“Scuole riparative”. Garlatti: “Far crescere la cultura della mediazione per fondare una società più equa e pacifica”

In un evento a Milano, nel Teatro Puntozero presso l’istituto penale minorile “Cesare Beccaria”, è stato presentato il “Manifesto” in dieci punti, che arriva alla conclusione della seconda edizione del progetto dell’Autorità garante “Riparare: conflitti e mediazione a scuola”, realizzato in collaborazione con la cooperativa Dike e l’Istituto Don Calabria

“Scuole riparative”. Garlatti: “Far crescere la cultura della mediazione per fondare una società più equa e pacifica”

Scuole che affiancano alle sanzioni tradizionali lo strumento della mediazione e nelle quali non conta punire chi offende, umilia o compie ingiustizie. Conta ricostruire la relazione tra ragazzi coinvolti nel conflitto, ai quali viene offerta l’opportunità di un confronto in uno spazio protetto di ascolto e di parola, con l’accompagnamento di un mediatore. Sono le 13 “scuole riparative” (istituti secondari di primo e secondo grado) che l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), Carla Garlatti, ha incontrato martedì 16 maggio a Milano, nel Teatro Puntozero presso l’istituto penale minorile “Cesare Beccaria”.

“Occorre far crescere la cultura della mediazione per fondare una società più equa e pacifica, improntata alla reciproca comprensione e alla responsabilità.

Auspico che il percorso di mediazione scolastica divenga strutturale nel Paese come formazione di ogni studente”, dice l’Autorità garante, Carla Garlatti.

“La mediazione rappresenta anche una risposta al bullismo e al cyberbullismo e costituisce una risorsa preziosa non solo in ambito scolastico, ma anche come modalità per affrontare la vita e costruire un mondo migliore nel quale la gestione dei conflitti passi attraverso il dialogo e la comunicazione delle emozioni, trasformandosi in opportunità di cooperazione e crescita”, aggiunge Garlatti.

Nel corso dell’evento è stato presentato il

“Manifesto per le scuole riparative”

che arriva alla conclusione della seconda edizione del progetto dell’Autorità garante “Riparare: conflitti e mediazione a scuola”, realizzato in collaborazione con la cooperativa Dike e l’Istituto Don Calabria. Si tratta di un documento in 10 punti. “La scuola riparativa è la scuola che utilizza la prospettiva della riparazione per affrontare i conflitti che nascono nella comunità scolastica e che coinvolgono studenti, professori, genitori, dirigenti scolastici, personale Ata, personale amministrativo”, viene chiarito al primo punto del Manifesto.

“La scuola riparativa affianca alle sanzioni disciplinari tradizionali (note, sospensioni etc.) strumenti differenti, quali la mediazione, che non hanno come obiettivo la punizione del colpevole ma la ricostruzione della relazione tra i protagonisti coinvolti,

ai quali viene offerta l’opportunità di un confronto in uno spazio protetto di ascolto e di parola”, viene spiegato al secondo punto.

“La scuola riparativa utilizza lo strumento della mediazione per affrontare le esperienze di offesa, umiliazione, ingiustizia che fanno perdere la fiducia negli altri e si prende cura delle conseguenze negative che nascono dai conflitti della vita quotidiana

e che possono avere un peso sul benessere individuale e collettivo”: questo è il terzo punto.

“La scuola riparativa restituisce un ruolo attivo ai protagonisti del conflitto ma anche a tutta la comunità scolastica,

mettendo a disposizione per chi lo desidera uno spazio e un tempo per restituire dignità ai vissuti e alle narrazioni di ciascuno e per aprire un dialogo attraverso un incontro con l’altro. La mediazione facilita il riconoscimento reciproco e permette di progettare in modo condiviso azioni che riparano, anche a visibilità collettiva, e che sono rivolte al futuro”, viene detto al quarto punto.

“La scuola riparativa rispetta i principi cardine della mediazione: volontarietà, confidenzialità, gratuità, non giudizio”: è quanto si ricorda al quinto punto.

“La scuola riparativa garantisce un’adeguata informazione e sensibilizzazione sulla mediazione e sulla riparazione, adotta attente modalità per la costruzione e la raccolta del consenso a partecipare delle persone in conflitto, assicura un accompagnamento competente da parte dei mediatori durante tutto il percorso che le vede coinvolte”, è specificato nel sesto punto.

“La scuola riparativa è sensibile alla qualità delle relazioni che caratterizzano la vita scolastica e promuove non solo l’uso della mediazione ma anche la formazione costante di giovani e adulti mediatori

che possano operare al suo interno sempre più in autonomia”, si legge nel settimo punto.

“La scuola riparativa sostiene e sviluppa al suo interno la cultura della mediazione e della riparazione come modalità di gestione dei conflitti e per lo sviluppo pacifico delle relazioni sociali”, è precisato all’ottavo punto.

“La scuola riparativa è in rete con centri/uffici/servizi di mediazione del territorio affinché garantiscano un supporto e un confronto periodico”, è evidenziato al nono punto.

“La scuola riparativa si impegna alla creazione di una rete fra scuole riparative, nell’ottica di un costante scambio e possibile collaborazione”, è il decimo ed ultimo punto.

All’evento di martedì 16 maggio, condotto da Giuseppe Scutellà del Teatro Puntozero e aperto dai saluti del dirigente del Centro di giustizia minorile di Milano, Francesca Perrini, e del direttore dell’Ipm “Beccaria”, Cosima Buccoliero, hanno partecipato in sala oltre 150 rappresentanti – tra studenti, genitori e docenti – delle scuole riparative di Lombardia, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Campania, Liguria, Puglia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Piemonte, Veneto, Trentino-Alto Adige.

Le “scuole riparative” sono: Istituto comprensivo “Pellico” di Arluno (Milano), Istituto comprensivo “Alzavole” di Roma, Istituto comprensivo “Torre” di Pordenone, Istituto comprensivo “Marino Santa Rosa” di Napoli, Istituto comprensivo “Albenga” di Albenga (Savona), Istituto comprensivo “Giovanni Giannone” di Pulsano (Taranto), Istituto comprensivo “Salvatore Farina” di Sassari, Istituto comprensivo “De Amicis – Bagaldi – San Lorenzo” di Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria), Istituto comprensivo “Federico II di Svevia” di Lagopesole Avigliano (Potenza), Liceo artistico “Passoni” di Torino, Istituto professionale provinciale alberghiero “Cesare Ritz” di Merano (Bolzano), Istituto comprensivo “Catullo” di Verona e Scuola ladina di Fassa della Val di Fassa (Trento).

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Fonte: Sir