Sanità, Federanziani scrive a Speranza: "Basiti dal suo intervento"

Senior Italia Federanziani interviene rispetto ai contenuti dell'interrogazione parlamentare al Senato. "Se io fossi il ministro, di fronte a 1.301.048 prestazioni arretrate non darei la colpa alla pandemia, ma al non aver indirizzato in maniera adeguata le politiche del ministero"

Sanità, Federanziani scrive a Speranza: "Basiti dal suo intervento"

"Illustre Ministro, facciamo riferimento alla sua risposta all'interrogazione parlamentare avvenuta ieri presso il Senato della Repubblica all'interrogante Senatore Francesco Zaffini. Siamo rimasti basiti dal Suo intervento e per tale motivo le scriviamo una lettera aperta dal profondo del cuore. Se io fossi ministro della salute, indipendentemente dal mio partito di provenienza, risponderei con estrema sincerità in Parlamento, ovvero all'assemblea rappresentativa del popolo italiano, per rispetto della carica che mi onorerei di ricoprire, degli elettori e del tricolore. Se io fossi il ministro, di fronte a 1.301.048 prestazioni arretrate non darei la colpa alla pandemia, ma al non aver indirizzato in maniera adeguata le politiche del ministero verso la risoluzione dei problemi. Se io fossi il ministro non dormirei la notte pensando agli oltre 120mila morti causate dal Covid. Se io fossi il ministro impedirei il valzer comunicativo attorno al vaccino di Oxford, che in questi mesi ha generato disorientamento e sfiducia negli italiani, in ultimo terrorizzando i giovani". Così in una lettera aperta indirizzata al ministro della Salute Roberto Speranza da Senior Italia Federanziani.

"Se io fossi il ministro - continua Federanziani nella lettera aperta al Ministro Speranza - direi in modo chiaro che questo ritardo nelle diagnosi e nelle prestazioni avrà un drammatico impatto sulla salute dei pazienti che, del tutto ignari, quando riprenderanno le ordinarie attività di diagnosi e cura si ritroveranno con patologie diagnosticate tardivamente, e con pesanti conseguenze, ad esempio in ambito oncologico, dove a stadiazioni più avanzate corrispondono minori opportunità terapeutiche e chance di sopravvivenza. Se io fossi il ministro, sapendo che ci sono oltre 300mila cataratte arretrate, e di conseguenza centinaia di fratture femorali non operate entro i tempi stabiliti dalle linee guida, sapendo che la quasi totalità di questi anziani non hanno potuto accedere alla riabilitazione e sono quindi destinati secondo le statistiche a una breve vita restante, mi tormenterei ogni volta che vedo un anziano che si spegne. Se io fossi il ministro farei autocritica e con molta probabilità andrei in Parlamento chiedendo scusa ai senatori e ai deputati per il mio operato. Se io fossi il ministro indirei una conferenza stampa a reti unificate per chiedere scusa agli italiani per il mio operato. Se io fossi il ministro, infine, direi tutto quello che fino ad oggi non ho detto. Se io fossi ministro ascolterei il giudizio degli anziani che stanno morendo o che sono a letto fratturati, delle famiglie che hanno perso i loro cari e di tutte quelle famiglie che sono sul punto di perderli. Il problema è che io non sono il ministro ma un semplice cittadino, un anziano, un paziente, una persona fragile, un familiare, un figlio, un nipote, che sta a quello che vede, a quello che sente e si forma un'opinione. Tutto quello che posso fare è dire al ministro che se fossi in lui per prendere la giusta decisione riascolterei per tutto il fine settimana in arrivo le parole da lui pronunciate rispondendo in Senato a un'interrogazione parlamentare, e sono certo che lunedì mattina saprei cosa fare".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)