Servizio civile, il 2019 finisce com'era iniziato

Il bilancio di Cnesc: Ancora una volta, come in passato, le sorti del servizio civile universale dipendono dall'affannosa ricerca di fondi aggiuntivi in corso d'anno". Appello a governo e parlamento

Servizio civile, il 2019 finisce com'era iniziato

ROMA - Il 2019 del Servizio Civile Universale (Scu) si chiude esattamente come era iniziato: con gli appelli al Governo e al Parlamento dei Rappresentanti dei volontari, che lanciano una petizione online, e degli enti, in particolare della Cnesc (Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile), che chiedono “che non si taglino le gambe” a questo istituto. “Ancora una volta, come in passato, le sorti del Scudipendono dall'affannosa ricerca di fondi aggiuntivi in corso d'anno”, constata la Cnesc.

Infatti la legge di Bilancio, approvata a ridosso di Natale dalla nuova maggioranza giallo-rossa, stanzia per il Scuappena 149 milioni di euro (erano 198 nel 2018), integrati in extremis da un emendamento Pd-M5S, sufficienti per l’avvio nel 2020 di circa 25 mila giovani, ai quali si aggiungeranno gli 8 mila previsti grazie ai 56 milioni dei fondi di “Garanzia Giovani” (ma solo nelle 9 regioni aderenti). Un totale quindi di circa 33 mila giovani, inferiore ai 39.646 messi a Bando quest’anno con i fondi previsti dal Governo Conte I, e ancora di meno rispetto ai 53.363 finanziati dal Governo Gentiloni nel 2018.

E se a livello politico la continuità è stata assicurata grazie alla conferma della delega all’on. Vincenzo Spadafora, che l’ha conservata passando da Sottosegretario nel primo Governo Conte a Ministro nell’attuale compagine governativa, le promesse di ulteriori fondi non si sono del tutto concretizzate. È infatti ancora fermo alla Camera il Disegno di legge presentato ad inizio agosto proprio da Spadafora per un aumento dei finanziamenti del Scuvdi 70vmilioni, che secondo le dichiarazioni dell’epoca doveva permettere il recupero di ulteriori posti nell’ultimo Bando volontari, ma la cui discussione è ormai slittata ora ai primi mesi del 2020.

Nell’anno che sta per terminare sono così 32.298 i giovani avviati, che si sono trovati a sperimentare alcune novità della riforma del Scu, a partire dall’introduzione a gennaio delle nuove “Disposizioni concernenti la disciplina dei rapporti tra enti e operatori volontari del servizio civile universale”, con un ampliamento dei permessi e maggiori tutele introdotte sul tema della maternità e sulle coperture assicurative, e a seguire a maggio con l’adeguamento del compenso mensile a 439,50 euro, più alto rispetto ai 433,80 previsti fin dal 2001.

Altra novità introdotta è stata la candidatura al Bando volontari in modalità esclusivamente online, previa identificazione tramite SPID, il “Sistema Pubblico d’Identità Digitale”. Bando che ha registrato alla sua scadenza ad ottobre 85.552 domande, terzo dato più basso degli ultimi tre anni, e con una diminuzione del -30,4% rispetto all’analoga “call” del 2018, quando le domande furono 123.000.

Sul versante legislativo quest’anno è continuato ancora il dibattito sul servizio civile “obbligatorio”, prima con un emendamento della senatrice della Lega Erica Rivolta, poi ritirato, alla legge di istituzione del Reddito di Cittadinanza, poi con Michele Serra che nella sua “amaca” del 24 marzo su “Repubblica” è tornato a riproporre una sua idea ricorrente: “PD, sbrigati a pensare e proporre in Parlamento un servizio civile di leva,prima che Salvini ti rubi l’idea”. E proprio dal Partito Democratico registriamo a fine anno la presentazione di due diverse proposte di legge per l’istituzione di un servizio civile obbligatorio, una da parte della senatrice Roberta Pinotti al Senato (S. 1595) e l’altra dall’onorevole Francesca Bonomo alla Camera (C. 2275). In Parlamento poi è tuttora presente anche un Disegno di legge, approvato dal Governo Conte I, per la “semplificazione” del servizio civile universale, che ancora non è stato discusso. Nel mentre si avvia ad essere riformata la Consulta nazionale, anche per via dell’istituzione del nuovo Albo unico degli enti di SCU, la cui ultima riunione con l’attuale numero e composizione si è svolta il 4 dicembre, e che ha visto ad inizio anno la nomina di Diego Cipriani come suo Presidente, succeduto così a Giovanni Bastianini.

Intanto a livello regionale la Lombardia approva ad ottobre l’istituzione di un servizio di “Leva Civica Lombarda”, che prevede tra l’altro l’aumento a 500,00 euro del compenso destinato ai ragazzi e con specifici fondi destinati a far partecipare ai progetti le persone diversamente abili e giovani con particolari fragilità. Ma il 12 dicembre il Consiglio dei Ministri ne impugna l’emanazione perché viola le competenze statali sulla parte riguardante il trattamento fiscale del compenso dei volontari.

Il 2019 del servizio civile universale si chiude con due importanti passi avanti sulla via della sua riforma avviata nel 2016, con l’approvazione il 4 novembre del Piano triennale 2020-2022 e del Piano annuale 2020 per la programmazione del SCU, e con la pubblicazione il 9 dicembre delle nuove disposizioni per la redazione dei Programmi di intervento e dei progetti da parte degli enti. “Tutte queste novità nel cambio di approccio alla progettazione non vogliono dire che quello che si è fatto finora non andasse bene – spiega Titti Postiglione, nominata proprio quest’anno Direttrice dell’Ufficio del servizio civile all’interno del Dipartimento delle Politiche giovanili e del SCU -. Si cerca bensì di avere una visione più ampia del SCU e delle sue potenzialità, non soltanto come investimento doveroso verso il giovani, ma anche verso le comunità e il territorio”.

Novità quest’anno anche oltralpe: in Francia prende il via il “Service National Universel” voluto dal Presidente Emmanuel Macron, che a giugno vede coinvolti per due settimane i primi 2.000 giovani dai 15 ai 16 anni (dei quali 50 con disabilità). Si tratta di un primo contingente, che dovrebbe essere esteso a 40.000 ragazze e ragazzi entro il 2020, e che punta ad averne 800.000 all'anno entro il 2026, rendendolo obbligatorio.

Nell’anno che sta per terminare ricordiamo infine tre grandi figure legate alla storia dell’obiezione di coscienza al servizio militare: il 23 gennaio muore a Firenze Fabrizio Fabbrini, pacifista cattolico, fondatore del Movimento internazionale per la riconciliazione, ed obiettore di coscienza nel 1965. Il 5 marzo scompare a 97 anni l’avvocato Sandro Canestrini, che nella sua lunga carriera ha difeso gli obiettori di coscienza e gli antimilitaristi, ed era Presidente onorario del Movimento Nonviolento per la Pace. Infine lo scorso 27 ottobre ci lascia padre Eugenio Melandri, esponente di punta del mondo pacifista e fondatore dell’AON - Associazione Obiettori Nonviolenti, di cui è il primo presidente. 

Francesco Spagnolo

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)