I sindacati dei pensionati: allarme per le case di riposo in Veneto
Sono una delle parti più fragili della popolazione e in questo momento di emergenza nazionale (e non solo) necessitano di un’attenzione che vada al di là della normale diligenza. Stiamo parlando degli oltre 30mila anziani veneti ricoverati nelle case di riposo, che in questo momento devono convivere con una situazione a dir poco drammatica: da una parte l’impossibilità di incontrare familiari e parenti, dall’altra la paura di un contagio e quindi di un focolaio improvviso che, in una struttura di questo tipo, potrebbe trasformarsi in vera e propria tragedia.
Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp del Veneto hanno diffuso un comunicato sulla mancanza di sicurezza nelle case di riposo in questo periodo di emergenza sanitaria.
«Appena scoppiata l’epidemia – dice il testo – abbiamo espresso le nostre forti preoccupazioni per la categoria che rappresentiamo, gli anziani e i pensionati, la categoria più fragile esposta a questo virus. E abbiamo chiesto alle istituzioni di avere la massima attenzione soprattutto per i circa 250mila ultraottantenni veneti che vivono soli e per gli oltre 80mila over 80 non autosufficienti.
Ora, anche dopo i casi scoppiati in alcune Rsa (Merlara, Bassano, Casale sul Sile) siamo a dir poco allarmati per i circa 30mila anziani veneti ricoverati nelle strutture. Chiediamo alla Regione un monitoraggio e un’attenzione costante per queste realtà, sia per quanto riguarda gli operatori sanitari che vi operano, sia per gli ospiti».
In primo luogo, gli operatori in servizio nelle case di riposo devono essere dotati di strumenti di protezione, come avviene nelle strutture sanitarie, per ridurre al minimo il pericolo del contagio.
Continuano i sindacati: «Un focolaio in una casa di riposo può tradursi in strage, anche considerando che molti ospiti hanno l'Alzheimer o la demenza senile, dunque non si renderebbero conto di ciò che succede attorno a loro. Gli anziani necessitano di grande attenzione ed è vergognoso sentire che per certe persone la loro vita valga poco.
Stiamo parlando dei nostri genitori, dei nostri nonni, di quelle persone che ci hanno fatto nascere e crescere e che ci hanno sempre aiutato sia economicamente che accudendo i nostri figli, quando noi non potevamo. Non dimentichiamocelo mai».
I sindacati dei pensionati Cgil, Cisl e Uil regionali, ringraziando gli operatori che eroicamente svolgono la propria attività nella case di risposo anche in questo delicatissimo momento, chiedono dunque alle istituzioni e agli stessi Comuni di monitorare continuamente la situazione delle case di riposo che insistono nel loro territorio Perché «gli anziani non sono un vuoto a perdere».