Torino, Bologna e Reggio Emilia insieme per contrastare il razzismo nelle città

Si chiama Super il progetto nato per promuovere attività di formazione per forze dell’ordine, dipendenti pubblici e leader di comunità e per favorire la costruzione di strategie e piani d’azione da adottare a livello nazionale nella lotta al razzismo e ai crimini d’odio

Torino, Bologna e Reggio Emilia insieme per contrastare il razzismo nelle città

 “Super”, acronimo di SUPport Everyday fight Against Racism (ovvero “Sostenere la lotta quotidiana contro il razzismo”), è un progetto nato per promuovere attività di formazione per forze dell’ordine, dipendenti pubblici e leader di comunità e per favorire la costruzione di strategie e piani d’azione da adottare a livello locale e nazionale nella lotta contro il razzismo. Presentato dalla Città di Torino, è portato avanti in partenariato con Bologna, Reggio Emilia, l’associazione torinese Altera e il centro interculturale Mondinsieme. Il progetto nasce dalla necessità di contrastare il razzismo e i crimini d’odio da esso motivati
I cosiddetti hate crimes, infatti, sono una delle principali minacce alla coesione sociale, in quanto colpiscono le vittime e le loro comunità, diffondendo sentimenti di insicurezza e divisione. Nel suo Report 2019, l’Agenzia europea dei Diritti Fondamentali (FRA) sottolineava la necessità di dotarsi di Piani d’azione a tutti i livelli nel contrasto al razzismo; un’indicazione accolta dalla Commissione europea, che appena un mese fa ha presentato il suo Piano d’azione dell’Unione europea contro il razzismo per il quinquennio 2020-2025.

Al momento il quadro normativo italiano non rispecchia appieno le indicazioni comunitarie e internazionali, visto che l’Italia è fra i pochi Paesi a non essersi dotata di un Piano d’azione in questo ambito, pur avendo sottoscritto l’impegno ad adottarlo contenuto nella Dichiarazione conclusiva della Conferenza mondiale ONU contro il razzismo (Durban, 2001). Al di là del livello nazionale, però, le istituzioni locali possono giocare un ruolo importante nell’affrontare la discriminazione e nel supportare le persone che la subiscono: sono gli enti più vicini ai cittadini lavorano a stretto contatto con i leader di comunità e le organizzazioni della società civile e hanno una profonda conoscenza delle debolezze e dei punti di forza del territorio.

Negli anni, quindi, diverse municipalità hanno avviato molte progettualità in questo senso. Per esempio Torino nel 2019 ha approvato un Piano d’azione locale contro i crimini d’odio razzisti e nel 2020 ha istituito un apposito Ufficio Diritti per seguire il percorso di scrittura di un Patto dei Beni comuni sull’Antirazzismo. Bologna nel 2018 ha approvato un “Piano locale per un'azione amministrativa non discriminatoria e basata sui diritti umani per le nuove cittadine e i nuovi cittadini”, come risultato del progetto europeo Amitie Code e quest’anno ospiterà la Conferenza generale della coalizione europea di città contro il razzismo (ECCAR), a Bologna e online, il 19 e il 20 novembre 2020. Il Comune di Reggio Emilia è da quest’anno tra le 10 città selezionate per far parte del gruppo di lavoro del Consiglio d’Europa per il contrasto delle discriminazioni e la promozione delle diversità. Questo riconoscimento si affianca alle diverse progettualità, come lo sportello Antidiscriminazione.

Il progetto avrà una durata di 24 mesi nel biennio 2021-2022. Il budget totale è di circa 300 mila euro, di cui di cui l’80 per cento (circa 240 mila euro) viene dal cofinanziamento dell’Unione europea.

“Super” nasce quindi dalla volontà di condividere le pratiche e le esperienze accumulate negli anni, di rafforzare la rete di esperti a livello locale, e di costruire momenti di formazione sul tema e sulla sua gestione rivolti a operatori e operatrici, appartenenti alle forze dell’ordine, dipendenti pubblici e leader di comunità. Si intende inoltre sviluppare ulteriormente tre Piani d’azione locali e costruire, sulla base di questi, un modello di Piano d’azione per enti locali da diffondere a livello nazionale (già prevista una collaborazione con Anci in questo senso) e internazionale (con il supporto dell’Unione delle Città e dei Governi Locali, della Coalizione Europea delle Città contro il Razzismo, del Direttorato contro le discriminazioni del Consiglio d’Europa e della Fondazione Europea per la Democrazia).

“Torino – dichiara Marco Alessandro Giusta, assessore ai diritti di Torino – è orgogliosa di fare da capofila a questo progetto, che è sia un riconoscimento delle istituzioni comunitarie per il lavoro svolto in questi anni sia un trampolino di lancio verso la costruzione di un Piano d’azione a livello nazionale che coinvolga le città ma anche la società civile”. D’accordo Susanna Zaccaria, assessore alle pari opportunità del Comune di Bologna: “Tante tra le persone che vivono in Europa devono affrontare razzismo e discriminazioni, fino alla più estrema manifestazione dei delitti dell’odio. Gli atti discriminatori possono però anche essere presenti in tutte le istituzioni, influenzando le politiche e impattando sulla vita delle persone e sul loro accesso al lavoro, ai servizi sanitari, alla casa e all’educazione. Le città, livello di governo più vicino ai cittadini, non lo possono ignorare e devono agire con coraggio, mettendo in campo misure concrete e politiche per garantire pari opportunità e pari partecipazione alla vita sociale”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Daniele Marchi, assessore al welfare, bilancio e dialogo interculturale di Reggio Emilia: “In questo frangente storico rischiamo di vedere le discriminazioni crescere, le prime difficoltà socio-economiche si sono già fatte sentire in questi mesi. Questo progetto ci permette di rafforzare le politiche elaborando una strategia che vede le istituzioni e la società civile alleate per contrastare il razzismo e ogni discriminazione”.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)