Pace fiscale, pensioni e incubo spread: le sfide della finanziaria

Un tempo era la finanziaria, oggi è la Legge di stabilità, abbiamo raccolto alcune delle dichiarazioni più interessanti degli ultimi giorni per cercare di capire la manovra che verrà.

Pace fiscale, pensioni e incubo spread: le sfide della finanziaria

Nell'immaginifico linguaggio della prima repubblica, la legge di bilancio dello stato veniva chiamata finanziaria e il suo lungo e complesso iter di stesura, correzione e approvazione in seno alle aule parlamentari era l'assalto alla diligenza.

Schiere di onorevoli peones di questo o quel partito tentavano — e spesso riuscivano — ad ottenere piccoli e grandi contropartite in cambio del loro voto, determinante per l'approvazione della manovra. Una piscina nel capoluogo del collegio di elezione di questo, un casello autostradale nel paese natio di quello e la finanziaria era approvata se pur appesantita.

Nel 2018 il vento del cambiamento soffia ormai irresistibile, al punto tale che a citare l'assalto alla diligenza è rimasto solo Walter Veltroni in una recente intervista. Se di assalti non si può parlare, è bene stilare un elenco di alcuni desiderata dei principali esponenti dell'esecutivo per tentare di delineare i contorni della riforma che sarà.

Reddito di cittadinanza

Da sempre perno delle politiche dei 5 stelle, rischia di incrinare l'esecutivo se non troverà posto nella prossima manovra.

Il reddito di cittadinanza deve entrare nella legge di bilancio. O C'e' o c'e' un grave problema per questo governo. Noi lo facciamo, agli italiani abbiamo fatto una promessa

Luigi di Maio, 11 settembre 2018

Resta però il dibattito sui numeri: dei 780 euro promessi, le ultime notizie danno gli assegni a quota 300€ mensili e la platea degli aventi diritto dimezzata.

Pesano gli elevati costi e gli spazi di manovra decisamente contenuti nei quali è chiamato ad operare il ministro dell'economia Giovanni Tria.

Accise sui carburanti

Sul tema è molto attivo il sottosegretario padovano Massimo Bitonci che ne ha annunciato più volte il taglio durante l'estate.

Dalla guerra d'Etiopia del 1935 alle varie emergenze per terremoti ed alluvioni, sono molteplici le calamità che hanno trovato una forma di finanziamento contingente nell'aumento del prezzo dei carburanti. Una volta superata l'emergenza, però, gli aumenti sono diventati strutturali.

Ci sarà come detto un primo sfoltimento delle accise sulla benzina, cancelleremo quelle più datate nel tempo. [...] Stiamo ancora facendo i conteggi. Sarà un primo segnale.

Massimo Bitonci, intervista al Messaggero del 8 settembre 2018

Il costo per le casse dello stato sarebbe comunque rilevante: nel solo 2017 le accise hanno pesato per ben 26,7 miliardi di euro. Ogni centesimo di riduzione delle accise costerebbe all'erario, stimano all'Unione petrolifera, qualcosa come 100 milioni di euro sulla benzina e altri 278 milioni sul gasolio oltre al minor gettito Iva derivante dalla riduzione del prezzo alla pompa.

Un taglio di oltre 11 centesimi come quello ventilato nei mesi scorsi costerebbe allo stato qualcosa come 4,27 miliardi di euro senza contare la diminuzione del gettito Iva. 

Pensioni

Dal superamento della Legge Fornero alla quota 100, gli impegni in materia di pensioni letteralmente si sprecano. Se nei giorni scorsi la versione più accreditata dava la soglia minima d'uscita a 64 anni, oggi pare essere approdata a quota 62.

La proposta di Alberto Brambilla, consulente del ministro Salvini, era quella di fissare la quota 100 attraverso la somma di 64 anni di età e almeno 36 di contributi, con eventuali sconti e soprattutto l'introduzione di un Fondo esuberi sulla falsariga di quanto fatto con i bancari, che accompagni alla pensione senza costi per lo stato i lavoratori in esubero.

Un'idea articolata che però è stata superata nelle ultime ore dalle dichiarazioni dello stesso Matteo Salvini il quale ha proposto l'abbassamento dell'età pensionabile a 62 anni con almeno 38 di contributi per raggiungere l'agognata quota 100. Salvini propone anche un piano B: 41 anni e mezzo di contributi e di conseguenza 58 anni e mezzo per raggiungere quota 100.

Il problema del sistema pensionistico è però insito nell'aspettativa di vita: chi oggi terminasse la propria attività lavorativa a 62 anni avrebbe la legittima ambizione di poter godere di almeno 22 anni di pensione. Ogni anno di lavoro, quindi, dovrebbe finanziare attraverso i contributi almeno 6 mesi di trattamento pensionistico. 

Anche in questo caso, comunque, non c'è ancora nulla di scritto: sia le dichiarazioni di Brambilla che quelle di Salvini sono frutto di interviste giornalistiche, ragion per cui è impossibile ad oggi tratteggiare un contorno alla manovra.

Pace fiscale

Non sarà un condono ma l'obiettivo sarebbe comunque ambizioso: incassare in un colpo solo circa un terzo di quanto incassato con tutte le sanatorie degli ultimi trentanni.

Lo Stato incasserà almeno 20 miliardi di euro dalla pace fiscale e non tre come ha detto Tria, ma si sa che il ruolo del ministro dell’Economia è quello di mediare, frenare…

Matteo Salvini, intervista a Porta a Porta del 11 settembre 2018

Fra le stime del ministro dell'economia e quelle del ministro degli interni ballano, insomma, qualcosa come 17 miliardi. 

Anche in questo caso, per capire concretamente il meccanismo del provvedimento, bisognerà aspettare di vederlo nero su bianco. Non è chiaro, soprattutto, se la pace fiscale — che è lecito immaginare essere una tantum, come tutte le sanatorie — riuscirebbe a finanziare la tanto attesa flat tax conservando l'equilibrio pluriennale dei conti pubblici.

Spread e altre insidie

Ogni mattina, prima di svegliare i miei figli, controllo lo spread.

Matteo Salvini, forum di Cernobbio 2018

Finita l'estate sembra finita anche la roboante campagna di stampa contro il complotto dello spread: l'equilibrio dei conti pubblici e la necessità di passare all'incasso delle molteplici clausole del contratto di governo sembrano aver ricondotto a più miti consigli anche i più esuberanti membri dell'esecutivo.

Da settimane è un continuo florilegio di sfiorare e non sforare gli obiettivi di bilancio, pesa l'autentico terrore per una crisi dell'euro conseguente alla fine delle politiche espansive del governatore della Banca centrale europea.

Lo spread, che ricordiamo essere la differenza tra gli interessi pagati dai titoli di stato italiani e quelli tedeschi, ha subito un'impennata tale negli ultimi tempi da instillare prudenza nelle dichiarazioni dei più.

L'unico a non averne risentito è il ministro Tria, prudente per natura. Forse troppo prudente, speriamo abbastanza.

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