Quanto manca lo sport! Le arti e l'attività fisica incoraggiano l'affermazione del sé e sviluppano le potenzialità comunicative

L'assenza di coralità nelle manifestazioni artistiche e sportive ci lascia orfani di profonde emozioni e di esperienze incomparabili.

Quanto manca lo sport! Le arti e l'attività fisica incoraggiano l'affermazione del sé e sviluppano le potenzialità comunicative

Quanto manca l’arte e l’attività fisica ai nostri ragazzi!!
E’ vero, le scuole hanno trovato delle soluzioni a prova di protocollo anti-Covid19, ma l’assenza di coralità nelle manifestazioni artistiche e sportive ci lascia orfani di profonde emozioni e di esperienze incomparabili.
Il corpo è fermo, limitato. Chiuso nell’invisibile recinto del suo “metro di distanza”. Esiliato nel banchetto monoposto, o basculante all’interno dell’orbita concessa dalle “sedie con le rotelle”.
Sono ancora ferme anche tutte le attività extrascolastiche, quelle dei centri sportivi e delle scuole pomeridiane. Ci sono alcuni corsi che si svolgono online, si continua con tenacia a “restare sul pezzo” e a non mollare, ma lo schermo non consente certamente di inserirsi nel flusso dell’energia vitale e delle corrispondenze emotive che le manifestazioni di gruppo ci consentivano di sprigionare.

Che ne sarà dei progetti e dei percorsi illustrati dal Decreto 60/2017 dopo questa pandemia? In esso si auspicava che la scuola potesse incentivare la creatività dei giovanissimi e dei giovani tramite un’ampia varietà di forme artistiche, tra cui la musica, la danza, le arti dello spettacolo, le arti visive, sia nelle forme tradizionali che in quelle innovative.

Per l’attività fisica il quadro nazionale è veramente critico, solo chi ha otto anni compiuti può continuare a praticare uno sport, a patto che sia tesserato presso una Federazione, o un Ente di promozione sportiva come atleta agonista, iscritto a una manifestazione di carattere nazionale approvata dal Coni. Ogni Federazione, inoltre, stabilisce l’età minima per praticare l’attività agonistica, a seconda delle discipline, per alcuni l’età-soglia è addirittura dodici anni”. Questo il quadro accorato riferito dalla prof. Luisa Vagliviello, docente di educazione fisica alla scuola secondaria di primo grado, tecnico FGI per la ginnastica ritmica e membro dell’Osservatorio dei Centri sportivi Municipali nel Municipio Roma XIV. La scuola, nei limiti del protocollo anti-Covid ha continuato a operare. “Nell’istituto dove insegno possiamo contare su un cortile ampio e spazioso! Il fenomeno Covid, ad esempio, ha fornito l’occasione di rilanciare alcuni giochi ‘tradizionali’ come: salti alla corda lunga e corta, elastico, campana, palla al muro, ruba bandiera, palla prigioniera, mosca cieca… Mentre pensavo a come organizzare le mie lezioni in presenza, all’avvio dell’anno scolastico, ho chiesto ai miei alunni: ‘Qualcuno di voi continua a praticare sport?’. 

Un silenzio assordante dietro quelle mascherine, che a mala pena lasciano scorgere gli occhi. Due o al massimo tre le mani alzate. La maggior parte non si muove da marzo 2020!! Gli effetti dell’inattività motorio-sportiva sono balzati agli occhi fin dalle prime lezioni. All’ordine: “Via di corsa!”: fiato corto e affanno, difficoltà di coordinazione e combinazione motoria, stanchezza muscolare diffusa, poca agilità. Nel corso delle lezioni in aula, dedicate all’approfondimento sono emersi tristezza e risentimento, determinati dall’impossibilità di poter praticare il proprio sport preferito e di partecipare alle manifestazioni collettive. Quello che però mi ha maggiormente allarmata è una certa amara e pericolosa rassegnazione”.

Importanti, poi, le ricadute a livello di crescita dell’autostima e delle capacità di problem solving. Le arti e l’attività fisica incoraggiano l’affermazione del sé e sviluppano le potenzialità comunicative, educano alla sperimentazione, propongono sensazioni nuove, consentono la manifestazione del pensiero simbolico. “Praticare uno sport è faticoso! Richiede determinazione e senso di abnegazione. Lo constato ogni giorno anche come genitore, le mie figlie praticano attività agonistica a diverso livello”, aggiunge la prof. Vagliviello. “Ma soltanto la disciplina e l’applicazione permettono di sviluppare a pieno le proprie potenzialità. L’attività sportiva inoltre, insieme alle arti, è uno strumento indispensabile per l’autentica integrazione di tutti i tipi di diversità”, conclude la docente che è anche specializzata per gli sport per disabili.

C’è poi un altro aspetto non trascurabile, ovvero la “deriva” social che questa pandemia sta determinando tra i giovani. Diventano ancora più urgenti in questo scenario una rinascita e una nuova valorizzazione delle arti e dello sport che, nonostante la presenza “mutilata” di questi ultimi mesi, hanno dimostrato per l’ennesima volta di essere protagonisti ineludibili del processo formativo dei nostri ragazzi.

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Fonte: Sir