Una scalinata della legalità con i nomi di 22 vittime della mafia

Inaugurata al Gonzaga Campus di Palermo in occasione dell’anniversario della morte di Giovanni Falcone. Padre Vitangelo Denora: "E' il segno di una responsabilità sociale condivisa con i nostri giovani per il mondo che verrà"

Una scalinata della legalità con i nomi di 22 vittime della mafia

Dodici gradini con ventidue nomi, all’ingresso dei licei della scuola del Gonzaga Campus di Palermo, per ricordare alcuni testimoni dell'impegno sociale e vittime innocenti della mafia. L’ inaugurazione è avvenuta ieri, nella giornata di commemorazione della morte del giudice Falcone e della sua scorta. La scala vuole essere un segno forte  che metaforicamente coniuga la memoria, l'impegno civile e la speranza che deve essere portata avanti ogni giorno.

"La scalinata parte dal pensiero di Falcone quando dice che i valori non muoiono perché devono camminare con le nostre gambe e quindi con chi verrà dopo - sottolinea padre Vitangelo Denora, direttore del Gonzga Campus -. Questi gradini, ogni giorno, verranno saliti dai nostri giovani che leggeranno i nomi delle persone che hanno sacrificato la loro vita per trasmettere quei valori che restituiscono maggiore dignità alla nostra terra martoriata. Tutto questo vuole essere il segno di una responsabilità sociale condivisa con i nostri giovani per il mondo che verrà". 

"Quando si parla di legalità ci vengono subito in mente i nomi dei giudici Falcone e Borsellino che si sono battuti contro la criminalità organizzata per una maggiore uguaglianza nella nostra città - dice lo studente Mario Lentini -. Con questi gradini dedicati, a loro e ad altri, è giusto anche con piccoli gesti come questo ricordare alcune persone che hanno dato la vita per la legalità nella nostra società". "Il senso di questa scelta è stato intanto quello di volere dare un segno - spiega Marilena Poderati vicedirettrice del Gonzaga Campus - che dimostrasse l'intenzione di non fermarci, nonostante non abbiamo potuto fare quest'anno il corteo della legalità che si concludeva nel nostro istituto. Desideravamo, quindi, lo stesso potere dare onore a questa giornata che è stata preceduta dalla settimana della legalità a cui hanno partecipato insieme agli studenti i rappresentanti di Addiopizzo, il procuratore Di Matteo e altri rappresentanti istituzionali. Diverse classi, infatti, hanno realizzato dei lavori e anche un lenzuolo bianco è stato appeso davanti alla scuola".

"Per me la legalità significa cercare di essere dei bravi ed onesti cittadini attenti a ciò che ci circonda - continua Giulio Furitano del quarto liceo classico - e accade ogni giorno. Questa scalinata significa che ogni giorno, quando salirò queste scale, mi ricorderò del sacrificio di quelle persone che hanno lottato nella nostra terra e sono morte nel contrasto alla mafia. Oggi e sempre, dobbiamo fare tesoro della loro memoria con il nostro impegno di studenti e di cittadini". "In classe, durante la settimana della legalità, con grande interesse abbiamo ascoltato e ci siamo confrontati con i rappresentanti di Addiopizzo che ci hanno raccontato molte cose. Oggi nella nostra scuola,  ricordiamo non solo le persone scritte nei gradini ma anche tutte le altre vittime della mafia - aggiunge Riccardo Finazzo del secondo liceo scientifico - che hanno deciso di combattere attivamente la criminalità lasciandoci sicuramente degli esempi da seguire".

"La legalità è un percorso che dobbiamo costruire ogni giorno - afferma padre Gianni Notari - con il nostro impegno concreto che deve diventare testimonianza coerente dei valori della nostra vita. Ogni gradino ha due nomi di persone che sono state uccise  da chi ha voluto interrompere il loro impegno per una società migliore. Tutti insieme dobbiamo lottare contro la criminalità mafiosa che si pone ancora come un'assurda manipolazione delle coscienze. La solidarietà, in tutte le sue forme, fatta sempre di segni e azioni concrete, deve oggi essere capace di aiutare chi è più fragile e chi non ce la fa. Con i giovani dobbiamo camminare insieme per essere testimoni di giustizia. Penso che il nostro tempo ha un forte bisogno di narrazioni credibili perché non è più sufficiente l'uso dell'ideologia per interpellare gli altri. Occorre invece essere testimoni di una vita vissuta fino in fondo che merita opportunità di aprire il cuore a nuove possibilità. Spesso, a stimolarci, non sono le grandi ricerche ma proprio la vita concreta di coloro che hanno testimoniato nei fatti che è possibile contribuire a fare crescere un mondo nuovo. I nomi che sono sulla nostra scalinata sono di persone che si sono impegnate pienamente per la tutela della legalità perché hanno scritto con il proprio sangue pagine di vita che possono essere lette dalle nuove generazioni per diventare  una forza di rinnovamento e di trasformazione sociale".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)