Volontariato invece del carcere o del processo, una guida per le associazioni

Un vademecum realizzato dal Csv di Bergamo aiuta gli enti che vogliono accogliere autori di reati minori per svolgere lavori di pubblica utilità. Negli ultimi 6 anni sono stati 484 i soggetti “ospitanti” nella provincia. Attualmente sono oltre 1.800 gli adulti in percorsi riparativi

Volontariato invece del carcere o del processo, una guida per le associazioni

“Guida pratica per l’accoglienza degli autori di reato”: è il titolo del vademecum realizzato dal Centro di servizio per il volontariato di Bergamo  per aiutare le associazioni della provincia ad accogliere gli autori di reato in percorsi riparativi alternativi alla detenzione. Il vademecum, composto da diverse schede, ognuna delle quali dedicata a una specifica misura, contiene una descrizione semplice e comprensibile dei principali dispositivi e fornisce strumenti e consigli utili per superare dubbi e difficoltà. Le prime schede sono già scaricabili gratuitamente , le altre verranno aggiunte a breve.

Negli ultimi anni anche in questo territorio si è assistito a una crescita del ricorso a misure alternative al carcere o al processo, che spesso si traducono in esperienze di volontariato riconosciute come riabilitative oltre che educative e di inserimento nella comunità. Alcune sono esistenti da tempo, come gli arresti domiciliari o l’affidamento ai servizi sociali; ma quelle che coinvolgono più persone e sono più direttamente legate agli enti del terzo settore (Ets) sono le misure istituite con la legge 67 del 2014, che ha previsto la “messa alla prova” per gli autori di reati di minor allarme sociale (come la guida senza patente o sotto l’effetto di droghe).

Dei 1.854 adulti attualmente in carico all’Ufficio locale per l’esecuzione penale esterna (Ulepe), solo 388 sono infatti affidati in prova al servizio sociale: sono persone condannate che scontano la pena in misura alternativa al carcere e che hanno tra le prescrizioni il risarcimento alla vittima oppure lo svolgimento di attività socialmente utili.

Sono 293, invece, le persone che scontano una sanzione sostitutiva in lavori di pubblica utilità presso enti convenzionati con il tribunale: a questi vanno aggiunte le persone affidate dal giudice al controllo della polizia locale o dei Carabinieri e dei quali l’Ulepe non ha riferimenti.

Altri 315 sono imputati in sospensione del processo con l’istituto della messa alla prova e tra le prescrizioni hanno l’obbligo di svolgere lavori di pubblica utilità secondo le ore determinate dal giudice in base alla gravità del reato e presso enti, associazioni, cooperative, parrocchie e strutture del territorio.

Infine, 402 sono gli imputati per cui risulta pendente una richiesta di messa alla prova e per cui l’Ulepe sta svolgendo un’indagine; in caso di concessione della messa alla prova anche queste persone svolgeranno le ore di lavori di pubblica utilità presso realtà del territorio.

A questi dati si aggiungono quelli sui minori: circa 230 nel corso del 2020, per i quali è stata richiesta dal Tribunale per i minorenni o dalla Procura un’indagine psicosociale, oppure ragazzi che sono all’interno dell’istituto di messa alla prova, approvato tramite ordinanza.

È cresciuta quindi la ricerca di enti ed associazioni disponibili ad accogliere le persone sottoposte a provvedimenti di natura giudiziaria per un periodo più o meno lungo, affinché possano portare a termine il proprio percorso riparativo. Il Csv di Bergamo, attraverso i progetti “Pit stop” e “Gioco di squadra 2” con capofila il Comune di Bergamo, ha mappato sul territorio della provincia 484 enti che tra il 2014 e il 2020 hanno accolto autori di reato.

Tra i “soggetti accoglienti” mappati il 30% sono comuni, il 27% associazioni e il 23% parrocchie. Presenti in forma minore anche le cooperative sociali (12%), le strutture sanitarie residenziali (5%), le scuole (2%) e altri soggetti (1%). Tali soggetti sono equamente distribuiti all’interno dei diversi ambiti territoriali, con una presenza più marcata nell’ambito di Bergamo (16%) e un picco più basso nell’ambito di Dalmine (7%). In sei anni 452 delle realtà mappate hanno accolto persone in messa alla prova, altre 149 hanno ospitato lavori di pubblica utilità come conversione pena e 17 hanno inserito al proprio interno persone per l’affidamento in prova al servizio sociale.

La guida completa verrà distribuita anche in forma cartacea in tutta la provincia di Bergamo.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)