Quirinale 2022

«Spero che si apra una settimana all’altezza del momento difficile che stiamo vivendo, ancora in piena pandemia. Il Parlamento dovrebbe dare un esempio di serietà scegliendo la figura migliore nel minor tempo possibile». Il direttore de L’Espresso Marco Damilano trova fiducia come cattolico democratico nelle testimonianze di David Sassoli e Sergio Mattarella, da tutti apprezzate in questi giorni.

Non una parola in più (o in meno) di quello che è necessario; non un’azione che non sia quella prevista dalla Costituzione. Questo è il rigidissimo raggio d’azione del presidente della Repubblica italiana, un potere che appunto i padri costituenti hanno voluto di bilanciamento tra gli altri poteri dello Stato. Una figura super partes, a tutela del dettato costituzionale, con poteri suoi ma tutto sommato flebili rispetto al resto della macchina istituzionale: si aveva troppa paura di ricreare nuovi Duce.

Chi elegge il Presidente?
Il Capo dello Stato viene votato dai cosiddetti “grandi elettori”, che si riuniscono nell’aula di Montecitorio. In totale i “grandi elettori” saranno così composti: 321 senatori (315 eletti e 6 “a vita”), 630 deputati, 58 delegati regionali. I delegati regionali vengono scelti dai rispettivi Consigli regionali (dove attualmente prevale il centrodestra).

«Non credo sarà un’elezione veloce. Andremo ben oltre la quarta votazione. Anche perché, se ci saranno diversi parlamentari positivi, diventerà più difficile raggiungere il quorum di 505. A meno che il presidente uscente Sergio Mattarella non decida di accettare un nuovo incarico, magari a tempo limitato.

Ad alzare la voce è stata Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa Verde, al momento dell’elezione dei Grandi elettori chiamati a rappresentare il Veneto per la scelta del presidente della Repubblica: due leghisti (Luca Zaia e Roberto Ciambetti) e un democratico (Giacomo Possamai). Tutti e tre maschi. “Tutti uomini – ha puntato il dito Guarda – non è un Veneto a misura di donna”.

Rassicurato dalla conferma del presidente Mattarella al Quirinale, ma al tempo stesso preoccupato per il quadro politico che ne è uscito. Sono i sentimenti che p. Giuseppe Riggio, da poche settimane direttore di Aggiornamenti Sociali, esprime dopo l’esito delle votazioni per il Quirinale. Abbiamo raggiunto al telefono il direttore della rivista dei Gesuiti per fare con lui un bilancio di questo passaggio così delicato nella vita politica del Paese.