Una "Pandemic pizza" per senza dimora e sanitari impegnati nella lotta al Covid

Nella centralissima Trafalgar Square, tre studenti londinesi cuociono pizze in un forno installato dentro un vecchio Land Rover: ogni giorno consegnano decine di pizze napoletane ai senza dimora e ai sanitari della città. “Chiusi in casa per il lockdown, volevamo fare qualcosa di utile”

Una "Pandemic pizza" per senza dimora e sanitari impegnati nella lotta al Covid

Con scuole e le università chiuse a causa del lockdown, Alfred Fletcher (19 anni), la sorella Amber (17 anni) e la fidanzata Allegra Della Ragione (19) hanno unito le forze e dato vita a un progetto tanto originale quanto inclusivo: “Una sera stavamo mangiando la pizza e riflettevamo su come condividere un po’ della nostra felicità. Per noi la pizza è una delle gioie più grandi di tutte – spiega Alfred –. Gli operatori in prima linea ci salvano letteralmente la vita, e le strutture per i senza dimora sono più piene che mai. È arrivato il momento di dimostrare loro un po’ di amore”. Ed è così che, in una Londra ancora martoriata dal virus, hanno dato vita a Pandemic Pizza, ovvero hanno cominciato a preparare pizze napoletane per gli operatori in prima linea nella lotta al Covid e per le persone più vulnerabili.

Tutto è cominciato ai primi di maggio, quando hanno iniziato provando le ricette dei più famosi pizzaioli napoletani e noleggiando un forno a legna, che hanno poi montato sul retro di un vecchio Land Rover malconcio completamente rinnovato. Per capire come preparare pizze buone che potessero rappresentare un pasto sano e completo si sono rivolti a Refettorio Felix, la mensa londinese di Massimo Bottura. Alfred e Allegra in passato avevano entrambi fatto i volontari al Refettorio, ed è stato proprio il lavoro svolto dallo staff e dai volontari a ispirare il loro progetto. Così, seguendo i consigli dello chef modenese, hanno deciso di utilizzare solo ingredienti di alta qualità: farina biologica macinata poco lontano, mozzarella di bufala biologica, pomodori San Marzano e basilico coltivato nel giardino dei genitori di Alfie. “Questa scelta è dovuta alla nostra ispirazione italiana – racconta Allegra –: volevamo mantenere le pizze all’altezza degli standard napoletani”. Per questo l’impasto viene preparato la sera prima, lasciandogli il tempo di lievitare alla maniera napoletana. Il risultato? Una pizza nutriente e fragrante, consegnata per regalare un momento di pausa e un gesto di gentilezza.

Durante le due visite al Refettorio Felix, i ragazzi hanno preparato 240 pizze in totale non solo per gli ospiti, ma anche per staff e volontari. Finora sono riusciti a preparare un totale di 1680 pizze, che hanno donato alle strutture che accolgono i senzatetto della zona, alle case di cura e ai servizi di emergenza: “Vedere i volti degli ospiti che si illuminano quando aprono il cartone e vedono la pizza fumante è un momento unico”, racconta Allegra.

Durante la distribuzione delle pizze sono garantite le norme di distanziamento sociale e le linee guida governative, per cui i ragazzi indossano sempre guanti e cappellini. “Nella maggior parte dei casi una pizza fatta in casa distribuita gratuitamente è una semplice coccola – sottolinea Jo Kitching, direttore dell’associazione benefica a sostegno dei senzatetto Doorway con cui Pademic Pizza si è trovata a collaborare –, ma in questo momento è davvero in grado di fare la differenza nella vita di alcune persone”. La base di Pandemic Pizza è a Trafalgar Square, ma i volontari si spostano in tutta la città: spesso sono supportati da realtà benefiche della zona che, al momento della distruzione ai senza dimora, aggiungono alla pizza bibite e frutta fresca e anche materiale per farsi una doccia.

Per continuare nella loro attività non profit, Alfred, Amber e Allegra hanno anche lanciato una campagna di raccolta fondi su Gofundme.com: l’obiettivo – quasi raggiunto – è 5000 sterline, che corrispondono, più o meno, a 2500 pizze. Con le donazioni più corpose è possibile anche aggiudicarsi un pizza party firmato Pandemic Pizza a casa propria.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)