Registro unico, Castaldini: “Terzo settore cardine della società: no a ulteriori cavilli”

In un’interrogazione, la consigliera della Regione Emilia-Romagna chiede aggiornamenti sullo stato di attivazione del Runts a livello territoriale: “Investire nel terzo settore, per lo Stato, significa risparmiare”

Registro unico, Castaldini: “Terzo settore cardine della società: no a ulteriori cavilli”

“Le ricadute sul territorio sono significative per associazioni e onlus: per questo ho sollecitato la Regione sul tema del Registro unico del Terzo settore, perché non arrivi impreparata alla gestione, che spetterà a lei”: a sollevare il tema, Valentina Castaldini, consigliera regionale in quota Forza Italia. “Ho chiesto che venga fatta chiarezza sull’istituzione del Runts, che presto riguarderà tutto il settore”. L’articolo 14 del Dl Sostegni, infatti, contiene il differimento al 31 maggio (prima era il 31 marzo, ndr) del termine fissato per l’adeguamento ai contenuti obbligatori fissati degli statuti di onlus, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale, con i quorum costitutivi e deliberativi dell’assemblea ordinaria. “Una volta che il Runts partirà – spiega Castaldini – gli enti potranno presentare domanda di iscrizione nel nuovo registro e, conseguentemente, le organizzazioni di volontariato (Odv), le associazioni di promozione sociale (Aps) e le onlus non potranno più operare negli attuali registri di settore. Saranno poi gli uffici regionali e provinciali del Runts a valutare la sussistenza dei requisiti per l’iscrizione degli enti che hanno la sede legale nella propria Regione o Provincia autonoma
Ritengo che i tempi siano maturi per avere già un’organizzazione precisa”. È per questo che Castaldini ha presentato un’interrogazione, con tre domande: qual è lo stato di attivazione del Runts a livello territoriale? Quali sono le iniziative che saranno predisposte per affrontare le criticità, in particolar modo quelle legate alle onlus? Quali le modalità per comunicare e pubblicizzare il nuovo registro a livello locale? “Domande precise che spero presto avranno risposta, perché le realtà del terzo settore con cui ci stiamo confrontando non nascondono alcune perplessità. La questione è semplice: se il Registro serve per far emergere le tante realtà che animano i territori, il loro valore, la loro voglia di protagonismo, ben venga. Il rischio, studiando i tanti passaggi burocratici previsti dal codice e i tanti interventi in capo agli uffici anche territoriali del Runts a proposito della ‘migrazione’ delle onlus, è che diventi un ennesimo orpello”.

“Il terzo settore – continua la consigliera –, cardine insostituibile nelle nostre comunità, oggi più che mai essenziale per risposte immediate e sul territorio rispetto agli interventi istituzionali, ha bisogno di essere messo nelle condizioni di lavorare e di poter fornire quei servizi diventati sacrosanti nella quotidianità emiliano romagnola senza doversi preoccupare di cavilli burocratici, che diversamente, rallenterebbero la marcia”. Il riferimento, chiaro, è al ruolo che il terzo settore da sempre ricopre, resosi ancora più indispensabile durante la pandemia: “Ha risposto per primo ai problemi emersi in questi mesi di emergenza, dalla sanità alla scuola”. Come esempio porta la scelta di associazioni sportive, mondo parrocchiale, scuole paritarie di partire per primi, la scorsa estate, con i campi estivi. “Penso anche ad Ant, un’eccellenza del nostro territorio, che ha continuato a fare screening per la prevenzione e cura di tumori, altrove sospesi. Oggi c’è la necessità di collaborare con il terzo settore in maniera strutturale, affidandogli la gestione di attività, spazi e servizi che il pubblico non può gestire, o non può gestire altrettanto bene. Il terzo settore è un pilastro delle nostre società: va definitivamente sostenuto nei fatti, anche economicamente, non solo a parole. Investire nel terzo settore, per lo Stato, significa risparmiare”.

Infine, un appello per la destinazione del Recovery Fund: “È una grandissima occasione da non sprecare. Ecco perché è imprescindibile ascoltare le istituzioni sul territorio – le Regioni, certo, ma anche i sindaci dei paesi più piccoli – ma, soprattutto, il terzo settore e tutte quelle categorie che hanno risposto alle esigenze più o meno dei cittadini, quelle che hanno fatto vivere la società fino a oggi”.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)