Dadaismo al potere: non è economia, è arte
Bisogna scomodare Marcel Duchamp, campione degli artisti dada, per capire cosa sta succedendo in questi giorni in seno al governo italiano.
Dovremmo parlare di numeri, di pensioni e di condoni — perché è ufficiale: la pace fiscale è un condono, l'ha detto il presidente Giuseppe Conte — e invece inseguiamo i fantasmi di palazzo, quelli che ai decreti aggiungono sempre una noticina col favore delle tenebre.
Luigi Di Maio vuole andare in procura a denunciare spiriti e spiritelli, nel frattempo si confida da Bruno Vespa e costringe il premier Conte, in Europa per l'ennesimo summit, ad annunciare riletture e correzioni alla manovra appena presentata.
In tutto questo, il ministro dell'economia Giovanni Tria continua ad incontrare investitori cinesi e Matteo Salvini tesse le lodi della propria ignoranza.
Con cent'anni di ritardo, il dadaismo ha vinto la sua battaglia ed ha preso il potere.