Recovery Fund: 4,7 miliardi per la ricostruzione del centro Italia e le aree colpite da calamità

I dati del Rapporto Ricostruzione 2020 del Commissario straordinario. Sicurezza, sostenibilità e connessione al centro. Si annuncia l’avvio di un “cantiere centro Italia” dove il sommarsi dell’evento sismico all’emergenza sanitaria ha messo in ginocchio i territori

Recovery Fund: 4,7 miliardi per la ricostruzione del centro Italia e le aree colpite da calamità

La ricostruzione dopo il sisma del 2016 e 2017 è ripresa (in certi casi appena cominciata) dopo anni di immobilismo, favorita soprattutto dai nuovi provvedimenti adottati nel 2020. Di questo riferisce il Rapporto Ricostruzione 2020 pubblicato oggi dal Commissario Straordinario Giovanni Legnini.

Tra gli aspetti messi in luce dal Rapporto quello relativo al fondo Next Generation Eu (in Italia più noto come Recovery Fund) approvato a luglio scorso dal Consiglio europeo per sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia. Il Piano italiano per l’utilizzo delle risorse europee contiene uno specifico capitolo sulla ricostruzione dell’Italia centrale e delle altre aree del Paese colpite dalle calamità naturali. Un pacchetto di misure, anche per lo sviluppo economico di questi territori, che vale circa 4,7 miliardi di euro. Tre sono gli elementi cardine: la sicurezza, con un superbonus edilizio finalizzato al miglioramento della resistenza sismica degli edifici, anche di quelli produttivi; la sostenibilità, assicurando il massimo dell’efficienza energetica per gli edifici pubblici da ricostruire; la connessione, con lo sviluppo delle reti digitali di comunicazione ma anche delle reti delle imprese, della scuola, delle università, dei saperi.

Il Recovery Fund per gli investimenti complementari alla ricostruzione L’intervento relativo alle aree del terremoto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) approvato dal Consiglio dei ministri il 14 gennaio 2021 prevede una dotazione finanziaria specifica di un miliardo e 780 milioni di euro a carico del Recovery Fund-PNRR.  Le misure specifiche collocate sul Recovery Fund prevedono interventi complementari alla ricostruzione pubblica e privata come la rigenerazione urbana, il sostegno alle imprese, la promozione di centri di ricerca universitaria, il sostegno all’economia circolare e la valorizzazione delle risorse ambientali, la promozione delle imprese creative, sociali e collegate al patrimonio ambientale e turistico.

Risorse aggiuntive

Il Rapporto mette in evidenza che “tali interventi non possono che essere considerati aggiuntivi e complementari rispetto a quelli relativi alla ricostruzione privata e pubblica, che come è noto sono finanziate con risorse stanziate sul bilancio dello Stato, da ultimo con la legge di Bilancio per il 2021. Inoltre, non possono che essere aggiuntivi anche rispetto alle misure di carattere generale del Recovery Fund poiché, in caso contrario, le risorse previste risulterebbero chiaramente insufficienti”. Misure e azioni riguardanti le aree colpite dagli eventi sismici devono trovare riferimento sia nei progetti previsti nelle diverse misure definite a livello nazionale nel programma Next Generation EU per le aree colpite dal sisma, che negli interventi specifici per le ricostruzioni post sisma indicati in due schede progettuali e che vedono quali soggetti proponenti l’Ufficio del Commissario straordinario per gli eventi sismici del 2016 e 2017 ed il Dipartimento Casa Italia.

Gli interventi di rigenerazione: 1,7 miliardi

La difficoltà dei territori in cui si sono susseguite in questi anni crisi economiche, sociali ed ambientali, aggravate dagli eventi sismici e nei mesi scorsi dalla crisi sanitaria, richiede misure specifiche, aggiuntive ed integrative rispetto a quelle generali e nazionali. Si tratta quindi di avviare con questo primo pacchetto di misure un vero e proprio “cantiere Centro Italia” che necessita di interventi rafforzati, coordinati e di una logica di sistema. Gli interventi proposti, da finanziare con gli 1,7 miliardi previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza intendono promuovere e sostenere un’azione complessiva di rigenerazione in grado di attuare misure rafforzate volte ad interrompere il processo di spopolamento e di declino sociale ed economico in corso e di dotare le comunità locali di risorse e strumenti in grado di restituire vitalità e capacità

Gli altri programmi generali e i Superbonus

Accanto a questi progetti specifici per le ricostruzioni, nel PNRR ed a valere sempre sulle risorse del Recovery Fund vi sono altri interventi orizzontali, che valgono ovviamente anche per le aree sisma e per le quali si propone la destinazione di una quota di riserva, o un’indicazione di priorità. Tra questi ci sono anche i Superbonus edilizi, reintroducendo l’obbligo del miglioramento sismico, e non della sola efficienza energetica, degli edifici.
Il Rapporto inserisce tra le “misure trasversali che possono interessare le ricostruzioni” anche “quelle per la realizzazione di nuove scuole, per la rigenerazione urbana, per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, e tutti gli interventi per lo sviluppo socioeconomico e il rafforzamento delle infrastrutture previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Dalla banda larga al sostegno agli investimenti delle piccole imprese, la telemedicina, il turismo sostenibile, le imprese verdi, l’economia circolare, strade, ferrovie e manutenzioni”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)