Una preghiera a un passo dal cielo. La preghiera del soccorritore alpino della sezione bolzanina del Bergrettungsdienst, il soccorso alpino

In montagna la solidarietà ha le mani e le braccia di tanti soccorritori alpini, che mettono a disposizione il loro tempo libero per andare in aiuto di chi si trova in difficoltà.

Una preghiera a un passo dal cielo. La preghiera del soccorritore alpino della sezione bolzanina del Bergrettungsdienst, il soccorso alpino

Nell’estate dei dpcm, del distanziamento interpersonale e dei dispositivi di protezione individuale, in tanti hanno sentito il bisogno di respirare aria buona a pieni polmoni. E per farlo hanno scelto la montagna. Poco importa se per salire in quota si è trascorso molto tempo in fila, più o meno distanti, in attesa di prendere la funivia. Lassù, il panorama permette di spaziare con lo sguardo in tutte le direzioni, accentuando così quel senso di sicurezza di cui tutti, in questo periodo, avvertiamo particolare urgenza.

Ma la sicurezza non trova spazio solo nella distanza.

In montagna la sicurezza è figlia dell’attenzione e nipote del rispetto e dell’umiltà. Quando i suoi parenti più stretti sembrano latitare, c’è il serio pericolo di perdere la via o di mettere – letteralmente – il piede in fallo. Interviene allora la zia della sicurezza, che è la solidarietà. In montagna la solidarietà ha le mani e le braccia di tanti soccorritori alpini, che mettono a disposizione il loro tempo libero per andare in aiuto di chi si trova in difficoltà. Persone formate e preparate, consapevoli del fatto che per portare aiuto sono chiamate esse stesse ad affrontare il pericolo.

“Signore, stacci vicino ogni qualvolta ci mettiamo in cammino per portare aiuto e soccorso. Donaci lucidità di pensiero e sicurezza nell’azione, per il bene di quanti attendono di essere soccorsi”. Questo è un passo della preghiera del soccorritore alpino che la sezione bolzanina del Bergrettungsdienst (Brd) – il soccorso alpino dell’Alpenverein Südtirol (Avs), che conta oltre mille soci, tutti volontari – ha pubblicato in questi giorni sulla sua pagina Fb. In poche ore decine sono stati i like e le condivisioni. A scriverla è stato il vicario generale della diocesi di Bolzano-Bressanone, don Eugen Runggaldier.

“L’idea di questa preghiera – racconta – è nata perché, da quando faccio parte del Brd, più volte è capitato che il capo della sezione di Bolzano mi abbia chiesto di aprire un nostro incontro con una preghiera. E allora mi sono detto: sarebbe bello se pregassimo tutti insieme. Ho cercato in internet, ma non ho trovato una preghiera del soccorritore alpino. Ho trovato preghiere per alpinisti o guide alpine, ma non per soccorritori. E sono proprio loro che hanno bisogno di una preghiera, se si considera che hanno il compito di soccorrere persone che necessitano di un aiuto urgente e che sono spesso chiamati ad intervenire in zone pericolose”. Ma non solo. “Per quanto rapida possa essere la macchina dei soccorsi – prosegue -, capita a volte che sul luogo dell’incidente arrivi prima la morte che i soccorritori. E a chi è partito con l’obiettivo di portare aiuto non resta altro che il triste compito di recuperare un corpo, come è accaduto a noi, una settimana fa”.

Tre i cardini su cui si basa la preghiera. “Si inizia lodando Dio creatore, al quale si chiede di aiutarci a salvaguardare il creato e a metterci al servizio dei bisognosi – spiega don Runggaldier – poi si chiede a Dio di proteggere coloro che vanno in montagna e di aiutare i soccorritori quando hanno un intervento, di essere vicino ai feriti e che accolga nel suo regno i defunti. La preghiera si conclude, quindi, chiedendo al Signore che un giorno sia lui stesso il nostro ‘soccorritore’ e ci accolga fra le sue braccia”.

La preghiera del soccorritore alpino è nata… a un passo dal cielo. “La preghiera ha preso forma quest’estate, quando ho avuto modo di fare alcune escursioni in quota; le parole le ho trovate percorrendo sentieri e vie ferrate”, prosegue don Runggaldier. È stata quindi visionata dai liturgisti Stefan Huber e p. Ewald Volgger e dal vescovo Muser. Ottenuto il “nulla osta”, è stata pubblicata il 18 agosto, festa di s. Elena. Una data tutt’altro che casuale. “La memoria di s. Elena è legata alla Santa Croce – ricorda –. Nello stemma del soccorso alpino si trova una croce, così come in quello della Croce Rossa e della locale Croce Bianca. La croce è da sempre un segno religioso, un segno di salvezza. Gesù, morendo in croce, ci ha salvati e ci ha aperto la via ad una vita nuova. Ecco perché la croce è anche il simbolo del soccorso: anche chi porta aiuto a chi si trova nel bisogno è chiamato ad essere un piccolo ‘salvatore’. Penso che non tutti i soccorritori siano dei cattolici praticanti, ma sono sicuro che tutti credono in Dio. Durante un corso di formazione, uno degli istruttori ci ha detto che senza fede non è possibile fare il soccorritore. Lo diceva ricordando le non poche situazioni difficili che un soccorritore deve affrontare, come quando ad esempio deve recuperare le spoglie di una persona che ha perso la vita”.

In tutto questo, cosa significa essere sacerdote e soccorritore alpino? “Significa stare in mezzo alla gente, prestare servizio ai bisognosi, annunciare con la vita il Vangelo, andare, come dice papa Francesco, alle periferie della nostra società, essere una Chiesa ‘ospedale da campo’, dove i feriti trovano cura e attenzione. La mia presenza di sacerdote è significativa per il nostro gruppo. La settimana scorsa siamo usciti per un intervento, ma alla fine il nostro compito è stato quello di recuperare la salma di una donna. Quando abbiamo trovato il corpo, uno dei miei colleghi mi ha detto: adesso tocca a te. E tutti insieme abbiamo pregato. Solo dopo abbiamo recuperato la salma. Sono in cammino con i miei colleghi, presto servizio esattamente come loro e allo stesso tempo condivido con loro il mio essere sacerdote, prego con loro, li ascolto, celebro con loro. Questo, per me, è essere Chiesa in uscita, testimoniando nella vita concreta la nostra fede”.

 

Preghiera del soccorritore alpino

Signore, nostro creatore,

tu hai creato il mondo

che sperimentiamo nella sua bellezza, ma anche nei suoi pericoli.

In esso lodiamo la tua bontà e il tuo amore per l’uomo,

il tuo aiuto e la tua forza.

Aiutaci

a rispettare e ad avere cura del Creato

e apri il nostro cuore ai poveri e agli svantaggiati.

Stai accanto

a tutti quelli che si trovano in montagna e lungo le strade.

Proteggili da pericoli e incidenti.

Sii presente

là dove le persone sono in difficoltà e hanno bisogno di aiuto.

Stacci vicino

ogni qualvolta ci mettiamo in cammino per portare aiuto e soccorso.

Donaci lucidità di pensiero e sicurezza nell’azione

per il bene di quanti attendono di essere soccorsi.

Dona guarigione ai feriti

e accogli tra le tue braccia i defunti.

In ogni cosa sii tu il nostro salvatore,

con la forza dello Spirito Santo,

per Cristo nostro Signore,

oggi e alla fine dei nostri giorni.

Amen.

(testo originale in lingua tedesca)

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Fonte: Sir