Guardia di finanza. Provvedimento di sequestro per una società vicentina vicina a clan camorristico
È di oltre 3 milioni di euro il valore dell’Iva non versata nell’anno 2017 da una società di capitali della provincia vicentina che opera nel settore dei trasporti su strada per il comparto logistica.
Questo il risultato dell’attività investigativa che ha portato, nei giorni scorsi, i militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Vicenza a dare esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Vicenza.
Dalle ricostruzioni investigative è emerso che la società di capitale della provincia di Vicenza è riconducibile a soggetti che, già in precedenti indagini, facevano parte di un’associazione per delinquere responsabile di reati tributari, fatti di riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e false attestazioni all’Ag.
Inoltre l’originaria compagine societaria è risulta legata da vincoli relazionali con esponenti di un clan camorristico attivo nel salernitano, i quali rivestivano ruoli apicali nell’ambito di un’ulteriore impresa berica, operante nel medesimo settore.
In particolare, sul conto della società vicentina fornitrice d’opera a impresa leader nel settore della logistica nazionale, a novembre del 2019, il Comando Provinciale berico aveva promosso l’adozione della misura interdittiva antimafia del diniego di rinnovo dell’iscrizione nell’elenco dei fornitori, dei prestatori di servizi e degli esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa.
Dagli accertamenti dei finanzieri del nucleo di Polizia economico-finanziaria è emerso che l’amministratore della società di capitali non ha provveduto al versamento d’imposta per oltre 3 milioni e 100 mila euro entro la data del 28 dicembre 2018 (termine ultimo per effettuare il versamento dell’Iva dovuta) e ha trasferito la sede legale del soggetto economico nel territorio della città metropolitana di Milano, così da sfuggire a possibili controlli e verifiche fiscali.
La ricostruzione investigativa, che ha portato al deferimento alla Procura della Repubblica di Vicenza del citato amministratore per il reato di “omesso versamento di Iva”, è stata valutata pienamente attendibile dal Gip del locale tribunale che, condividendo l’impianto accusatorio, ha emesso un Decreto di sequestro preventivo pari all’Iva non versata, che è stato eseguito con l’apprensione di disponibilità finanziarie su rapporti di conto corrente.