Sos Ucraina, la Rete delle MammeMatte apre le porte ai minori in fuga dalla guerra

Torna #OSPITAZIONE, il progetto già sperimentato in risposta all’emergenza Afghanistan. In sole 48 ore già 3mila le coppie e i single che hanno dato la disponibilità all’accoglienza. Le MammeMatte: “Le famiglie ci sono, non è necessario ricorrere all’istituzionalizzazione dei minori”

Sos Ucraina, la Rete delle MammeMatte apre le porte ai minori in fuga dalla guerra

In sole 48 ore hanno già risposto 3mila famiglie, buona parte delle quali già formate per l’affido e l’adozione e in alcuni casi con pregressa esperienza di accoglienza, all’appello diffuso lo scorso sabato dall’Associazione M’aMa-Dalla parte dei bambini per ospitare minori non accompagnati, nuclei mamma-bambino e orfani di guerra in fuga dall’Ucraina. Attraverso il progetto #Ospitazione, già sperimentato lo scorso autunno per i minori fuggiti dall’Afghanistan, la Rete delle MammeMatte (come l’associazione è più universalmente conosciuta) vuole fare la sua parte anche in questa crisi con un progetto di accoglienza dal basso, portato avanti di concerto con le istituzioni.

“M’aMa da sempre si occupa di affido e di adozione di minori con bisogni speciali, e anche stavolta si mette a disposizione dei bambini: qualora dovessero arrivare in Italia dall'Ucraina siamo pronte a segnalare ai servizi famiglie formate disponibili all’accoglienza – fanno sapere Emilia Russo e Karin Falconi, rispettivamente presidente e vice presidente dell’associazione –. Le famiglie ci sono, non è necessario ricorrere all’istituzionalizzazione dei minori”. A fronte di un’esplosione di solidarietà da parte delle famiglie che ruotano intorno alla Rete, le MammeMatte registrano però alcune complicazioni che ci tengono a sottolineare. “Per l’Afghanistan abbiamo avuto qualche difficoltà a trovare collaborazione – dichiarano –. Contattate le istituzioni e gli enti predisposti all'accoglienza dei nuclei familiari e dei minori non accompagnati, alcuni hanno negato l’esistenza, sul territorio italiano, di minori afgani, altri hanno sostenuto che quei pochi minori sarebbero comunque stati meglio nei centri di accoglienza piuttosto che in una famiglia (pur adeguatamente formata e supportata). Fortunatamente grazie a quei pochi interlocutori istituzionali (primi fra tutti il tribunale per i Minorenni di Genova) le MammeMatte sono riuscite a collocare temporaneamente in famiglia 6 minori afgani, arrivati nelle famiglie italiane con uno zainetto vuoto in spalla”.

Aiutare spesso non è così facile come si potrebbe immaginare – proseguono le due esponenti dell’Associazione M’aMa –. Raccogliere la disponibilità di persone (single, coppie etero e omosessuali) ad accogliere nella propria famiglia un minore straniero non accompagnato, o un nucleo mamma-bambino, e sollecitare le istituzioni a prendere atto dell’esistenza di questo bacino, non è cosa semplice. Come non è cosa facile rendere consapevoli le famiglie disponibili che l’accoglienza cui si aprono è una accoglienza straordinaria, lontana e diversa dall’idea di affido e di adozione. È un’accoglienza, molto probabilmente temporanea, che impone il rispetto del vissuto del minore, della sua cultura, dei suoi legami, che spesso sono fortunatamente esistenti. Insomma, ci vuole un grande spirito di servizio e la forza di mettere in secondo piano le proprie legittime aspirazioni, da sola la volontà di aiutare non basta”. Per info sull’ospitalità: emergenzamama@gmail.com

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)