Quattro chiacchiere con Anna Viel, presidente dei giovani industriali padovani

Mancano i tecnici, è questo il primo e forse principale problema che evidenzia Anna Viel, presidente dei giovani di Confindustria di Padova e Treviso.

La sfida del 4.0 si raccoglie solo con le professionalità giuste, e se mancano i diplomati tecnici e professionali si rischia di rimanere al palo.

Alternanza scuola lavoro e una politica coerente e costante sono la base per costruire lo sviluppo di domani, sempre se la burocrazia non mette i bastoni tra le ruote all'impresa.

Quattro chiacchiere con Anna Viel, presidente dei giovani industriali padovani

Un sentore di ripresa che rischia di affievolirsi prematuramente a causa della mancanza di personale qualificato e di un sistema paese adeguato, è questa in sintesi la visione di Anna Viel, presidente dei giovani imprenditori della neonata Assindustria Veneto Centro, associazione nata dalla fusione delle Confindustria di Padova e Treviso.

Non cambiate di continuo le regole del gioco

Il governo e le istituzioni hanno a cuore le imprese? Più che una domanda è un dubbio che sorge spontaneo, fra cavilli burocratici e regole che cambiano in continuazione.

«C'è preoccupazione a livello macro perché non sembra esserci attenzione al mondo dell'impresa — esordisce Anna Viel, presidente dell'Assindustria e parte di una famiglia di imprenditori giunta ormai alla quarta generazione — come giovani imprenditori sentiamo molto la pressione di questi tempi difficili, perché qui stiamo costruendo il nostro futuro e le nostre famiglie».

Si parla molto, forse troppo di fornire un reddito sicuro alle persone e ci si preoccupa troppo poco di come assicurarglielo, è forse questa la principale preoccupazione degli imprenditori che percepiscono la politica a tratti distante e non sempre consapevole dell'importanza dell'iniziativa privata.

«Ogni volta che cambia il governo, si butta via tutto quanto è stato fatto in precedenza — spiega la presidente Viel — per esempio abbiamo appena finito il primo ciclo triennale di alternanza scuola lavoro, e la nostra preoccupazione è che possa essere considerata un'esperienza già archiviata: se un paese non investe nella formazione, butta le migliori opportunità per il futuro».

Certo, il sistema dell'alternanza è migliorabile, lo riconosce anche la presidente, ma è comunque uno strumento prezioso per avvicinare i giovani alle imprese e viceversa.

L'importanza dei tecnici

Lo scenario che descrive Anna Viel è surreale: in una stagione di difficoltà occupazionale, le imprese sono costrette a litigarsi i neodiplomati per inserirli nel loro organico.

«Attualmente mancano i tecnici, quelle figure che creano valore — spiega la presidente — abbiamo necessità di periti, diplomati professionali ma anche ingegneri e laureati in economia. Mancano anche gli informatici, e con l'avvento dell'industria 4.0 serviranno sempre più tecnici qualificati in grado di parlare con le macchine».

L'avvento dell'industria 4.0 si prospetta davvero come uno spartiacque nella storia economica, d'altronde è una costante: quando l'industria affronta una rivoluzione, l'intera architettura di una comunità viene a modificarsi.

La burocrazia, frenatrice di ogni istinto non conservatore, come sta reagendo alle nuove sfide? 

«Nella mia impresa, le persone devono avere un patentino per poter operare — racconta Anna Viel che, con la Belletti s.r.l., si occupa di ascensori ed elevatori — sei o sette anni fa le commissioni preposte sono state eliminate, quindi un giovane non può più sostenere l'esame per l'ottenimento del patentino e quindi lavorare in autonomia».

Una situazione paradossale, capace di incrinare le dinamiche di un'azienda e che si potrebbe risolvere banalmente riaprendo una procedura concorsuale.

Alternanza scuola lavoro: alla ricerca di un significato

Conoscere un mestiere, andare a bottega è un'esperienza insostituibile: solo entrando nel vivo, nella pratica delle cose si può avere la conferma della bontà di una scelta di studio o, da contro, l'opportunità di cambiare percorso.

«L'alternanza ha fatto bene anche solo perché permette ai ragazzi di capire la differenza tra azienda e scuola — spiega la presidente Viel — certo, l'alternanza non risolve tutti i problemi ed è sicuramente perfettibile ma va perfezionata, non ridimensionata o cancellata».

I ragazzi vanno stimolati, incoraggiati ad intraprendere il cammino che la passione suggerisce loro ma anche incoraggiati a perseguire uno scopo tangibile, concreto: un consiglio che non sfigurerebbe neppure come manifesto politico.

Anna viel, qual'è il suo auspicio per per il futuro? «Che ci lascino lavorare, senza cambiare di continuo le regole del gioco».

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