“Se questo è un gioco”, per combattere la dipendenza dall'azzardo

Progetto sperimentale di Avviso Pubblico e fondazione Adventum, che mira ad intercettare il giocatore d'azzardo, invitandolo in un percorso di presa di consapevolezza e dialogo

“Se questo è un gioco”, per combattere la dipendenza dall'azzardo

Si stima che in Italia ci siano da un minimo di 300 mila fino ad un massimo di 1,3 milioni di  persone con problemi di dipendenza dal gioco d'azzardo. Questo numero cresce esponenzialmente con il crescere dell'offerta di gioco. Si stima inoltre che per ogni giocatore patologico siano 8 le persone coinvolte nella rete di disagio familiare, sociale ed economico. Al fine di contrastare questa tendenza è stato recentemente presentato a Roma “Se questo è un gioco”, un progetto sperimentale realizzato dall'associazione Avviso Pubblico e dalla fondazione Adventum, grazie ai fondi dell'otto per mille della chiesa avventista, attraverso il portale web dedicato. Il progetto mira ad intercettare online il giocatore d'azzardo e i soggetti a rischio, invitandoli in un percorso di presa di consapevolezza e ad un dialogo tramite i social media, allo scopo di fornire aiuto concreto sia a loro che i famigliari, con un servizio di chat di supporto e con il link diretto ai SerD (il servizio pubblico per le dipendenze patologiche del sistema sanitario nazionale) di riferimento territoriale. L'obiettivo del progetto è anche quello di informare e approfondire il tema del gioco d'azzardo e dei suoi correlati a favore dei media e degli stakeholder di riferimento, configurandosi come portale di sensibilizzazione nel quale far intervenire esperti e parti interessate.  “Quando si parla di gioco d'azzardo spesso si parla anche di sovraindebitamento e usura. Sono diversi i giocatori che una volta esperito ogni tentativo utile di recuperare soldi nel circuito familiare e/o amicale finiscono nelle mani di usurai. - dichiara il presidente di fondazione Adventum, Franco Evangelisti - Per questo la nostra fondazione ha creduto sin da subito in questo progetto sperimentale presentato da Avviso Pubblico. Quello che ci auguriamo è che attraverso l'informazione e la conoscenza i giocatori e le loro famiglie, possano rendersi conto, prima di arrivare nelle mani degli usurai, dei rischi e dei pericoli che può causare questa dipendenza. La fondazione Adventum vede e apprezza il grande impegno, la passione degli operatori di Avviso Pubblico e li ringrazia per l'attenzione ai bisogni del singolo, di solito nascosti dalle statistiche dei grandi numeri”.

Il gioco d'azzardo, in tutte le sue forme legali ed illegali, rappresenta un fenomeno imponente in Italia, tanto da poter parlare di azzardo di massa. Si tratta dunque di un'emergenza sociale che ha implicazioni e conseguenze macroscopiche e che investe fenomeni di: indebitamento e usura, violenza, criminalità e dipendenza patologica. “È fondamentale far emergere la reale portata del dramma rappresentato dalla dipendenza da gioco d’azzardo. C’è troppa differenza tra i numeri ufficiali delle persone che si rivolgono ai servizi per le dipendenze e le stime che l’istituto superiore di sanità e il ministero della salute diffondono da almeno dieci anni”, aggiunge Andrea Bosi, vicepresidente di Avviso Pubblico e assessore del comune di Modena. “I numeri ci mostrano chiaramente l’entità del danno sociale ed economico che l’azzardo di massa genera. Per questo motivo abbiamo deciso di realizzare questo portale che prova a rendere consapevole la società sulle conseguenze di rischi e dei problemi legati alla pratica dei giochi d’azzardo, provando a mettersi dalla parte di coloro che giocano e dei soggetti più a rischio”.  A seguire, durante la presentazione, don Armando Zappolini, portavoce della campagna “Mettiamoci in gioco”, ha sottolineato che, alla luce delle statistiche relative alle persone con problemi di dipendenza, “il gioco legale non piò essere definito un gioco sicuro”. Non solo: il gioco legale non può essere considerato sicuro nemmeno rispetto al rischio di infiltrazioni mafiose. In questo quadro Don Armando Zappolini ha ricordato l'importanza che lo stato non smentisca le scelte già compiute (su tutte, il divieto di pubblicità), e faccia ulteriori passi nella direzione di concentrare e ridurre l'offerta di gioco, anche orientandosi a rinunciare ad una parte dei 10 miliardi di euro incassati dall’erario, a tutela della salute pubblica e del bene comune. La legge italiana, formalmente, vieta il gioco d’azzardo negli articoli dal 718 al 723 del codice penale. Non esiste una legge quadro che regolamenti il mercato dell’azzardo in Italia. Il riferimento è infatti il Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza, che distingue i giochi vietati da quelli consentiti. Per i secondi occorre che lo Stato rilasci appositi autorizzazione o concessione.
Neanche a livello comunitario esiste ad oggi una normativa specifica sul gioco d’azzardo. Il Parlamento europeo ha però approvato nel 2013 una risoluzione nella quale si afferma la legittimità degli interventi degli Stati membri a protezione dei giocatori. È necessario contrastare i possibili effetti negativi per la salute e a livello sociale, anche attraverso campagne di monitoraggio del fenomeno e di sensibilizzazione dei cittadini, oltre a svolgere un’azione di lotta alla criminalità. Nel 2014 la Commissione Europea è di nuovo intervenuta sul tema con una raccomandazione sul gioco d’azzardo on line, con cui ha stabilito i principi che gli Stati membri sono invitati a osservare al fine di tutelare i consumatori, con particolare attenzione ai minori e ai soggetti più deboli. Si sottolinea la necessità di fornire informazioni ai giocatori circa i rischi cui vanno incontro, di realizzare una pubblicità responsabile, di vietare ai minori l’accesso al gioco d’azzardo on line, di creare un conto di gioco per determinare l’identità e, soprattutto, l’età del consumatore, con fissazione di un limite di spesa e messaggi periodici su vincite e perdite realizzate; e, ancora, di prevedere linee telefoniche per fornire assistenza ai giocatori, un’attività formativa anche per i dipendenti delle case da gioco e campagne di informazione sui rischi legati al gioco d’azzardo.  Alla presentazione del progetto sono inoltre intervenuti Adele Minutillo del centro dipendenze e doping dell'istituto superiore di Sanità, la quale ha ricordato che con la pandemia è cresciuta la dipendenza da gioco online e che serva dunque adottare risposte differenziate e specifiche rispetto alle singole tipologie di soggetti; Stefano Saracchi, dirigente dell'ufficio giochi numerici e lotterie di Adm, che ha esposto alcune delle problematiche che Adm affronta della sua attività, a partire dal tema dell'illegalità nel gioco, rispetto al quale vanno comprese le patologie presenti nel gioco legale, tra cui la criminalità. Ed infine, Giovani Endrizzi, vice presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, ha affrontato le contraddizioni dell'attuale sistema di regolazione del gioco e le linee di riforma che la legge di riordino del settore dovrebbe mettere in campo. Annie Francisca

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)