Violenza di genere, Arci: “In piazza guardando all’Italia e con il pensiero all'Iran”

L’associazione: “Guardando all’Italia e pensando alla nuova istituzione del ministero per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, la percezione è che la cura torni ad essere quella che costringe la donna al ruolo di custode del focolare domestico e che i diritti delle donne e di tutte le soggettività siano sotto attacco”

Violenza di genere, Arci: “In piazza guardando all’Italia e con il pensiero all'Iran”

“La lezione più importante degli anni duri e drammatici della pandemia è stata la centralità della cura: la cura del vivere, dei corpi, del linguaggio, della salute, del lavoro, dell’ambiente, delle relazioni. Abbiamo sostenuto che le donne possono e devono farsi interpreti di questo nuovo paradigma per contribuire a costruire un nuovo modello sociale ed economico. Oggi sembra non esserci più spazio per queste parole, siamo in guerra e la guerra si è presa la scena, con la sua violenza e la sua retorica maschile, la logica patriarcale del più forte e la deriva autoritaria e antidemocratica che si diffonde in Europa e oltre”. Così l’Arci, che sarà in piazza sabato 26 novembre, a Roma, per la manifestazione nazionale “Non Una di Meno!” contro la violenza maschile sulle donne e di genere, in corrispondenza con la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Afferma Arci: “Guardando all’Italia e pensando alla nuova istituzione del ministero per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, la percezione è che la cura torni ad essere quella che costringe la donna al ruolo di custode del focolare domestico e che i diritti delle donne (vedi proposta di legge Gasparri e varie iniziative nelle regioni già governate dalla destra) e di tutte le soggettività siano sotto attacco. Per questo occorre tenere alta l’attenzione, rivendicare la libertà di autodeterminazione di donne e persone lgbtiaq+ e allo stesso tempo chiedere, come abbiamo fatto il 5 novembre in piazza San Giovanni, Pace Pane Pianeta”.

“Viviamo in un mondo sempre diseguale, segnato da nuove frontiere e da una crisi ambientale che ci sta portando sempre più vicini al punto di non ritorno – continua Arci -. Non ci sarà pace senza rispetto della dignità umana, dei diritti umani, del lavoro. Non c’è pace senza giustizia sociale. Non ci sarà pace senza la possibilità di garantire a tutte e tutti beni pubblici, il diritto all’acqua, all’educazione, alla salute. Non ci sarà pace senza accoglienza e libera circolazione delle persone”.
“Per questo e nella convinzione che mai come oggi serva convergenza, confronto e connessione tra istanze, rivendicazioni e desideri differenti – conclude -, saremo in piazza il 26 novembre a Roma contro la violenza maschile sulle donne e di genere, con il pensiero a quanto accade in questi mesi in Iran dove le donne si riprendono le piazze contro il regime, e con lo slogan femminista ‘donna, vita, libertà’ si fanno portavoce delle rivendicazioni delle donne, degli uomini e delle minoranze. In tante e tanti oggi rischiano la vita e anche per loro ci mobilitiamo, per mostrare a tutta la comunità internazionale la loro lotta per la libertà”.

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