Un "nipote in affitto" per aiutare i pazienti oncologici

Problemi con la tecnologia? Difficoltà a usare i mezzi digitali per fare quello che fino a pochi anni fa pareva già perfetto in versione analogica? Spesso, per i meno giovani, la soluzione è affidarsi ai nipoti. E chi non ne ha (specie se malato o in condizioni di fragilità)? Può chiedere aiuto a un 'Nipote in affitto', startup barese nata per affiancare giovani 'smanettoni', abili con le nuove tecnologie, agli anziani meno pratici di device. E a Bologna 'Nipote in affitto' vara un programma di affiancamento tecnologico specificamente dedicato ai malati oncologici, ai caregiver e operatori sanitari che li seguono quotidianamente. In partnership con Ant e con il sostegno di Emil banca.

"C'è una fetta di popolazione che ha pienamente diritto ad accedere ai nuovi servizi digitali, a sentirsi inclusa nella vita sociale- afferma Roberto Salamina, ceo e co-founder di 'Nipote in affitto'- e vogliamo rendere inclusa e coinvolta la generazione più longeva di sempre: i Baby Boomers". Del resto, prosegue Valentina de Caro, cmo e co-founder della startup barese, "il digitale è uno dei cardini dell'inclusività della nostra società e avere accesso ai dispositivi digitali permette a tutti di potersi collegare ed imparare. Il digitale è inclusivo, o almeno così almeno dovrebbe essere, mentre per una fascia di popolazione, fino a quando non sarà al passo con tutti gli altri, sarà sempre esclusivo". E così 'Nipote in affitto' evolve il raggio d'azione con Ant con uno sguardo ad un futuro fatto di telemedicina, quando "l'alfabetizzazione tecnologica del paziente (anche al di là del mero uso di smartphone e tablet) diventerà giocoforza ogni giorno più urgente". 'Nipote in affitto' è dunque a disposizione dei pazienti assistiti da Ant e dei loro caregiver su richiesta degli interessati o su proposta dei professionisti che li seguono.