Refugee food festival: l'integrazione comincia a tavola

Per il secondo anno consecutivo, Bologna partecipa al festival promosso da Food sweet food che quest'anno coinvolge 15 città. Dal 25 al 29 giugno cinque ristoranti ospiteranno altrettanti cuochi rifugiati

Refugee food festival: l'integrazione comincia a tavola

BOLOGNA – Sawsan, Mamadou, Joy, Minamba e Haroon sono i cinque chef rifugiati che parteciperanno all'edizione bolognese  del Refugee food festival , cucinando i piatti tipici dei loro Paesi in altrettanti ristoranti della città. Per il secondo anno, infatti, Bologna partecipa al festival organizzato dal 2016 dall'associazione francese Food sweet food con il sostegno dell'Unhcr. Quest'anno sono 15 città coinvolte e circa 150 i ristoranti: oltre a Bologna ci sono Bordeaux, Bruxelles, Città del Capo, Copenhagen, Ginevra, Lille, Londra, Lione, Madrid, Marsiglia, New York, Parigi, Rennes e Strasburgo. “L'anno scorso è stato un successo e quest'anno abbiamo allargato l'offerta, passando da tre a cinque ristoranti e altrettanti chef”, racconta Emanuela Greco della cooperativa Arca di Noè che sta organizzando il festival a Bologna con il supporto di Asp Città di Bologna, Bologna Cares e la collaborazione del Servizio centrale Sprar.

Il 59% dei cuochi che hanno partecipato al Refugee food festival ha avuto accesso a un'opportunità professionale grazie alla manifestazione. Il 91% dei cittadini che non erano attivi verso i rifugiati ritengono che il festival abbia creato in loro il desiderio di impegnarsi per sostenere la loro causa. Il 70% delle persone che hanno partecipato pensa che il festival possa contribuire a far crescere la conoscenza delle persone rifugiate. Sono i risultati dello studio  realizzato da Food sweet food per valutare l'impatto sociale del Refugee food festival. “Certo deve esserci già una predisposizione per partecipare a un evento come questo e a Bologna c'è una sensibilità particolare – precisa Greco – ma anche se molte persone sanno a grandi linee di cosa si parla, non hanno una reale comprensione del tema o non sanno come vivono i rifugiati in Italia o in altri Paesi. Il festival può aiutarli ad approfondire”.

Già sold out la serata di apertura del 25 giugno che vedrà Sawsan, siriana, cucinare piatti tipici del suo Paese al Kabulàgna, ristorante di via Saffi gestito da un rifugiato afgano. Ancora possibile prenotare per le altre quattro date: il 26 giugno Mamadou cucinerà piatti della Costa d'Avorio all'Omnia di via del Pratello, il 28 giugno Minamba, chef del ristorante La svolta che ha già partecipato al festival nel 2018, cucinerà piatti maliani al Fuori Orsa in via Serlio, il 29 giugno Haroon proporrà la cucina pakistana al Ristorante La Svolta di via Nosadella. Il 27 giugno è in programma una serata particolare: nel parco della Montagnola al punto di ristoro gestito dalla Focacceria Mediterranea, Joy proporrà piatti nigeriani con la formula dello street food. In questo caso, non c'è bisogno di prenotazione. (lp)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)