Volontariato. Casellati: “Senza di loro conseguenze della pandemia ancora più dolorose”

La Presidente del Senato, oggi a Padova per incontrare i volontari della città, ha presentato la seconda edizione del Premio nazionale del Senato al volontariato che verrà consegnato a fine anno. “L’Italia dell’altruismo fa meno rumore della società del rancore, ma può aiutarci a costruire la speranza nel futuro”

Volontariato. Casellati: “Senza di loro conseguenze della pandemia ancora più dolorose”

 Senza i volontari, “senza le donne e gli uomini che anche nei mesi durissimi della crisi sanitaria hanno continuato ad essere presenti nei quartieri, nelle strutture, nelle abitazioni, ovunque ci fosse bisogno, le conseguenze della pandemia sarebbero state ancora più dolorose. Non hanno solo affiancato lo sforzo dei “camici bianchi”. Sono stati una vera linea di avanguardia tanto più preziosa perché ha saputo cogliere bisogni spesso disattesi”.

Con queste parole, la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, è intervenuta questa mattina a Padova durante l’evento “Le parole del volontariato” tenutosi presso il Palazzo della Ragione.  Un incontro con il volontariato padovano voluto per presentare, nella cornice della Capitale europea del volontariato, il Premio nazionale del Senato al volontariato che verrà assegnato a fine anno. “È a questa Italia dell'altruismo, che fa meno rumore della società del rancore, ma può aiutarci a costruire la speranza nel futuro, che ho pensato lo scorso anno quando ho ideato il Premio al Volontariato - ha detto Casellati -. Un riconoscimento, istituito per la prima volta nella storia del Senato della Repubblica, che celebrerà il prossimo 14 novembre la sua seconda edizione e che intende premiare le tante eccellenze italiane che si sono distinte nei diversi ambiti dell’attivismo sociale”.

Durante la mattinata, il Comitato Padova Capitale europea del volontariato 2020 ha consegnato pubblicamente alla presidente Alberti Casellati la targa di presidente degli ambasciatori di Padova Capitale. “Per me ha un valore inestimabile - ha affermato Casellati commentando il riconoscimento -. Innanzitutto perché viene da tutti voi, viene dalla mia città, dal luogo dove ho le mie radici e dove ci sono i miei affetti. E poi perché sottolinea il mio impegno in un settore nel quale credo fortemente e che da sempre mi vede attiva sostenitrice di tutte le iniziative intese a valorizzare il volontariato; il volontariato come prospettiva per il progresso morale e materiale della collettività”.  

La Capitale europea del volontariato “non è semplicemente un titolo o uno slogan - ha ricordato Casellati -. È il coronamento di un percorso che ha visto la città distinguersi anche nel panorama internazionale per la sua vocazione solidaristica, per le azioni concrete messe in atto a favore della collettività, per la rete di persone, strutture e progetti che qui è stata costruita”. Per Casellati, è possibile descrivere l’identikit del volontario usando una sola parola: “gratuità”. “La voglia di dare senza pretendere nulla in cambio, consapevoli che aiutando gli altri si riceve molto più di quanto si dona - ha spiegato Casellati -. Questo è quello che i volontari raccontano. Un “effetto moltiplicatore” che crea valore aggiunto per chi sceglie questo percorso. Ma che al contempo crea valore aggiunto per l’intera società di riferimento. Piccoli e grandi gesti quotidiani, ma anche iniziative imprenditoriali a tutela dei più fragili, hanno proprio questo effetto. Penso a chi regala un pasto caldo ai senzatetto, a chi da un call center dona conforto alle persone sole. Ma anche a chi promuove una catena di bed and breakfast interamente gestita da disabili, a chi apre una azienda agricola o un ristorante per offrire una opportunità di vita e di lavoro a tanti giovani”. 

Per Casellati, Padova “si conferma uno straordinario laboratorio civico - ha aggiunto -. Dalle iniziative pioneristiche promosse negli anni ’50 da don Giovanni Nervo, don Giuseppe Pasini o don Luigi Mazzucato, c’è una missione di fondo che accomuna la realtà delle oltre 6mila associazioni della nostra provincia attive nel terzo settore: ed è la dimensione della solidarietà al di fuori di ogni assistenzialismo. Una concezione dell’impegno al supporto dei più fragili che si regge anche sulla capacità di produrre valore economico, di sfruttare le regole del mercato”.  Se Padova può contare su una “capillare infrastruttura della solidarietà”, ha aggiunto Casellati, “lo dobbiamo alla felice interazione tra tutti gli attori del territorio che qui è stata creata”. La presidente del Senato, inoltre, ha ricordato il “contributo determinante” dato dalle istituzioni. “Penso in primo luogo alle nostre amministrazioni territoriali. Padova è tra i pochi comuni italiani ad avere istituito una delega assessorile al volontariato - ha aggiunto -. Un segno tangibile di innovazione che conferma una chiara vocazione istituzionale a sostenere e promuovere questa realtà. Penso poi all’Università. Tanti sono stati gli studenti universitari e i dottorandi che hanno sfruttato il periodo del lockdown trascorso a Padova mettendosi a disposizione della comunità per fare compagnia alle persone sole, anche usando le nuove tecnologie; consegnando medicinali e generi di conforto alle famiglie in quarantena; continuando a donare il sangue, nonostante la paura del virus”.  

Tra gli interventi della giornata anche quelli del sindaco di Padova, Sergio Giordani, del presidente del Csv di Padova, Emanuele Alecci e del rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto. Sul palco anche le storie delle persone più fragili che hanno chiesto aiuto al centralino di "Per Padova noi ci siamo" (il progetto nato dalla collaborazione tra Comune, Csv e diocesi di Padova) durante l’emergenza e raccontate da tre volontari in Servizio civile. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)