Produzione agricola sempre strategica. Il nuovo anno inizia con i problemi del vecchio

Il 2021 inizia con circa 4 milioni di italiani che sono stati costretti a chiedere aiuto per mangiare a Natale e a Capodanno.

Produzione agricola sempre strategica. Il nuovo anno inizia con i problemi del vecchio

Agricoltura strategica. Agricoltura importante. Nonostante la pandemia, anzi, soprattutto a causa della pandemia. L’Italia in questi mesi pare aver riscoperto il ruolo e il significato della produzione alimentare e agricola in particolare. Cosa buona, che va valorizzata e sostenuta. A partire naturalmente dalle risorse messe a disposizione, ma anche da una politica attenta ad un’attività – quella agricola – per troppo tempo posta in secondo piano.

Le risorse, dunque, e quindi la legge di bilancio. Il provvedimento approvato dal parlamento pochi giorni fa prevede oltre un miliardo di euro destinato all’agricoltura vista, ha dichiarato la ministra Teresa Bellanova, come un “ponte verso la strategia del piano nazionale di ripresa e resilienza”. Che, detto in parole semplici, significa maggiore attenzione alle funzioni del settore per tutto il Paese e non solo strettamente per la produzione alimentare.  Una nota del ministero spiega che tra gli obiettivi da raggiungere ci sono il “potenziamento delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura con la nascita di un fondo ad hoc”; ma si sottolinea anche il “rinnovato slancio” dedicato “alle imprese condotte da imprenditrici agricole e alle start up giovanili per favorire il radicamento delle nuove generazioni in agricoltura e favorire la crescita e lo sviluppo delle imprese condotte da donne”. Poi ci sono interventi puntuali come la conferma dell’esenzione Irpef per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali anche per il 2021, il rifinanziamento del Fondo di solidarietà per gli interventi assicurativi, il rifinanziamento del Programma triennale della pesca e dell’acquacoltura, ma anche la proroga del cosiddetto “Bonus verde” per città sempre più green. Rimpinguato anche il Fondo Emergenze Alimentari con un investimento per il 2021 di ulteriori 40 milioni.

Soldi, quindi, e tutto sommato molti. Che adesso dovranno essere ben spesi. Tenendo in particolare conto che anche il comparto agricolo ha chiuso il 2020 sopportando tutti i contraccolpi della pandemia sia in termini di esecuzione dei lavori di raccolta e preparazione dei terreni, ma anche per quanto riguarda gli andamenti di mercato e gli effetti delle “chiusure” delle strutture dedite alla ristorazione e all’accoglienza. E tenendo anche in buon conto i movimenti dei grandi scambi alimentari internazionali.

Da questo punto di vista, la vicenda del contenzioso relativo a Brexit (risolto all’ultimo minuto), dice molto sui rischi che il comparto della produzione agricola può correre. Se poi si aggiunge la vicenda dei dazi tra Usa ed Europa, misure che colpiscono notevolmente proprio le produzioni agricole e agroalimentari, si capisce quanta strada occorra ancora compiere prima di arrivare ad avere mercati internazionali che rispettino le peculiarità delle singole aree ma anche le regole basilari di sicurezza alimentare.

Certo, il cambio di amministrazione Usa potrebbe fare la differenza. In gioco c’è molto. E occorre che i governi, non solo quello italiano, prestino grande attenzione a quanto potrà accadere nelle prossime settimane. “Gli Stati Uniti sono il primo mercato di sbocco fuori dalla Ue per il Made in Italy agroalimentare con un fatturato annuale che sfiora i 5 miliardi di euro”, ha ricordato qualche giorno fa Confagricoltura aggiungendo: “Nel complesso, le esportazioni italiane si attestano attorno a 45,5 miliardi”.

Oltre ai grandi scambi mondiali nei quali i prodotti agroalimentari italiani sono da sempre in prima fila, è necessario però ricordare sempre il ruolo fondamentale dell’agricoltura: produrre cibo per tutti. Così, Coldiretti ha riportato tutti alla realtà dei fatti di casa nostra. L’organizzazione agricola ha infatti sottolineato: “Il 2021 inizia con circa 4 milioni di italiani che sono stati costretti a chiedere aiuto per mangiare a Natale e a Capodanno, un numero praticamente raddoppiato rispetto al 2019”. Il dato non è campato per aria ma è stato stimato dai coltivatori diretti sulla base dell’ultimo rapporto di attuazione sugli aiuti alimentari distribuiti con il fondo di aiuto agli indigenti (Fead) relativo al periodo 1994-2020. “Si tratta – è stato spiegato -, della punta dell’iceberg della situazione di difficoltà in cui si trova un numero crescente di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia”. Ogni ragionamento sui destini della produzione agricola nazionale, deve tenere conto anche di questa realtà.

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Fonte: Sir