Rom. La delibera di Accogliamoci in Campidoglio. Stasolla: “Piano attuale fallimentare”

La delibera di iniziativa popolare firmata da 6 mila cittadini sarà discussa giovedì 15 ottobre dall’assemblea capitolina. Carlo Stasolla, presidente della 21 luglio: “Il Piano rom della Raggi ha delle carenze strutturali: non ha una base di analisi quantitativa e qualitativa”

Rom. La delibera di Accogliamoci in Campidoglio. Stasolla: “Piano attuale fallimentare”

Conoscere in maniera approfondita, confrontarsi con gli attori presenti sul territorio e solo dopo questi due passaggi sviluppare le azioni da mettere in campo. È questa la road map indicata nella Delibera di iniziativa popolare presentata dal Comitato “Accogliamoci” per affrontare la questione “campi rom” nella Capitale presentata questa mattina durante una conferenza stampa tenutasi in piazza del Campidoglio a cui hanno partecipato Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio e Francesco Mingiardi, segretario di Associazione Radicali Roma, entrambe parte del Comitato. Giovedì 15 ottobre, infatti, l’assemblea capitolina sarà chiamata a discutere e a votare la delibera firmata da 6.000 cittadini romani che “contiene un vero e proprio piano per la chiusura dei campi rom - spiega l’associazione 21 luglio - in perfetta antitesi a quanto proposto dal “Piano rom” della giunta Raggi che negli anni va rivelando i suoi limiti e le sue contraddizioni”.  In realtà, la delibera che verrà presentata il prossimo 15 ottobre è piuttosto datata. Il testo, infatti, è di fine 2014 ed è stato depositata nel settembre 2015 dopo la raccolta delle firme. “Per legge, la delibera deve essere discussa in assemblea capitolina entro due anni - ricorda Stasolla -, in realtà questo non è avvenuto”. Tuttavia, secondo Stasolla, il contenuto della delibera è ancora valido. “È sicuramente una delibera datata perché prende in esame una situazione che è cambiata - spiega Stasolla -, ma in realtà è terribilmente attuale rispetto a quella che è la situazione di oggi. Il Piano rom della Raggi ha delle carenze strutturali: il sindaco, senza alcuna consultazione, ha scritto un piano rom che non ha una base di analisi quantitativa e qualitativa. È un piano teorico”. L’approccio della delibera, al contrario, parte “da una indagine conoscitiva in cui si esaminano le esigenze di tutti i nuclei familiari presenti negli insediamenti, in seconda battuta prevede il coordinamento e dopo ancora il piano - spiega Stasolla -. È l’abc delle scienze sociali: prima di affrontare un problema sociale va analizzato in profondità”. La delibera, inoltre, prevede anche una stretta collaborazione con il terzo settore. Un confronto che con questa amministrazione, per Stasolla, “non c’è stato”. “È una delibera che propone un approccio logico e naturale - chiarisce il presidente della 21 luglio - e che va ad affrontare il peccato d’origine del Piano rom che ha esattamente questo come deficit iniziale, per cui tutto ciò che viene dopo è destinato ad essere fallimentare”.

Dopo anni di attesa e richieste formali e informali per ottenere la calendarizzazione della delibera, quindi, per il Piano rom voluto dalla sindaca Raggi è arrivato il momento della verifica, spiega Stasolla. “Chi vota a favore di questa delibera riconosce l’approccio fallimentare del Piano rom e allo stesso tempo chiede che vada riscritto tenendo conto di una consequenzialità di azioni logiche e di buon senso - spiega Stasolla -. Chi è contrario, invece, ritiene che attualmente si sta lavorando bene e in nessun modo vada perseguito un dialogo né con la società civile, né con i 6 mila cittadini romani che hanno firmato la delibera. Se questa delibera non dovesse passare mi auguro che all’interno dell’aula capitolina ci siano forze politiche che presentino piani di indirizzo per fare chiarezza su questo piano rom e per esigere che l’amministrazione produca risultati d’impatto, costi, esiti su quelle che sono state le operazioni del piano rom e che oggi non si conoscono”. Intanto in Campidoglio già si guarda alle prossime elezioni e la questione potrebbe diventare, così come lo è stato in passato, uno dei temi caldi della campagna elettorale. Per Stasolla, tuttavia, la speranza è che si guardi in modo più ampio alle fragilità e alle povertà dell’intera Capitale. “Spero che sul tavolo ci siano questioni legate alle nuove povertà e alle periferie estreme della nostra città - ha aggiunto -. Un dibattito su questo tema lo vedrei estremamente sterile. Nella città di Roma e in Italia le problematiche sono molto più grosse, globali e urgenti. Penso e spero che per la prima volta questo tema non sia all’ordine del giorno della campagna elettorale, ma che piuttosto si parli del tema delle periferie lontane e dimenticate, quelle su cui le conseguenze del Covid-19 sono più gravi e drammatiche”.(ga)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)