Da giugno 22 mila controlli e 9,5 milioni prodotti sequestrati
Tra i settori operativi "rafforzati" ci sono quelli tipicamente estivi: la lotta all'abusivismo commerciale, all'evasione fiscale legata alle case-vacanze, alle truffe del carburante, al "caporalato" e alla contraffazione, ai prodotti non sicuri e ai traffici di droga, in parte destinata a rifornire i punti di spaccio delle località di villeggiatura.
Oltre 2 mila venditori abusivi individuati; 450 casi di affitti “in nero” (una percentuale di irregolarità pari al 50 per cento dei controlli); 9 milioni e mezzo di prodotti, mezzo milione di litri di carburanti e 114 slot sequestrati; 16 milioni di euro non dichiarati intercettati presso i valichi di frontiera e 4 mila e 700 operazioni contro i traffici di sostanze stupefacenti, armi, rifiuti e tabacchi. Sono questi i principali risultati registrati dall'inizio dell'estate dalla Guardia di Finanza che hanno condotto 500 attività di polizia economico-finanziaria al giorno, circa 20 ogni ora, a tutela dei cittadini e delle imprese sane.
Tra i settori operativi "rafforzati" vi sono quelli tipicamente estivi: la lotta all'abusivismo commerciale, all'evasione fiscale legata alle case-vacanze, alle truffe del carburante, al "caporalato" e alla contraffazione, ai prodotti non sicuri e ai traffici di droga, in parte destinata a rifornire i punti di spaccio delle località di villeggiatura.
Lo scopo è contrastare, con sempre maggiore incisività, tutti i fenomeni illegali in grado di turbare il libero svolgimento delle imprese sane e garantire, contemporaneamente, il massimo livello di sicurezza economico-finanziaria ai cittadini che, dopo mesi di stressante e ininterrotto lavoro, hanno il diritto di godersi un periodo meritato di ferie.
A Verona i finanzieri hanno scoperto una vera e propria organizzazione "caporalesca" finalizzata allo sfruttamento di manodopera irregolare e alla commissione di numerosi ulteriori reati.
Nel gruppo criminale erano ben individuati ruoli e compiti: c'era il "caporale" che gestiva le attività cooperative, reclutava i lavoratori (spesso di origine africana) e li sfruttava impiegandoli nei campi, con orari massacranti e paghe "da fame"; il "medico e i suoi collaboratori", con il compito di falsificare i certificati in modo da abilitare alle pesanti mansioni gli extracomunitari (tra l'altro irregolari) che, in realtà non si erano mai sottoposti a visita medica; infine c'erano i dipendenti dell'Inps che assegnavano agli stranieri punteggi di invalidità utili alla riscossione delle pensioni e delle indennità accessorie. Sono cinque i soggetti denunciati, per reati di corruzione per l'esercizio della funzione, falso ideologico e truffa aggravata ai danni dello Stato e in tutto 42 indagati.