Reddito di cittadinanza: Gazzi (Cnoas), “non è soltanto una questione di lavoro, i poveri esistono”

“Non è soltanto una questione di lavoro, i poveri esistono”. Lo afferma Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale ordini assistenti sociali (Cnoas), commentando il comunicato di Palazzo Chigi sulla manovra di Bilancio 2023 e le parole del ministro del Lavoro e delle politiche sociali Maria Elvira Calderone, durante la conferenza stampa di oggi.

Reddito di cittadinanza: Gazzi (Cnoas), “non è soltanto una questione di lavoro, i poveri esistono”

“Ben vengano i controlli, ben vengano i corsi di formazione, ben venga la possibilità di coesistenza tra lavori stagionali e Reddito di cittadinanza – sostiene Gazzi -, ma no alla semplificazione sulla povertà, perché, come ripetiamo da anni, lo stato di indigenza non è sempre legato alla mancanza di lavoro”. “Come altri che con la povertà hanno a che fare – aggiunge – abbiamo chiesto da tempo delle modifiche del provvedimento che è intervenuto, dopo il Sia e il Rei, su quei milioni di persone che non hanno abbastanza per condurre una vita dignitosa. Ma oggi, alla luce di quanto illustrato anche dal ministro del Lavoro e delle politiche sociali, vorremmo capire chi sarà a decidere chi è occupabile e a quanto corrisponda un’offerta congrua. Abbiamo già sperimentato il fallimento dei Navigator, come abbiamo dovuto constatare che i pochi controlli effettuati hanno portato soltanto alla luce e diffuso con ogni mezzo mediatico poche situazioni abnormi che hanno gettato sui poveri uno stigma generalizzato”. “D’accordo con il ministro Calderone sulla necessità di avviare una riflessione che ha bisogno di tempi che non sono quelli della manovra – conclude il presidente degli assistenti sociali –, siamo fin da ora disponibili a portare la nostra esperienza sul campo all’attenzione dei decisori. La povertà non è stata abolita nel settembre del 2018, ma oggi non si faccia propaganda annunciando per il 2024 l’abolizione di quello strumento necessario a tutelare i più disagiati”.

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Fonte: Sir