Volontariato organizzato, 12 proposte per valorizzarlo: l'appello a Mattarella

L'associazione Tavazza in una lettera al presidente della Repubblica: “Urgente emendare il Codice del Terzo settore, per recuperare e salvaguardare il ruolo e il contribuito specifico del volontariato”

Volontariato organizzato, 12 proposte per valorizzarlo: l'appello a Mattarella

Riconoscere il volontariato organizzato, per valorizzarne e rafforzarne il contributo alla comunità: è quanto chiede l'associazione Tavazza, in una lettera aperta al presidente della Repubblica Mattarella, in cui propone alcuni emendamenti alla Riforma del Terzo settore. Tra i firmatari della lettera, oltre all'associazione, molti esponenti delle associazioni e del mondo cattolico, come don Vinicio Albanesi, don Luigi Ciotti e don Antonio Mazzi.

Dopo aver ringraziato il presidente per i ripetuti riconoscimenti e ringraziamenti rivolti al mondo del volontariato in diverse occasioni e ricorrenze, le associazioni ricordano che “nel corso di questo lungo periodo di pandemia in cui tutti si sono sentiti disorientati
ed hanno percepito la propria vulnerabilità, il volontariato ha continuato ad essere una
risorsa essenziale” e, in particolare, “il volontariato organizzato ha evidenziato alle pubbliche Istituzioni e alla società l’urgente necessità di individuare efficaci strategie di cambiamento per ridurre ingiuste differenze nella fruizione dei diritti e delle opportunità”. Al tempo stesso, proprio tramite il volontariato organizzato, è stato possibile
constatare la mobilitazione dei giovani ed è stato evidente come i giovani si lascino coinvolgere quando si sentono utili, ascoltati e considerati”, il che suggerisce che “per costruire una società più giusta ed attenta ai cambiamenti universali, occorre sostenere ed incoraggiare i giovani, comprendere la loro visione del mondo, accogliere la loro impronta organizzativa e generazionale”.

Nonostante questo, una “grave penalizzazione dei giovani” è contenuta nelle “disposizioni del recente Bando del Servizio Civile ed i dati del Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri: è stato valutato che si perdono 22.458 posti, a fronte di 76.639 previsti per progetti già approvati ma non finanziati. Pur non essendo un’esperienza caratterizzata dalla gratuità – osservano le associazioni - il Servizio Civile Universale è anch’esso una occasione di crescita e d’impegno per la solidarietà, la cittadinanza attiva, la pace e la buona convivenza”.

Ora, la guerra in Ucraina rappresenta una “nuova sfida” per il volontariato organizzato, chiamato a “un’altra prova drammatica con il sostegno umanitario ai profughi vittime della guerra in Ucraina, promuovendo una cultura della pace ricca di azioni solidali e di accoglienza”.

12 proposte per la riforma del Terzo settore

Per far fronte a queste sfide ed essere all'altezza del suo compito, il volontariato organizzato ha bisogno del “riconoscimento della sua identità e delle sue funzioni, come di recente ha riconosciuto la stessa Corte Costituzionale con la sentenza n. 72/2022”. Di qui l'appello delle associazioni: “E' urgente e necessario apportare alcune modifiche al dlgs. n. 117/2016, per recuperare e salvaguardare il ruolo e il contribuito specifico del volontariato nell’ambito del terzo settore. L’avere privilegiato, nella Riforma del Terzo Settore del 2016, il contributo fornito alle nostre comunità dai 'singoli volontari' piuttosto che dalle organizzazioni di volontariato, superando proporzionalità e incompatibilità tra lo status di volontario e quello di lavoratore dipendente, ha determinato un danno etico indescrivibile, opacità nei rapporti organizzativi, sovrapposizioni di ruoli e soffocamento della libertà organizzativa”.

Ed ecco, in sintesi, le 12 proposte per il Codice del Terzo settore.

Primo, “nella logica della gratuità vanno considerate anche le nuove forme di attivismo civico basate sulla condivisione di responsabilità rispetto alla tutela o riqualificazione dei beni comuni”; secondo, occorre “valorizzare il volontariato organizzato, non alla stregua di un’impresa sociale in formazione, nell’ottica di un Terzo settore esclusivamente produttivo, ma per le sue peculiari missioni, culturale e politica”; terzo, “abbassare la soglia dei lavoratori impiegati (fino a 1 ogni 2 volontari) prevista nell’art. 33, comma 1 dell’attuale Codice del terzo Settore” e, nella stessa ottica, “si chiede che le organizzazioni di volontariato i cui volontari attivi non costituiscono la risorsa 'prevalente e determinante' e che sono impegnate nella gestione di servizi per conto dell’amministrazione pubblica, in appalto o in convenzione con essa da più di tre anni, assumano la veste organizzativa dell’impresa sociale. Favorire una migliore articolazione interna al Terzo settore tra organizzazioni imprenditoriali e non – spiegano le associazioni - permette di fare chiarezza sui ruoli di ciascuna realtà organizzativa”.

La quarta richiesta è di “offrire alle singole organizzazioni di volontariato e alle reti nazionali, un supporto concreto, di tipo economico e/o logistico (es. sedi), al fine di facilitarne l’operato, nel rispetto della loro libertà d’azione”. Quinto, “svincolare le OdV, nel fronteggiare le spese necessarie al proprio funzionamento, dalla dipendenza dei bandi a progetto - spesso fuorvianti rispetto alle finalità dell’organizzazione e alla necessità di costruire innovazione”.

La sesta richiesta è di “valorizzare il ruolo dei tanti piccoli gruppi di volontariato che hanno oggi meno risorse e sostegni per crescere e operare nonostante essi rappresentino un patrimonio prezioso di coagulo della partecipazione alla vita comunitaria e di autonoma realizzazione di attività. Essi vanno liberati dai gravami burocratici loro posti per l’iscrizione al Runts e alleggeriti dagli adempimenti formali e relativi oneri di rendicontazione e valutazione, più consoni ad organizzazioni produttive piuttosto che ai gruppi che intendono esercitare autonomamente, com’è nella propria natura e nel proprio diritto, una funzione sussidiaria di pubblico interesse”.

Occorre poi “restituire autonomia di programmazione ai Centri di Servizio del Volontariato sui Territori, rimettendo nelle loro competenze il sostegno alle organizzazioni di volontariato non iscritte” e “ribadire che, nelle organizzazioni basate sull’impegno solidaristico dei volontari, deve essere garantita la 'democraticità della struttura', con l’elettività e la gratuità delle cariche associative”.

Si chiede poi di “affermare che i volontari impegnati nelle altre e diverse realtà di Terzo settore sono tali se non sono assoggettati a orari fissi e alle direttive dei dirigenti distinguendosi dai lavoratori subordinati di cui non sono risorsa sostitutiva. Essi pertanto operano con autonomia di iniziativa su obiettivi complementari a quelli meramente produttivi. Stabilire, altresì, che anche i volontari impegnati in altre realtà di Terzo settore, debbano poter partecipare alle decisioni degli organi direttivi per
l’individuazione di obiettivi e/o scelte strategiche”.

Le ultime tre richieste sono è di “ripristinare una struttura di raccordo e rappresentanza specifica e autonoma del volontariato organizzato, “chiarire il principio costituzionale della “sussidiarietà orizzontale” e “completare il riordino della disciplina degli enti non profit, come indicato nella legge delega (n. 106/2016), con la revisione del Codice Civile al Titolo II del Libro I ritenuto insufficiente e obsoleto”.
Qui il testo integrale della lettera

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)