Sport e razzismo, voci (e strategie) per "cambiare le regole del gioco"

All'Equal Game Conference 2019 riuniti 260 delegati delle federazioni affiliate alla Uefa, leghe, club, ong e associazioni per un confronto sulle strategie internazionali da mettere in campo. La proposta delle associazioni sul “domicilio sportivo”. Approfondimento del GRS Week del Giornale Radio Sociale

Sport e razzismo, voci (e strategie) per "cambiare le regole del gioco"

ROMA - Ha riunito 260 delegati delle federazioni affiliate alla Uefa, leghe, club, organizzazioni politiche e governative, ong e associazioni la Equal Game Conference 2019, organizzata dalla Uefa con la Rete Fare-Football against racism in Europe, a Londra il 2 e 3 aprile scorsi. Obiettivo, mettere a confronto voci ed esperienze sulle strategie internazionali per affrontare il tema del razzismo e della discriminazione nel calcio. L'evento e le esperienze raccolte sono al centro dell’approfondimento  del GRS Week del Giornale Radio Sociale .

La conferenza, sottolinea Raffaella Chiodo, della Rete Fare, ha cercato di “mettere insieme e far confrontare le diverse esperienze che nel mondo di calcio, sia quello professionistico che quello di base rappresentato da tante associazioni, portano avanti e costruiscono un lavoro quotidiano nella lotta al razzismo, nel calcio e nella società”. L'Italia è al centro dell’attenzione, “ma questo non vuol dire che nel resto d’Europa non ci siano lo stesso tipo di  tipo di fenomeni. Anzi”, puntualizza Chiodo.

“E’ sempre utile ascoltare voci di persone che lottato quotidianamente su temi come parità di genere e inclusione sociale di minoranza etniche e persone svantaggiate”, sottolinea Alberto Urbinati, presidente dei Liberi Nantes, squadra romana composta da rifugiati e richiedenti asilo, che da oltre dieci anni garantisce a decine di ragazzi di praticare sport nonostante le difficoltà burocratiche e i limiti imposti dalle leggi italiane. "Quello che manca è un vero piano di lavoro - aggiunge - che produca documenti  e porti istanze a livello istituzionale delle Federazioni e della Uefa e faccia diventare queste occasioni di cambiamento delle regole del gioco”

E proprio le associazioni sostengono una proposta concreta per favorire l’integrazione e combattere le discriminazioni nello sport. L’hanno presentata Liberi Nantes, Uisp, Asgi e Unhcr nei mesi scorsi per semplificare le modalità di accesso al calcio dilettantistico per i richiedenti asilo nel nostro paese. Prevede il riconoscimento di un ruolo attivo delle società sportive nel percorso di inclusione attraverso l’introduzione del “domicilio sportivo” presso la società di appartenenza, domicilio inteso come centro di riferimento degli “interessi sportivi” dell’atleta.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)