V come Viaggiare. Compiere un viaggio con tutta la famiglia significa svolgere un’attività culturale

Viaggiare è umano e lo sviluppo dei potenti mezzi di trasporto oggi a disposizione permette di varcare le soglie di tutto il nostro pianeta.

Viaggiare dovrebbe essere sempre un atto di umiltà.
Guido Piovene

V come Viaggiare. Compiere un viaggio con tutta la famiglia significa svolgere un’attività culturale

V come viaggiare. Di questi tempi è attività certamente molto ridotta. A macchia di leopardo, secondo le condizioni del contagio, sono gli Stati dai quali è vietato entrare in Italia e verso i quali è sconsigliato avviarsi. Una delle più macroscopiche conseguenze del diffondersi nel mondo del Coronavirus è che la nostra libertà di spostamento è limitata. Di certo limitata rispetto al bisogno insito nell’uomo di spostarsi, di cambiare dimora, di cercare di conoscere nuovi territori, nuovi mondi. Non c’è bisogno di scomodare Ulisse: il cuore umano è inquieto, affamato di conoscenza e per far questo deve spostarsi, pur coltivando sempre il desiderio di un ritorno. Viaggiare è umano e lo sviluppo dei potenti mezzi di trasporto oggi a disposizione permette di varcare le soglie di tutto il nostro pianeta. Ma quanto il viaggio è alla portata delle famiglie italiane? Certo, potrebbe sembrare che la vita da single consenta maggiore facilità di spostamento e che poi, una volta sposati, il viaggio di nozze, la cosiddetta “luna di miele” sia di fatto l’ultima grande esperienza prima di ridursi ad una vita famigliare fatta di brevi distanze. Se questo da una parte, è vero, basti pensare alle spese che comportano i trasferimenti, è altrettanto vero che quando una famiglia viaggia arricchisce il suo bagaglio di conoscenze e cresce nel suo affiatamento.

Sono spesso i piccoli che spronano i genitori a conoscere nuove mete. Molto spesso i giovani adolescenti iniziano a staccarsi da casa, attraverso viaggi di istruzione o altre formule insieme ad amici, ma in tante altre occasioni i viaggi vedono partecipare tutto il nucleo famigliare ed è allora un’esperienza del tutto particolare. C’è chi mette a disposizione un miglior senso dell’orientamento e allora si sostituisce al navigatore non sempre affidabile, oppure lo maneggia per fornire agli altri famigliari la rotta da seguire. C’è chi fra i ragazzi si diletta nel fare fotografie e, poi, data la possibilità di rivedere subito gli scatti eseguiti, è bello per gli adulti constatare che i figli hanno acquisito un loro senso estetico, un’attenzione ai dettagli, un punto di vista originale che risente però degli insegnamenti dei grandi. Viaggiare è anche il modo per mettere in campo la conoscenza delle lingue. Fare domande, leggere guide o brochure, cercare di tradurre l’idioma locale anche questo è un compito che in ambito famigliare si distribuisce fra i vari membri. E poi viaggiare non vuol dire solo andare all’estero.

Mai come quest’anno possono essere riscoperte le località nostrane. Forse nessun Paese come l’Italia può vantare un patrimo artistico e naturalistico così vasto, diffuso ed eterogeneo. Compiere un viaggio con tutta la famiglia significa svolgere un’attività culturale che ha probabilità di rimanere nei cuori e nelle menti dei partecipanti molto più di ogni altra lezione teorica. Le bellezze del nostro territorio, una spiaggia, una località montana, un museo o un sito archeologico: sono migliaia le destinazioni che meritano la visita delle famiglie italiane e sarebbe auspicabile che le istituzioni agevolino questo tipo di turismo. È impagabile la gioia che può dare viaggiare tenendo la mano di un padre e di un figlio e i ricordi che riaffiorano nel dialogo fra genitori, figli e nonni è la conferma che la condivisione famigliare è un collante che imprime nella memoria le immagini e gli insegnamenti. E chi ha sperimentato la bellezza concreta di un viaggio di famiglia, sarà senz’altro ben disposto a lasciare che i piccoli e i più giovani possano viaggiare anche con la fantasia preparando il terreno del proprio futuro.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)