenza”

SERVIZIO CIVILE. “Fondi”, “riforma”, “Covid-19”: sono le parole che più di tutte hanno raccontato il Servizio civile universale in questo 2020. La pandemia ha segnato profondamente il sistema, portandolo a una sospensione quasi totale tra marzo e metà aprile, in pieno lockdown, per poi progressivamente ripartire: a fine anno il 98% dei giovani operatori volontari sono tornati in servizio attivo, in 12.471 sedi, soprattutto grazie alla rimodulazione di molte attività “da remoto” o “mista” piuttosto che “sul campo”. Un servizio che dunque “non si è fermato” ma ha saputo “ripensarsi”. Forte il richiamo alla stabilizzazione economica.
GLI HASHTAG (CHE DIMENTICANO GLI ULTIMI). Nell’era dei social era inevitabile trovare un hashtag che invitasse tutti i cittadini, in piena pandemia, a rispettare le regole. E così che è nato #iorestoacasa, uno dei tanti decreti che hanno caratterizzato il 2020. Ma è bastato poco per capire che forse non tutti potevano permetterselo e così, nel giro di qualche ora, è circolato il contro-hashtag  #vorreirestareacasa.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)