Rems, Garante: "Sentenza della Corte costituzionale richiama esigenza di modifiche legislative"

L'Autorità garante commenta la sentenza oggi resa pubblica: "Rendere le Rems effettivamente rispondenti alle molteplici esigenze: la cura, l’attivazione di un percorso di ritorno positivo nella società, la sicurezza per la collettività"

Rems, Garante: "Sentenza della Corte costituzionale richiama esigenza di modifiche legislative"

Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale coglie nella sentenza 22/2022 della Corte Costituzionale, oggi resa pubblica, “la positività di aver ribadito che l’inserimento in una Rems dell’autore di reato non imputabile e ritenuto di possibile pericolo non è mai una misura automatica, bensì residuale all’interno di una presa in carico da parte delle strutture territoriali”.

“La Corte ha però richiamato la necessità di modifiche legislative che rendano le Rems effettivamente rispondenti alle molteplici esigenze: la cura, l’attivazione di un percorso di ritorno positivo nella società, la sicurezza per la collettività. – si legge nella nota del Garante - È importante l’affermazione da parte della Corte di una strategia composita per ridurre il divario tra posti disponibili e provvedimenti di assegnazione, in contrasto con chi vorrebbe riportare il problema al mero aumento numerico dei posti. La Corte ricorda, così come peraltro affermato ripetutamente dal Garante nazionale, l’importanza di ‘valorizzazione e potenziamento delle alternative terapeutiche per la salute mentale esistenti sul territorio, sì da contenere il più possibile la necessità di ricorrere ai provvedimenti custodiali nelle Rems’”.

“Il sistema delle Rems esce dalla sentenza della Corte confermato nella sua positività. – commenta il garante - Deve però superare gli elementi di immaturità ancora evidenti nel ricorso frequente all’assegnazione e deve essere in grado di dare risposte omogenee e di effettiva presa in carico. Un sistema che deve comunque essere sempre percepito dalla collettività come un progresso culturale e sociale nell’affrontare il tema dei cosiddetti “folli rei” che ha chiuso l’oscuro capitolo degli Ospedali psichiatrici giudiziari”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)