“Spigolature” scolastiche. Alcune recenti notizie che riguardano il mondo della scuola

Apparentemente curiosità, ciascuna diversa dall’altra ma, a ben vedere, capaci di provocare pensieri e riflessioni.

“Spigolature” scolastiche. Alcune recenti notizie che riguardano il mondo della scuola

Spigolature. Prendiamo a prestito il titolo di una famosa rubrica della Settimana Enigmistica per raccogliere un po’ qua e un po’ là alcune recenti notizie che riguardano il mondo della scuola. Apparentemente curiosità, ciascuna diversa dall’altra ma, a ben vedere, capaci di provocare pensieri e riflessioni in chi resta convinto che il mondo della scuola e dell’educazione debba restare al centro dell’attenzione in un Paese che guardi a un futuro di sviluppo. Umano e non solo economico.

Prima notizia, riportata da vari media (e naturalmente tutta da verificare nei suoi dettagli, tra l’altro indagano i carabinieri, ma a noi basta raccogliere a provocazione): “Docente sgrida alunna distratta dal telefono in classe: i genitori arrivano a scuola e aggrediscono lei e un collega”. Sembra sia successo in una scuola media calabrese, dove la ragazza, sgridata, racconta tutto in famiglia e i parenti arrivano di corsa a prendere le sue difese, con modi bruschi. Ricordate le polemiche sul telefonino da usare o meno a scuola? Ci sono anche norme precise, ma evidentemente non bastano. E soprattutto il primo pensiero che viene da questo lancio d’agenzia è il seguente: ma scuola e famiglia non dovrebbero “lavorare” insieme? Docenti e genitori non avrebbero il dovere di capirsi pensando al bene degli allievi/figli piuttosto che farsi la guerra?

E’ un caso isolato quello calabrese? Sembra di no. In altre occasioni sempre i media hanno denunciato episodi di violenza in aula di allievi contro insegnanti o di interventi prevaricatori di genitori. Al punto che lo stesso ministro Valditara, non più di qualche mese fa dichiarava: “Di fronte a questo preoccupante susseguirsi di aggressioni ai danni del personale della scuola, il Ministero dell’Istruzione e del Merito valuterà i presupposti per proporre una costituzione di parte civile, eventualmente lamentando anche un danno d’immagine all’Amministrazione. Docenti e presidi non saranno lasciati soli”.

Il pensiero che viene immediato è quello di una preoccupante caduta di importanza del mondo scolastico. E su questo filone ecco una riflessione del tutto differente ma ugualmente provocatoria, riguardante l’esame di maturità, ormai prossimo per molti studenti. C’è chi ha sottolineato come l’abitudine invalsa dei test di ammissione all’università, che precedono la fine della scuola superiore, finisca per svilire proprio quella che dovrebbe essere la “prova principe” del percorso scolastico, una specie di rito di passaggio verso l’età adulta. Vedersi già proiettati, infatti, verso l’una o l’altra università, porterebbe a considerare meno l’impegno della Maturità.

C’è del vero e anche in questo caso il pensiero corre all’importanza complessiva della scuola: una corsa verso il futuro, l’università e il mondo del lavoro? O piuttosto una palestra di vita, dove ci si misura quotidianamente non solo con i saperi, ma con la propria e altrui capacità di crescere, di relazionarsi… di “maturare”?

Per chiudere un ricordo, che raccoglie come un filo rosso i pensieri fatti fin qui: 100 anni fa nasceva don Milani, un prete e un educatore che alla scuola ha dato molto, lasciando il segno nella direzione della centralità dei più piccoli, degli allievi. Insistendo sul valore decisivo di una istituzione alla quale pure riconosceva criticità importanti.

Oggi la sua lezione è ancora provocante.

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Fonte: Sir