Servizio civile universale, burocrazia rischia di escludere oltre 150 giovani

Problemi per chi ha presentato domanda in Piemonte per progetti finanziati con i fondi di Garanzia Giovani. La questione è stata sollevata dall’ente novarese Aurive, che vede coinvolti 60 dei suoi candidati, ma ci sono segnalazioni simili anche da Puglia e Basilicata

Servizio civile universale, burocrazia rischia di escludere oltre 150 giovani

È un pasticcio di tecnologia e burocrazia quello che sta creando problemi ad oltre 150 giovani che hanno presentato domanda per dei progetti di servizio civile universale (Scu) in Piemonte, finanziati con i fondi di Garanzia Giovani. La questione è stata sollevata in particolare dall’ente novarese Aurive, che vede coinvolti 60 dei suoi candidati, ma ci sono segnalazioni simili anche da altri enti piemontesi e da quelli di altre regioni, come Puglia e Basilicata.

L’antefatto. Nell’ultimo Bando nazionale di servizio civile per 57.793 posti, scaduto lo scorso 17 febbraio, 6.748 di essi erano finanziati in 9 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia) dal Piano europeo Garanzia Giovani e riservati o a giovani Neet (ossia che “non lavorano, non studiano, né cercano lavorano” secondo l’acronimo inglese) oppure a disoccupati. Per i giovani piemontesi erano disponibili 350 posti solo nel filone dei Neet (Asse 1), previa iscrizione proprio a Garanzia Giovani.

Tuttavia, come denuncia proprio Aurive in una lettera inviata nei giorni scorsi alla ministra con delega al Scu, Fabiana Dadone, alla direttrice dell’Ufficio nazionale del Servizio Civile, Titti Postiglione, e alla Presidente nazionale degli enti di servizio civile, Feliciana Farnese, molti di quei giovani Neet “per mero errore materiale, non sono riusciti a completare l’adesione al Programma Garanzia Giovani alla data della presentazione della domanda, e l’hanno quindi completata successivamente. Molti altri hanno aderito al Programma in tempo utile, ma per motivi molto vari alla data odierna non sono ancora riusciti a completare tutti i passi successivi, e quindi non risultano ancora in possesso del Patto di servizio. Le casistiche sono molto varie, dipendono anche da diverse tempistiche messe in atto da singoli Centri per l’Impiego”. Nella sostanza, ciò comporterà che pur avendo nei fatti i requisiti di Neet previsti dal Bando ed essendo stati regolarmente selezionati dall’ente, questi giovani non potranno partire in servizio civile.

Il problema è nato anche dal fatto che molti di essi, nell’iter di una candidatura che da due anni avviene in modalità esclusivamente online, si sono iscritti al sito MyAnpal, il portale telematico dell’Agenzia nazionale politiche attive lavoro, ritenendo sufficiente questo passaggio per poter attestare il proprio status di giovane Neet e quindi procedere con la presentazione della domanda al Scu. Nei fatti i passaggi obbligatori per completare la procedura rimanevamo però sempre due: l’iscrizione effettiva a Garanzia Giovani e la presa in carico da parte di un “Centro per l’impiego” e la “relativa stipula del patto di servizio”, come precisava sempre il Dipartimento nel Bando. “Ma da due anni, indipendentemente dalla pandemia, i Centri per l’Impiego del Piemonte ricevono solo su appuntamento, e quindi anche questo ulteriore passaggio sarebbe stato a rischio per avvenire nei tempi utili per le selezioni”, ci dice Andrea Avogadro, responsabile della gestione dei progetti per Aurive. “Inoltre – aggiunge -  l’attuale modalità di candidatura online permette a noi enti di verificare solo dopo la scadenza del Bando se i giovani hanno i requisiti per candidarsi, tanto che solo dopo il 17 febbraio ci siamo potuti attivare per attestare che avessero svolto correttamente tutti i passaggi formali necessari, ma ormai era troppo tardi”.

Anche per questo Aurive scrive di essere “perfettamente a conoscenza della complessità del funzionamento del Programma, legata alla presenza di diversi attori istituzionali, essendo le politiche del lavoro materia di competenza prevalentemente regionale, nonché dei vincoli previsti dalla Commissione europea. Riteniamo però che la complessità di tutte queste procedure, particolarmente in questo momento di pandemia, debba vedere un approccio inclusivo da parte delle istituzioni verso i destinatari della misura, che sono, lo ricordiamo, giovani Neet”. “Giovani – prosegue la lettera - che, come abbiamo potuto approfondire durante i colloqui di selezione, in questo momento terribile per l’Italia hanno riposto enormi speranze in questa candidatura al Bando di Servizio civile, vedendo in essa l’unica reale possibilità per loro per affrontare una crisi devastante, sia da un punto di vista economico che da un punto di vista sociale. Vivrebbero come una enorme ingiustizia l’essere completamente esclusi dalla selezione (e quindi anche da possibili successivi subentri) per cause tecniche per loro difficilmente comprensibili, in un momento in cui peraltro, su tante materie, lo Stato sta derogando ad una serie di norme, proprio per affrontare al meglio la pandemia e non abbandonare nessuno dei propri cittadini”.

“Alla luce di tutto questo – conclude Aurive -, chiediamo di ammettere alla selezione tutti i candidati che si trovano nelle situazioni sopra descritte, con il vincolo ovviamente di arrivare a possedere il Patto di servizio prima dell’avvio al servizio. Da parte nostra, garantiamo il massimo impegno, come già fatto fino ad oggi, per affiancare il Dipartimento, l’Anpal e la rete dei Centri per l’Impiego per chiarire in tempi rapidi ogni singola situazione, consapevoli di quanto importante possa essere per ogni singolo candidato poter essere ammesso, ovviamente se in possesso dei requisiti per l’adesione”.

Francesco Spagnolo

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)