Scuola. Tempo di open day. Arriva il momento di scelte scolastiche importanti

L'orientamento, all'interno del percorso scolastico, sta diventando sempre di più un tema urgente e non soltanto per il nostro Paese.

Scuola. Tempo di open day. Arriva il momento di scelte scolastiche importanti

I termini per l’iscrizione alle scuole superiori di primo e secondo grado stanno per aprirsi (7-31 gennaio). Fioccano le iniziative e si organizzano giornate di accoglienza e dialogo con futuri iscritti e rispettive famiglie.

Anche le università fanno capolino e organizzano incontri orientativi, destinati ai ragazzi che all’inizio della prossima estate affronteranno gli Esami di Stato.

Insomma il mondo della scuola è in fermento e i giovani sono impegnati a progettare il proprio futuro. Orientare la propria scelta non è affatto facile e, per poter decidere con consapevolezza, le scuole e anche il territorio mettono a disposizione diversi strumenti. I ragazzi incontrano psicologi e specialisti del settore, vengono allestiti sportelli orientativi e iniziative nel corso delle quali vengono invitati a intervenire insegnanti ed esponenti del mondo del lavoro.

Spesso le idee si chiariscono man mano, ma non sempre. Non è affatto semplice guardarsi dentro e comprendere a pieno le proprie attitudini. D’accordo, le scuole si prendono la responsabilità di offrire anche un “consiglio orientativo” ai propri giovani, ma l’indicazione non sempre risulta essere centrata. Ovvero, lo è sulla situazione “presente”. Gli adolescenti però, si sa, sono intimamente costituiti di “materia fluida” e poco inquadrabile. Quindi esprimere un giudizio così importante e definitivo è una bella responsabilità, oltre che un passaggio abbastanza aleatorio.

L’orientamento, all’interno del percorso scolastico, sta diventando sempre di più un tema urgente e non soltanto per il nostro Paese. L’Unione europea, nelle sue raccomandazioni e nelle indicazioni contenute nell’Agenda 2030, pone agli Stati membri degli obiettivi “alti” come una “istruzione di qualità per tutti”. I dati registrano ancora tassi allarmanti di abbandono scolastico e i giovani escono dalla scuola spesso senza risolvere importanti carenze. Nel 2015 la popolazione europea tra i 30 e i 34 anni che ha completato corsi di istruzione superiore è arrivata al 38,7%: certamente un significativo aumento rispetto al 2002, quando questi erano il 23,6%, ma il dato non è ancora soddisfacente.

L’abbandono e la dispersione scolastica, infatti, non aiutano a ridurre le diseguaglianze, altro ambizioso e pressante obiettivo Ue.

Alla luce di questi dati, la scelta assume anche maggior peso. Scegliere consapevolmente significa avere buone possibilità di conseguire il successo formativo e quindi di poter “imbastire” una vita potenzialmente felice, dove almeno il lavoro corrisponda alle proprie inclinazioni e sia pertanto funzionale alle altre scelte esistenziali.

La consapevolezza è un altro grande tema negli anni dell’adolescenza. Ne hanno talmente poca i nostri ragazzi. E, nell’ultimo periodo, anche noi adulti siamo piuttosto spiazzati. Le previsioni ci dicono che il mondo del lavoro sta cambiando. Si parla di “nuove occupazioni” nell’ambito della tecnologia e del virtuale che nessuno, però, sa illustrare con precisione. Il mercato del futuro ha contorni fantascientifici e anche “onirici” per certi versi. Ci si chiede se le professioni che già esistono siano destinate a sopravvivere nei nuovi contesti. Si ragiona in un tempo presente che va velocissimo, è bersagliato da moltissime variabili ed è assai mutevole.

Tutto ciò non aiuta. Non aiuta neppure a coltivare quella motivazione che ora più che mai servirebbe, non solo a fare la scelta, ma proprio a impegnarsi nel proprio percorso formativo. La motivazione è quella che spinge i ragazzi a studiare, a “rompersi la testa” nelle diverse discipline, specializzandosi in alcune di esse.

Invece tutto è sempre più disorientante e i nostri figli respirano quest’aria di provvisorietà e incertezza.

Bisognerebbe riuscire a ribaltare questo senso di precarietà e sfiducia, magari pensando che in uno scenario “futuristico” le possibilità potranno essere davvero infinite e quindi anche molto creative, più al passo con gli intimi desideri degli esseri umani.

Ci riusciremo?

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Fonte: Sir