Un muro della memoria per gli anziani morti nelle Rsa di Milano

L'iniziativa dell'associazione Felicita, fondata dal Comitato spontaneo Verità e Giustizia per le vittime del Trivulzio. “Per ogni persona morta il racconto su chi era in vita attraverso il racconto di una persona cara”. Presentato anche esposto alla Procura, firmato da 140 famigliari, in cui si ipotizzano i reati di disastro sanitario e omissione dolosa dei dpi

Un muro della memoria per gli anziani morti nelle Rsa di Milano

Un muro delle memoria, online, dedicato alla vita delle persone morte per Covid-19 nelle Rsa di Milano. Il progetto è stato presentato da Andrea Sartori, durante la conferenza stampa dell'associazione Felicita, che è stata costituita nei giorni scorsi dal Comitato spontaneo “Verità e Giustizia per le vittime del Trivulzio”: “Migliaia di persone sono scomparse quasi in silenzio in un tempo breve, tanto che quasi non abbiamo avuto tempo di rendercene conto - ha spiegato Andrea Sartori -. Con la nostra iniziativa vogliamo quindi dare voce a tutte queste vittime attraverso persone loro care. Per ogni vittima ci sarà una testimonianza su chi era in vita. Non vogliamo lasciare indietro nessuno. Per questo chiediamo l'aiuto di tutti. Sarà un lavoro gigantesco. Ogni video testimonianza sarà pubblicata sul sito www.murodellamemoria.org che sarà on line tra qualche giorno”.

L’Associazione Felicita ha annunciato di aver depositato alla Procura di Milano un esposto, che ha già raccolto l’adesione di oltre 140 famigliari di circa 60 degenti del Pio Albergo Trivulzio, le cui firme saranno depositate alla Procura nei prossimi giorni, per offrire ai magistrati storie di pazienti deceduti e di presunte negligenze della storica rsa milanese, raccolte in questi due mesi dal comitato Verità e Giustizia. Secondo l'Associazione sono 435 gli anziani deceduti per Covid-19 al Trivulzio.

“La sede giudiziaria è la sede consona per stabilire la responsabilità per i fatti accaduti e a tal riguardo ci opponiamo all’introduzione di un’eventuale scudo penale”, spiega Alessandro Azzoni, Presidente del Comitato Verità e Giustizia per le vittime del Trivulzio e, ora, Presidente dell'Associazione Felicita.

La Procura sta già indagando sul Pio Albergo Trivulzio per i reati di omicidio colposo e di lesioni colpose. Nell'esposto l'Associazione ipotizza anche altri reati, in particolare disastro sanitario e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. “L’anomalo numero di decessi verificatisi al Trivulzio nel corso dell’emergenza sanitaria rappresenta il punto più basso di una lunga catena di condotte umane attribuibili a chi, forse per finalità di “efficienza” economica, non solo non si è attivato tempestivamente per impedire l’ingresso del virus all’interno della più grande RSA d’Italia -si legge nell'esposto-, ma, una volta verificatisi i primi casi sospetti, poco o nulla ha fatto per impedire il contagio si diffondesse in modo esponenziale nella Struttura, falcidiando le vite di chi, per ragioni di età e di salute, era più vulnerabile”. Inoltre, “il contagio ha poi valicato le mura del Trivulzio, diffondendosi in modo incontrollato, attraverso il veicolo inconsapevole dei dipendenti e dei pazienti dimessi, anche all’esterno della Struttura, così contribuendo in modo significativo ad alimentare la tragedia collettiva che ha fatto della Regione Lombardia un caso unico nel panorama nazionale e mondiale”.

L'associazione è in contatto con 28 rappresentanti di parenti di altrettante Rsa, in cui si sono registrati numerosi morti per Covid-19. “Siamo convinti che vada messo in discussione un sistema che non ha funzionato -ha aggiunto Alessandro Azzoni durante la conferenza stampa-. Un sistema che non è riuscito a proteggere gli anziani. Andremo a proporre un nuovo modello di assistenza”. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)