Servizio civile, i Csv offrono 2.800 posti e sostengono l’aumento del fondo

Opportunità per 2.824 giovani di misurarsi con i valori del volontariato negli oltre 200 progetti presentati dalla rete dei Csv di 11 regioni. Il presidente di CSVnet Tabò: “Necessario approvare gli emendamenti al Decreto Rilancio per arrivare a 50 mila giovani all’anno”

Servizio civile, i Csv offrono 2.800 posti e sostengono l’aumento del fondo

Tutela dell’ambiente, valorizzazione del territorio, riqualificazione delle periferie degradate, aiuto alle persone più fragili. Sono solo alcune delle opportunità che i Centri di servizio per il volontariato hanno proposto ai giovani nell’ambito del bando per la presentazione dei programmi di intervento per il servizio civile universale scaduto lo scorso 29 maggio.

Il bando rientra nel piano triennale 2020-2022 che dà la possibilità agli enti accreditati di presentare programmi articolati in progetti di intervento coordinati, in uno o più settori e aree territoriali. I Csv, oltre ad assicurare informazione e orientamento ai ragazzi tra 18 e 28 anni interessati a vivere questa esperienza, in quasi tutti i casi sono essi stessi enti accreditati a presentare progetti in collaborazione con le associazioni.

In totale sono 2.824 i posti offerti nei 50 programmi presentati da 15 Csv di 11 regioni e strutturati in 218 progetti da attuarsi in oltre 1.000 sedi. Numeri mai così alti, frutto del coordinamento realizzato da CSVnet che per la prima volta ha coinvolto tutti i Csv attivi in questo ambito attraverso un ufficio nazionale nato da pochi mesi.

Nella gran parte dei casi i progetti presentati riguardano il settore dell’assistenza e dell’educazione e promozione della cultura, mentre l’ambito di azione privilegiato è il sostegno e l’inclusione delle persone in difficoltà. Secondo quanto previsto dal piano triennale e annuale per la programmazione del servizio civile universale, gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 sullo sviluppo sostenibile privilegiati dai Csv sono stati il n. 3 (salute e benessere per tutti e per tutte le età), il n. 10 e 11 (ridurre le diseguaglianze, rendere le città più inclusive) e il n. 4 (educazione). 

“Questa progettazione coordinata dei Csv testimonia la vitalità del servizio civile – commenta il presidente di CSVnet Stefano Tabò – e l’entusiasmo con cui sempre più giovani lo scelgono come opportunità di crescita personale. Per questo è necessario che siano approvate le proposte attualmente in discussione in Parlamento, volte ad aumentare sensibilmente il numero degli operatori volontari”.

Il riferimento è agli emendamenti al Decreto Rilancio presentati da Pd, Leu e Forza Italia e che saranno discussi nei prossimi giorni in commissione Bilancio alla Camera. Si punta ad aumentare la dotazione del fondo per il servizio civile universale di oltre 100 milioni per il triennio 2020-2022, per accogliere almeno 50 mila operatori volontari all’anno invece degli attuali 35 mila. “Ci auguriamo che questa sensibilità politica trasversale – conclude Tabò – produca finalmente la svolta per un istituto dimostratosi fondamentale non solo in tempi ordinari, ma anche in periodi di crisi come quella da cui stiamo uscendo”.

L’impegno dei Csv sul fronte servizio civile, infatti, non si era fermato nemmeno durante il l’emergenza legata al Coronavirus: più di tre quarti dei progetti in corso erano stati rimodulati secondo la circolare dell’8 aprile emanata dal Governo. I giovani in servizio, operativi anche da remoto, hanno dato un aiuto prezioso non solo nella gestione delle emergenze ma soprattutto in attività di assistenza o compagnia alle persone più isolate, sostegno ai migranti, supporto alle biblioteche e molto altro: qui e qui il dettaglio dei progetti riattivati.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)