Progetto "Bassa Punto". Dare radici ai giovani

"Bassa punto" è il primo piano d’intervento in materia di politiche giovanili finanziato dalla Regione Veneto e sostenuto da una rete di 29 Comuni della Bassa Padovana. Un progetto corposo e carico di molteplici significati, potenziale incubatore di buone pratiche in rete rivolto ai giovani e realizzato dai giovani stessi.  

Progetto "Bassa Punto". Dare radici ai giovani

Li ritroviamo sistematicamente in grassetto o a caratteri cubitali su volantini o poster durante le settimane che precedono le campagne elettorali, locali o nazionali che siano. Giovani, futuro e territorio sono tre argomenti delicati che aspiranti governatori si rimpallano puntualmente, ma che si svuotano presto dei toni propagandistici. Ma a sud di Padova, invece, dallo strillonaggio si è passati ai fatti: “Bassa Punto” è il primo piano d’intervento in materia di politiche giovanili finanziato dalla Regione Veneto e sostenuto da una rete di 29 Comuni della Bassa Padovana.
Un intervento corposo e carico di molteplici significati: dai 3 mila abitanti di Vo’ agli appena 600 di Barbona, dai centri più articolati come Monselice, Montagnana o Este, il progetto è un potenziale incubatore di diverse buone pratiche in rete: «È un unicum perché coinvolge per la prima volta le 29 amministrazioni dello stesso territorio che, fino a questo momento, hanno lavorato nel loro piccolo guardando il proprio perimetro – afferma Andrea Parolo, vicesindaco e assessore alle politiche giovanili di Monselice, Comune capofila del progetto – Possiamo parlare di un salto di qualità perché c’è finalmente un progetto con i giovani e per i giovani tra i 15 e i 29 anni, un modo per dialogare tra realtà comunali differenti e anche una sfida, perché si cerca di uscire dai campanilismi portando a conoscerci, muovendoci e spostandoci».

Una nuova governance locale?
Per “Bassa Punto” sono stati stanziati complessivamente poco più di 83 milioni di euro, di cui circa 66 milioni finanziati dalla Regione e il restante cofinanziato dai 29 Comuni aderenti. Alla base, l’impegno delle amministrazioni di ribaltare la tendenza dei giovani di cercare occupazione e fortuna altrove, un’emorragia che ormai coinvolge il Veneto e, in particolar modo, l’area meridionale di Padova che si sta progressivamente svuotando. Dal 2009, rileva il Cna di Este, la Bassa ha perso 3.122 imprese, l’11,7 per cento, un numero doppio rispetto al 6,2 per cento di tutta la provincia padovana.
Con questo progetto si vuole dare ai ragazzi la possibilità di esprimere qui il loro potenziale, mettendoli nelle condizioni ottimali per avviare progetti culturali e offrendosi da volano per le loro idee e imprese sociali. Realizzando se stessi nei medesimi perimetri in cui sono cresciuti, partendo dal basso, concretamente, ascoltando e interfacciandosi con le varie associazioni e realtà del territorio, un laboratorio o prototipo di un nuovo modello di governance, magari replicabile in altri ambiti: «Siamo partiti dal sociale – aggiunge Andrea Parolo – e ci siamo accorti delle difficoltà che ci sono in alcuni comuni che o non sono abituati a trattare politiche giovanili o non avevano risorse umane necessarie per attuare programmi. Il dialogo, che ha coinvolto uffici e amministrazioni con continue chiamate tra referenti e collaborazioni reciproche, ci fa capire che questo territorio ha la capacità di mettersi in gioco e siamo in grado di rispondere ai fabbisogni dei cittadini, di tutti i cittadini».

I tre percorsi
Il piano, iniziato ufficialmente ad aprile e della durata di un anno, si articola lungo tre differenti percorsi che ricalcano altrettante aree d'intervento: dallo scambio generazionale con “Bassa up to date”, alla prevenzione del disagio giovanile con “Bassa device” passando per la promozione di laboratori di creatività con “Bassa concept corner”.
“Bassa up to date”, dedicato allo scambio generazionale, parte dallo slogan “fare il futuro con il passato”, dalla preziosa conservazione di memoria e dell’iconico e glorioso artigianato di quest’area. Attraverso la raccolta di materiale fotografico e filmati che raccontano la vita dagli anni ’50 agli anni ’80, si vuole creare il primo archivio digitale di memoria collettiva della Bassa che sarà istituito all’interno di villa Pisani di Monselice. Raccogliendo e digitalizzando reperti che appartengono alle famiglie e alla tradizione locale, i giovani avranno modo di ascoltare storie di agricoltori, bottegai, piccoli imprenditori per poter poi rilanciare le sorti, anche economiche, del proprio territorio e, perché no, riappropriandosi di quelli che erano i mestieri di una volta, attualizzandoli e modellandoli in future imprese creative.
Il secondo percorso, “Bassa concept corner”, è focalizzato sul lancio di nuove attività culturali e sociali. Quattro date lunghe tre giornate, dal venerdì alla domenica: si parte il 7, 8, 9 settembre a Merlara, poi Vo’ il 28, 29, 30 dello stesso mese; successivamente a Granze il 26, 27, 28 ottobre per chiudere direttamente nel 2019, dall’8 al 10 marzo a Cartura. In ogni tappa ci sarà la fiera dei giovani creativi finalizzata a valorizzare le competenze come opportunità di rigenerazione e sviluppo dei territori. Oltre a performance teatrali e a talk con ragazzi che sono riusciti a realizzare il loro sogno nel luogo esatto in cui sono nati e cresciuti, particolarmente interessante è la sfida di gruppi creativi per rivitalizzare spazi sottoutilizzati dei quattro Comuni. La squadra che si aggiudicherà la vittoria avrà a disposizione 5 mila euro per realizzare la propria idea innovativa di rigenerazione.
Ultimo percorso è “Bassa device” rivolto agli studenti degli istituti superiori di Conselve, Este, Montagnana e Monselice. Focus del progetto è l'alternanza scuola-lavoro come occasione di crescita anche per le imprese: il progetto prevede la realizzazione di video cartoline da parte degli studenti sull'esperienza con il primo approccio lavorativo e che saranno proiettate in occasione della premiazione conclusiva del progetto a villa Pisani il 6 e 7 aprile.

Rigenerare
Partner di progetto sono, come detto, gruppi che daranno concretezza alle attività progettuali: a traghettare i tre percorsi ci saranno le associazioni Due punti, Melià, Zagreo, Euganea movie movement e Movielab lighthouse. «Ci teniamo a sottolineare che sono gli stessi giovani ad avviare questi percorsi per coetanei o anche ragazzi più piccoli – dicono Martina Veronese e Chiara Pierantoni, entrambe educatrici dell’associazione Melià – Rigenerare, progettare, indagare sui lavori dell’artigianato, studiare la trasformazione del territorio parlando con le associazioni radicate da decenni, sono le migliori pratiche per capire noi stessi e programmare un futuro a nostra misura. I ragazzi vanno attirati e invogliati anche a riprendere in mano le risorse di un tempo che oggi possono nuovamente diventare passione e lavoro. Per questo gli incontri con chi è testimonianza diretta di tale successo devono spronare a crederci».

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