Premio Colomba d'oro per la pace: ecco i vincitori

Per l'informazione selezionati Giulia Bosetti, l'Investigative Reporting Project Italy e Francesca Mannocchi. A Alidad Shiri e Amani El Nasif il premio internazionale. A Roma la premiazione il 13 ottobre della 27esima edizione, dedicata ai conflitti nel Sud del mondo 

Premio Colomba d'oro per la pace: ecco i vincitori

Giunge alla 27° edizione il Premio Colombe d'oro per la pace, organizzato da Archivio Disarmo con il sostegno delle cooperative aderenti a Legacoop. Il tema di quest'anno sono i conflitti che aggrediscono il Sud del mondo, in particolare il Medio Oriente, afflitto da violenza politica, assenza di democrazia e violazioni dei diritti umani. Il prossimo 13 ottobre la premiazione a Roma: il riconoscimento viene assegnato ogni anno a personalità del mondo dell'informazione che si sono distinte nel far conoscere casi virtuosi di gestione nonviolenta dei conflitti e che si sono fatte portatrici di ideali di empatia, solidarietà e dialogo.

A ritirare il riconoscimento per l'informazione Giulia Bosetti, inviata e co-autrice di numerose inchieste della trasmissione televisiva Rai “Presadiretta”, che ha curato l'inchiesta sul business delle esportazioni italiane di armi. “La dittatura della armi – ha dichiarato la Bosetti - è uno Stato a sé, uno Stato trasversale che si mette al servizio del profitto e sfugge alle leggi nazionali e sovranazionali. Con il mio lavoro ho cercato di dare voce a chi lotta per i diritti umani calpestati come Patrick Zaki e a chi ha perso la vita come Giulio Regeni, in Egitto, in Kurdistan, in Yemen; a loro voglio dedicare questo premio e il suo importante messaggio di pace.” Premiato poi l'Irpi, Investigative Reporting Project Italy, il primo centro di giornalismo investigativo non profit italiano che realizza inchieste indipendenti su mafie, corruzione, ambiente e diritti umani. A ritirare il premio saranno Lorenzo Bagnoli e Giulio Rubino, membri del consiglio direttivo di IRPI, che dichiarano: “Sapere di rappresentare valori come pace e nonviolenza è il miglior attestato di stima che potessimo chiedere. IrpiMedia, la nostra testata, è online da un anno e mezzo e sapere che tra il pubblico possiamo contare su una comunità come quella di Archivio Disarmo ci fa da stimolo per continuare con il nostro impegno.” La terza premiata è Francesca Mannocchi, giornalista e documentarista che collabora da anni con testate nazionali ed estere occupandosi di migrazioni e di conflitti mediante reportage e video delle aree di crisi. “Ricevere questo premio è un onore e una responsabilità – ha affermato la Mannocchi - Soprattutto in mesi come questi durante i quali, una volta ancora, siamo di fronte al costo delle guerre e al paradosso dei costi del cessate il fuoco. È il caso dell'Afghanistan, dove il prezzo della calma apparente è il sacrificio dei diritti per giovani donne, ragazzi, attivisti e cittadini comuni, di nuovo ostaggio di un regime oscurantista. Un premio come questo mi rammenta la funzione prima del nostro mestiere: l’esercizio della critica. Il tentativo, talvolta fatto di inciampi, di non fermarci alla mera cronaca degli eventi ma cercare di unire i puntini nel tempo e nello spazio.”
 La giuria ha inoltre assegnato due Colombe d'oro internazionali. Una a Amani El Nasif, ragazza di Bassano Del Grappa di origine siriana che all'età di 16 anni è stata segregata per tredici mesi perché promessa sposa ad un cugino. Ora scrive e testimonia del problema dei matrimoni forzati. “Durante tutti questi anni – racconta El Nasif – quando incontravo i ragazzi nelle scuole, le persone alle presentazioni nelle città e librerie di tutta Italia, mi domandavo quanto il mio messaggio, la mia battaglia germogliasse dentro loro.  Oggi, so che ho raggiunto più cuori di quanto potessi immaginare. Questa battaglia è di tutti noi, non solo di chi vive queste esperienze così drammatiche in prima persona. Il cambiamento lo facciamo assieme, quando anche voi parlerete di questa esperienza, di aggrapparsi alla vita lottando contro un destino contro ogni principio morale.”

L'altro premio internazionale è stato assegnato a Alidad Shiri, un giovane afgano che dopo un'interminabile fuga durata quattro anni, è riuscito ad arrivare in Italia, dove ora studia. “Sento questo riconoscimento - afferma Shiri - come un incoraggiamento non solo per me, ma per tanti e tante, uomini e donne, che non solo in Afghanistan, ma in giro per il mondo, combattono con la cultura della nonviolenza, contro i fondamentalisti di ogni tipo che distruggono invece di salvare le vite. Io sono frutto delle molte persone che mi hanno accompagnato nel lungo cammino di formazione che mi ha portato ad una nuova vita e ad una rinascita oltre i miei sogni.”

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)